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Dal mondo

Evasione e tax haven, esecutivo Ue
nella direzione giusta

Pieno accordo del Comitato economico e sociale europeo sull'insieme delle misure della Commissione

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Il parere della sezione specializzata Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale  del Parlamento europeo concorda sulle principali azioni e misure che la Commissione europea intende intraprendere per la lotta all'evasione fiscale e ai paradisi fiscali. Soltanto attraverso risposte concrete e coordinate e precise iniziative volte a implementare norme di trasparenza in materia finanziaria e di cooperazione amministrativa in ambito fiscale si potrà rafforzare la lotta contro il riciclaggio di denaro, la corruzione, l'evasione e l'elusione fiscale.

Misure già attuate e volte a promuovere una migliore ed efficace governance in materia fiscale
In passato, gli Stati membri hanno concordato diverse misure volte a promuovere una migliore ed efficace governance in materia fiscale.  Precisamente, sono state emanate norme per  la cooperazione amministrativa e lo scambio di informazioni, (direttiva 77/799/CEE del Consiglio del 19/12/1977, modificata dalla direttiva 2004/56/CE dal 21/04/2004), per il recupero dei crediti fiscali (direttiva 2008/55/CE del Consiglio del 26/05/2008) in materia di tassazione dei redditi da risparmio (direttiva 2003/48/CE del Consiglio del 03/06/2003. Per evitare la concorrenza fiscale dannosa, è stato adottato  il " codice di condotta per la tassazione delle imprese", e promosso iniziative volte alla  prevenzione e la lotta alle pratiche societarie e finanziarie scorrette (Com (2004)611), sui Paesi dei Caraibi (Com(2006)86, sulle isole del Pacifico ( Com(2006)248), su Hong Kong e su Macao ( Com (2006)648).

Il parere del Cese sulla comunicazione della Commissione
Il Cese consultato in conformità al disposto dell'articolo 262 del trattato che istituisce la Comunità europea,  in merito alla Comunicazione della Commissione (Com 2009) 201 def. evidenzia problemi di fondo e di dettaglio che meritano un'attenta considerazione. Secondo il CESE  la Comunicazione (Com 2009) 201 def. mira ad individuare il contributo dell'UE alla governance in materia di tassazione diretta, esamina le modalità per migliorarla, propone strumenti per promuoverla concretamente, e analizza il ruolo degli Stati membri nel sostenere le iniziative dell'Ocse e dell'Onu attraverso azioni coordinate, all'interno dell'Ue e a livello internazionale.

Quali proposte del Cese per una migliore governance in materia fiscale?
Il Cese solleva il problema della coerenza tra il sostegno finanziario dell'UE a taluni Paesi e il loro livello di cooperazione con i principi di governance fiscale, evoca la possibilità di adottare misure opportune in occasione della prossima revisione intermedia del fondo europeo di sviluppo (Fes) di introdurre misure specifiche nell'accordo di Cotonou (del 23/06/2000),  ridurre gli stanziamenti ai Paesi che non collaborano e fornire invece incentivi, sotto forma di assistenza tecnica e fondi supplementari, a quelli che dimostrano di voler mantenere gli impegni, nell'ottica che gli aiuti devono essere meritati con la concreta dimostrazione di voler collaborare, anche, ma non solo, nel campo fiscale. Nel campo della governance fiscale, il Cese rileva che manca un chiaro riferimento organico a una strategia globale, sostiene che le azioni in corso o programmate in capo fiscale dovrebbero essere parallele e aderenti a quelle in materia di riciclaggio di lotta alla corruzione, alla criminalità organizzata e terrorismo. La proposta elaborata prevede di eliminare alcune zone d'ombra e le  incongruenze esistenti tra le direttive di natura fiscale e quelle antiriciclaggio (direttiva 2005/60/CE sul riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento al terrorismo Gu L.309 del 25/11/2005 ovvero 3rd Money  Lundering Directive - Mld) per eliminare la discrasia tra campi normativi e campi di azione.

Paradisi fiscali e strategie in materia di  rapporti internazionali
Il CESE sostiene che è necessaria una ulteriore e peculiare valutazione del fenomeno dei paradisi fiscali nella sua globalità. Esso evidenzia che, grazie alle strategie operative  dell'Ocse e della Commissione  negli ultimi tempi,  molti " paradisi", hanno collaborato alla lotta contro l'evasione fiscale, e che il segreto bancario in molti Paesi è stato abolito, in altri attenuato, tanto che nessun paese figura più nella black-list. Il CESE evidenzia che soltanto attraverso costruttivi , trasparenti e collaborativi rapporti internazionali sarà possibile raggiungere obiettivi ragionevoli nella lotta ai paradisi fiscali, sollecita iniziative in campo finanziario e fiscale e sostiene una politica comune in ambito europeo che tenga conto degli  aspetti del riciclaggio e del terrorismo, per evitare ripercussioni indesiderate su attività e flussi finanziari leciti o comunque non illegali.

Le flag of convenience (bandiere ombra)
Il Cese, infine, evidenzia che nella Comunicazione della Commissione,  nessun intervento di tipo fiscale è prospettato nei confronti delle Foc (flag of convenience) che rappresentano il 63% della flotta mercantile mondiale. Le Foc hanno sede per la maggior parte nei paradisi fiscali e vi convogliano considerevoli flussi di fondi esenti da qualsiasi imposizione fiscale, distorcendo la concorrenza ed eludendo le norme sindacali. Il Cese evidenzia che mancano basi legali per contrastare questo fenomeno, sottolinea il tacito consenso o la tacita accettazione dei governi del mondo intero, evoca e afferma che soltanto una lotta globale potrà mettere in opera una strategia di difesa della società contro ogni sorta di reati finanziari, siano essi di natura criminale, terroristica o fiscale.

Il Comitato economico e sociale europeo
Il Comitato economico e sociale europeo (Cese - http://www.eesc.europa.eu) è un organo consultivo previsto dai trattati Ce ed Euratom, ed è composto da 353 membri  (dopo l'adesione di Bulgaria e Romania) che rappresentano le varie componenti di carattere economico e sociale della società civile organizzata (articolo 257 par. 2, Tce). Il Cese adempie alla sua funzione consultiva, che può essere obbligatoria o facoltativa, a seconda che sia prevista o meno dai trattati. Una funzione che si esplica attraverso pareri che non sono mai vincolanti e sono invece tecnici e più specifici rispetto a quelli del Parlamento europeo che hanno carattere essenzialmente politico. Il Cese costituisce un "ponte" tra l'Europa e la società civile in quanto sede istituzionale per la rappresentanza, l'informazione ed espressione della società civile organizzata.
 

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