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Dal mondo

Fmi: ricetta per la Corea 2050.
Più tasse per contenere il debito

Per il Fondo l'invecchiamento della popolazione e la possibile riunificazione mettono a rischio la tenuta dei conti

immagine di bandiere della Corea del Sud
Qualche settimana fa la sfilata congiunta degli atleti della Corea del Nord e della Corea del Sud alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali di Pyeongchang ha inviato al mondo un segnale di pace e di distensione, dopo la prolungata serie di “battibecchi nucleari” fra il presidente degli Usa, Donald Trump, e il leader della Repubblica Popolare Democratica di Corea, Kim Jong Un. Eppure, le prospettive - ora forse un po’ più concrete - di riunificazione fra i due Stati della penisola e un invecchiamento generalizzato della popolazione coreana potrebbero mettere a rischio i conti pubblici e provocare una insostenibile crescita del debito pubblico nell’arco di qualche decennio. È quanto sostiene il Fondo monetario internazionale in un recente Rapporto sull’andamento dell’economia di Seoul. L’Fmi propone come “terapia” una crescita delle entrate fiscali per il Sud Corea, a partire dall’innalzamento dell’Iva e dell'Imposta sul reddito.
 
Una Corea sempre più vecchia
Se gli scenari geopolitici di una riunificazione delle due Coree risultano incerti e difficilmente valutabili, ma comunque presi in considerazione da Fmi, le proiezioni demografiche danno invece per certo l’invecchiamento della popolazione, favorito anche da un tasso di fecondità fra i più bassi al mondo. Secondo il Fondo monetario, con l'attuale assetto fiscale, la spesa in pensioni e assistenza sanitaria in Corea del Sud aumenterebbe di una percentuale compresa fra il 10 e il 16% del Pil entro il 2060; il debito pubblico salirebbe al 100% del Prodotto interno lordo entro il 2050. Si tratta di una traiettoria insostenibile per la crescita dell’indebitamento pubblico secondo i criteri del Fondo, ma comunque ben lontana dalle attuali cifre del vicino Giappone, che registra oggi un rapporto debito pubblico/Pil superiore al 240%.

Una ricetta fiscale antidebito
La soluzione indicata dal Fondo monetario internazionale per evitare la crescita incontrollata del debito pubblico della Corea del Sud è semplice: aumentare le entrate per preservare la tenuta dei conti.  Attualmente le casse dello Stato sudcoreano non mostrano comunque alcun tipo di criticità. Anzi. Il debito pubblico di Seoul si aggira, infatti, attorno a un rassicurante 40%, anche per un livello di spesa sociale che non supera il 10% del Pil. Per il futuro, il Fondo propone di ampliare la base imponibile aumentando il gettito derivante dall'Imposta sul reddito, che - spiega il Rapporto - "per un salario mediano è vicina allo zero". In particolare - sostiene l'organizzazione - questo risultato si potrebbe ottenere eliminando gradualmente le detrazioni dalla Income Tax. Non solo, secondo il documento, all'incremento delle entrate dovrebbe contribuire anche un aumento dell'Iva, attualmente ferma al 10% nella percentuale standard e a quota zero per una ampia serie di beni di consumo.  

Suggerimenti per la crescita e il  Welfare
A ogni modo, le indicazioni di politica fiscale del Fondo monetario internazionale non puntano esclusivamente al contenimento del debito pubblico, ma tracciano anche una prospettiva più ampia. Secondo il Rapporto, l'incremento delle entrate potrebbe “sostenere la crescita a lungo termine della Corea”, con una maggiore spesa pubblica nel Welfare State per l'infanzia e politiche attive per rendere più dinamico il mercato del lavoro. Fra i paesi Ocse, la Corea del Sud è, infatti, lo Stato che riserva in assoluto la fetta più piccola della spesa pubblica per la costruzione e il rafforzamento di una rete sociale di sicurezza contro gli effetti dell’esclusione sociale e della disoccupazione e per la tutela delle fasce più anziane della popolazione (fonte: Info Mercati Esteri).
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