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FATCA: ok ad accordi applicativitra Stati Uniti e Nuova Zelanda

I due Paesi concordano le modalità operative della nuova normativa in materia di scambio di informazioni finanziarie

accordo FATCA
Nuova Zelanda e Stati Uniti hanno firmato due competent authority arrangements (CAA) per l’implementazione della disciplina cd. Foreign Account Tax Compliance Act (FATCA).
Le due intese fanno seguito alla sottoscrizione dell’accordo intergovernativo (cd. IGA1), sottoscritto il 12 giugno 2014.
La normativa è stata già recepita anche in Italia con la ratifica dell’Accordo IGA1 con gli Stati Uniti, sottoscritto a Roma il 10 gennaio 2014 (legge n. 95 del 18 giugno 2015) e con il decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze del 6 agosto 2015 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 187 del 13 agosto 2015).
 
Gli accordi in dettaglio: il primo
Più precisamente, le Autorità fiscali di Stati Uniti e Nuova Zelanda hanno sottoscritto due accordi in materia di definizione dei cd. trust residenti in Nuova Zelanda, soggetti agli obblighi di reporting; modalità operative dello scambio automatico d’informazioni.
Il primo CAA, finalizzato a definire in maniera puntuale il significato dell’espressione resident in New Zealand, con riferimento ad un’istituzione finanziaria rappresentata da un trust (ai sensi dell’articolo 1, paragrafo 1 dell’IGA), costituisce un’applicazione concreta del successivo paragrafo 2 dello stesso articolo. Questa disposizione stabilisce, in proposito, che “Ogni termine non altrimenti definito nel presente Accordo, a meno che il contesto non richieda una diversa interpretazione o che le autorità competenti concordino un significato comune (come consentito dal diritto interno), ha il significato che ad esso è attribuito in quel momento dalla legislazione della Parte che applica l’Accordo, prevalendo ogni significato attribuito dalle leggi tributarie applicabili di tale Parte sul significato attribuito al termine a norma di altre leggi di tale Parte”.
Più precisamente, sulla base delle disposizioni contenute nell’IGA, un’istituzione finanziaria costituita da un trust costituisce una financial institution neozelandese, se il trust è residente in Nuova Zelanda.
 
La normativa fiscale nazionale
La legislazione domestica di questo Stato prevede disposizioni in tema di residenza ai fini fiscali, nel caso di persone fisiche ed entità dotate di personalità giuridica. I trust, con l’eccezione dei cd. unit trust, non sono dotati di personalità giuridica e, pertanto, non possono essere considerati residenti ai fini fiscali. Con la conseguenza che gli stessi potrebbero non essere tenuti agli obblighi di reporting previsti dalla disciplina FATCA. Per risolvere questo dubbio interpretativo, le Autorità fiscali degli Stati contraenti hanno stabilito un significato comune dell’espressione resident in New Zealand, con riferimento ai trust.
Più precisamente, in base al CAA, un trust è considerato come istituzione finanziaria residente, ai fini fiscali uno o più trustee sono fiscalmente residenti in Nuova Zelanda durante tutto il reporting period, oppure lo stesso è gestito da una filiale di una società, che agisce come trustee, localizzata in Nuova Zelanda.
 
Il secondo accordo
Il secondo CAA è, da un punto di vista applicativo ancor più importante del primo, in quanto definisce le concrete modalità tecniche di scambio automatico delle informazioni in materia finanziaria (art. 2 dell’IGA1). In particolare, l’art. 3, paragrafo dell’IGA stabilisce che le Autorità competenti degli Stati contraenti convengono per iscritto, ai sensi della procedura amichevole di cui all’articolo 24 della Convenzione contro le doppie imposizioni, le procedure per gli obblighi in materia di scambio automatico d’informazioni. Nell’accordo si prevede che lo scambio di informazioni dovrà avvenire entro il mese di settembre, utilizzando la piattaforma informatica International Data Exchange Service (IDES).

Gibilterra come la Nuova Zelanda
A conferma di quanto l’operatività di questa modalità di scambio stia diventando realmente effettiva, è opportuno evidenziare che negli stessi giorni anche Gibilterra ha sottoscritto con gli Stati Uniti il CAA per l’implementazione dello scambio automatico, con un contenuto del tutto analogo rispetto a quanto già descritto con riferimento alla Nuova Zelanda.

 

 

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