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Dal mondo

Eppo, un nuovo attore protagonista
contro le frodi transfrontaliere

Acronimo di European Public Prosecutor's Office, designa l’Ufficio del pubblico ministero europeo

unione europea
Una procura europea che si affianchi a quelle nazionali nella lotta ai fenomeni criminosi che contrastino con gli interessi finanziari dell'Unione. Si chiamerà “Eppo” (European Public Prosecutor's Office, letteralmente l'Ufficio del Pubblico Ministero europeo) e sarà un organo indipendente dell'Unione con l'autorità di investigare e perseguire le frodi a livello europeo ed altri reati che danneggino finanziariamente l'Unione. Si tratta di un progetto approdato al Consiglio europeo per gli Affari interni e la Giustizia tre anni fa e che, con l'ultima riunione avvenuta lo scorso 14 ottobre, ha segnato un ulteriore avanzamento verso la completa approvazione del suo regolamento, prevista per dicembre. In particolare, Il Consiglio ha raggiunto un accordo sulle norme in materia di controllo giurisdizionale, la cooperazione con i paesi terzi, la cooperazione con gli Stati membri non partecipanti e le relazioni con l’Eurojust, l’unità Ue adibita a favorire la cooperazione tra le autorità nazionali contro le forme gravi di criminalità transnazionale all’interno dell'Unione europea.
 
Che cos'è l'Eppo
Lo European Public Prosecutor's Office sarà un nuovo organo europeo specializzato nel contrasto alle frodi finanziarie perpetrate nell'Unione. Attualmente, soltanto le autorità degli Stati membri hanno il potere di indagare e perseguire le frodi europee, ciascuno per la sua giurisdizione, dal momento anche tutte le organizzazioni di carattere europeo nate per fornire coordinamento e appoggio agli Stati nella lotta contro il crimine (Olaf, Eurojust e Europol) non hanno l'autorità per poter condurre investigazioni. Rispetto a queste ultime, l'Eppo sarà investita del potere di indagine proprio di una procura, ma la sua giurisdizione sarà l'intero territorio europeo. La procura europea andrà a integrarsi con l'attività delle procure nazionali, allo scopo di renderne più efficace ed incisiva l'azione di contrasto alle frodi che valicano i confini nazionali e investono, con le proprie architetture criminose, la giurisdizione di più Paesi.
Il progetto Eppo è stato presentato dalla Commissione europea per la prima volta il 17 luglio 2013. Da allora, incontro dopo incontro, ne è stato tracciato il profilo, a partire dalla sua organizzazione, i suoi poteri di investigazione e le regole di funzionamento. La struttura della nuova Procura europea sarà decentralizzata, con l’obiettivo di favorire, anche con la propria organizzazione, la sinergia e l'integrazione dell'attività investigativa europea con quelle nazionali: singole procure europee delegate saranno situate in ogni Stato membro, che potrà scegliere quante individuarne sul proprio territorio, con il minimo di una. A capo delle procure europee delegate ci sarà lo European Public Prosecutor, il “pubblico ministero europeo”. Le singole procure delegate avranno a questo punto un doppio compito: quello di continuare la propria attività di pubblico ministero nazionale, a cui tuttavia affiancheranno l'attività di pubblico ministero europeo: secondo il progetto, agendo in ambito Eppo, quindi per conto della Procura europea, le procure nazionali dovrebbero assumere una posizione di indipendenza rispetto alle istituzioni nazionali.
 
Il regolamento di Eppo
L'istituzione di Eppo tiene impegnato il Consiglio dei Ministri europei in un complesso lavoro di mediazione anche in considerazione della delicatezza dell'ambito nel quale l'organo andrà ad agire. Oltre alla sua organizzazione, infatti, molto lavoro è stato fatto per la stesura di un codice di norme europeo in materia di indagine, a cui le procure europee dovranno attenersi. Si tratta di un regolamento frutto dell'armonizzazione di normative nazionali, diritto europeo e Carta dei diritti fondamentali, con particolare attenzione alla tutela dei diritti di soggetti coinvolti nelle indagini. Le norme nazionali subentreranno laddove il regolamento non fornisca indicazioni più specifiche. Inoltre, è previsto che gli strumenti investigativi che vanno a toccare diritti fondamentali, come le intercettazioni telefoniche, debbano avere comunque l'autorizzazione dell'organo di giurisdizione nazionale.  Le indagini dell'Eppo, infine, saranno soggette al controllo giurisdizionale delle Corti nazionali.
 
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