Il fisco nell’età digitale
tra algoritmi, big-data e tax-cloud
Per il Fondo Monetario, con l’impiego delle nuove tecnologie recuperabili oltre 800mld di euro di imposte evase
I dati: più tax digital e più tax compliance
La simulazione elaborata e condotta dagli esperti del Fondo Monetario al riguardo non lascia dubbi, piuttosto stimola le Amministrazioni a procedere avanti. In particolare, l'analisi indica che ridurre del 50 percento il digital gap da parte di un’autorità fiscale potrebbe aumentare le entrate, non soltanto quelle Iva, in media dell’1,7 percento del PIL per i Paesi in via di sviluppo e a basso reddito, dell’1% del Pil per economie di mercato emergenti e economie avanzate e dello 0,5% per l'Ue. Al dunque, l’implementazione di strumenti sempre più digitali da parte del fisco mondiale potrebbe, a breve, generare risorse aggiuntive pari all’1% del Pil mondiale, ovvero, più di 800mld di euro l’anno.
Se le nuove tecnologie possono vincere la gara con l’offshore
Oltre ad aumentare la raccolta dalle basi imponibili esistenti, la digitalizzazione nella disponibilità del fisco potrebbe anche sbloccare le entrate fiscali da nuove fonti, come quelle legate alla ricchezza finanziaria offshore. Peraltro, la quota complessiva di tale ricchezza alloggiata presso i cosiddetti paradisi fiscali è cresciuta notevolmente nel corso del secolo scorso. Gran parte di questa crescita è avvenuta contemporaneamente all'introduzione della tassazione dei redditi personali in diverse economie avanzate. Tuttavia, negli ultimi decenni, anche la digitalizzazione ha finito per facilitare l'espansione delle transazioni finanziarie e dei flussi di capitale attraverso i centri finanziari offshore allo scopo di registrare un significativo risparmio fiscale. Allo stesso tempo, l'opacità finanziaria è aumentata con la complessità degli strumenti d’investimento e dei canali disponibili utilizzati per gestire i portafogli finanziari (compresi, ad esempio, i derivati e le società scudo). Ora, con l’aiuto di quella stessa tecnologia che ha favorito in passato i grandi evasori, le autorità fiscali di tutto il mondo potrebbero invertire questa tendenza e riuscire finalmente a “catturare” questo "tesoro sepolto".
La trasparenza fiscale in formato digital - Per applicare la legislazione fiscale esistente, le autorità nazionali devono conoscere i proprietari, i beneficiari, la dimensione, la tipologia e la posizione delle risorse offshore, informazioni che in definitiva richiedono interscambi bilaterali o multipli oltre i confini nazionali. Fino a poco tempo fa, una mancanza di informazioni tempestive e standardizzate su chi possedeva cosa e dove e sui mezzi per scambiare le informazioni raccolte a livello internazionale rendeva l’accesso del fisco a questi patrimoni praticamente impossibile. Ma con l’impiego di strumenti digitali anche da parte delle Amministrazioni finanziarie il trend è già mutato. Le nuove tecnologie, infatti, migliorano e rendono più fruibile e funzionale lo scambio di informazioni aumentando i potenziali guadagni, in termini di gettito, derivanti dal reddito personale e dalla ricchezza tradizionalmente protetti nelle giurisdizioni a bassa tassazione.