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Dal mondo

Fmi, riflettori puntati sulla
ricostruzione post-pandemia

Il Fiscal monitor del Fondo monetario internazionale propone una tassazione più progressiva per ridurre le diseguaglianze economiche

Fmi 10.2019

È dedicato al tema delle diseguaglianze - e a come il Fisco può contribuire a ridurle - il secondo e ultimo capitolo del 2021 del Fiscal monitor. Il rapporto è stato presentato nei giorni scorsi dal Fondo monetario internazionale.
L’obiettivo dei Governi, sottolineano nell’introduzione gli autori del paper, dovrebbe essere ridurre le disparità economiche e fiscali esacerbate dalla pandemia, garantendo a ciascun cittadino l’accesso ai servizi di base (salute, educazione, infrastrutture digitali e, nei Paesi in via di sviluppo, anche acqua ed elettricità).

Più progressività fiscale, meno diseguaglianze
Come può il Fisco supportare i Governi nell’adozione di politiche economiche più eque? Lo studio del Fmi mette in evidenza le varie possibilità per garantire una giusta redistribuzione fiscale. Il report cita alcune ricerche contenute in precedenti Fiscal monitor che, insieme a studi dell’Ocse, hanno dimostrato come dagli anni Ottanta in poi la tassazione sia diventata sempre meno progressiva, con una diminuzione delle aliquote marginali più elevate sia sui redditi da lavoro, sia su quelli da capitale. Per il futuro, la proposta del Fiscal monitor è quella di aumentare la progressività dei sistemi tributari anche per finanziare una maggiore spesa pubblica che permetta agli Stati di garantire i servizi di base a tutti i cittadini.

Le opzioni in campo
Sulla base di questa proposta,  il report passa in rassegna varie modifiche che gli Stati potrebbero apportare al proprio sistema fiscale per aumentarne la progressività. La soluzione più immediata è considerata l’aumento delle aliquote sui redditi più alti anche se questo potrebbe provocare nuove forme di elusione fiscale ed evasione, con fuga di redditi verso Paesi con una tassazione più leggera. Per questo motivo, continua il Fondo monetario, sarebbe prima auspicabile un accordo internazionale su una tassazione minima sulle società.
Potrebbero essere anche riformate le deduzioni fiscali che in media danno maggiori benefici ai redditi più alti e si potere incidere su quelle falle relative alla tassazione dei redditi da capitale che permettono forme sofisticate di elusione. Anche la carbon tax, cioè un’imposta sulle fonti energetiche non sostenibili, potrebbe fornire maggiori entrate.
Infine, nel rapporto vengono suggerite due ulteriori strade per puntellare le entrate tributarie nel periodo di ricostruzione post-pandemia. La prima: i Paesi con un sistema fiscale robusto potrebbero considerare di imporre un prelievo temporaneo sui redditi e sui patrimoni più alti. Interventi di questo tipo sono stati introdotti in circostanze eccezionali in Germania nel 1991, in Australia nel 2011 e in Giappone nel 2013.
La seconda, alternativa alla precedente: le imposte sui profitti in eccesso (rendite economiche di gran lunga superiori rispetto al minimo ritorno richiesto dagli investitori). Queste imposte, insieme o in sostituzione dell’imposta sui redditi societari, potrebbero garantire un contributo dalle imprese che durante la crisi hanno goduto di un aumento notevole dei profitti (come le aziende farmaceutiche e quelle operanti nel settore digitale).

Migliorare il rapporto Fisco-cittadini
Un altro aspetto trattato nel rapporto è relativo al suggerimento di rafforzare il Fisco sotto tutti i punti di vista, anche quello della macchina amministrativa. Da questo punto di vista, il Fiscal monitor propone maggiori investimenti nelle istituzioni tributarie per migliorarne la governance e i processi di digitalizzazione, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
Inoltre, le istituzioni dovrebbero migliorare anche in termini di trasparenza e accountability, comunicando in modo efficace ai cittadini le categorie di servizi pubblici ai quali sono destinate le imposte. In questo modo, migliorerebbe sensibilmente il rapporto di fiducia tra amministrazioni e opinione pubblica, che avrebbe così maggiore consapevolezza del modo in cui sono utilizzate le entrate fiscali.

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