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Dal mondo

Francia: pronta la tregua fiscale.
Annunciati tagli per 11 mld

Il governo sta pensando a una vera e propria terapia d’urto per ripristinare la fiducia e rilanciare la crescita e il lavoro

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Riforma della tassa sulla casa, riduzione della tassazione delle società dal 33% al 25%, ma non solo: taglio di 3 punti di Pil della spesa pubblica, ritorno al pareggio della previdenza sociale entro il 2020 e un grande piano di investimenti da 50 miliardi di euro. È quanto ha annunciato il premier francese, Edouard Philippe. Si tratta di riforme, però, a medio-lungo termine, in quanto la riforma dell’imposta sui patrimoni entrerà in vigore solo a partire dal 2019, mentre quella sulla tassazione della prima casa sarà attuata entro il 2022.
 
La pressione fiscale delle famiglie
La Francia si prepara ad una vera e propria “terapia d’urto”, come l’ha definita il premier, per ripristinare la fiducia e rilanciare la crescita e il lavoro. In un’intervista al quotidiano francese Les Echos, il braccio destro di Macron ha annunciato una riduzione della pressione fiscale di circa 11 miliardi di euro a partire dal prossimo anno, rispetto ai 7 miliardi che erano stati annunciati in un primo tempo. Un alleggerimento fiscale che corrisponde allo 0,6% del Pil francese. L’obiettivo è quello di creare incentivi per favorire nuovi investimenti, nuove assunzioni e dare un forte impulso alla crescita economica.
Ma quali sono le misure annunciate dal premier? La tassazione sulla casa dovrebbe subire una notevole riduzione, per un totale di 3 miliardi di euro, mentre altri 3 miliardi dovrebbero essere tagliati dall’imposta patrimoniale Isf, che dovrebbe essere sostituita con una tassa sul patrimonio immobiliare, in modo che i beni non immobiliari non vengano tassati. La riforma dell’Imu e della patrimoniale sono state tra i cavalli di battaglia della campagna elettorale dell’attuale presidente francese Macron, che aveva promesso l’esonero dall’Imu per l’80% delle famiglie nell’arco di tre anni.
Prevista anche una flat tax unica al 30% sui risparmi delle famiglie, con un taglio di circa 1,5 miliardi. Il taglio delle tasse verrà finanziato anche da una spending review più oculata, con risparmi che già nel 2018 ammonterebbero a 20 miliardi di euro.
 
La Francia strizza l’occhio agli operatori finanziari
Se da un lato la Francia alleggerisce la pressione fiscale delle famiglie, Parigi prova ad attrarre gli investitori e le società in fuga da Londra dopo la Brexit, proponendo condizioni fiscali molto vantaggiose. Per incentivare gli operatori finanziari, infatti, l’imposta sul reddito delle società verrà alleggerita progressivamente e portata dall’attuale 33% al 25% entro il 2022.
 
Piano promosso dall’FMI
Il Fondo monetario internazionale ha promosso il piano “ambizioso” di riforme economiche del governo francese, nonostante abbia posto l’accento sugli sforzi notevoli che l’esecutivo dovrà affrontare. Secondo l’istituto di Washington le misure annunciate dal premier Philippe potrebbero essere utili per far fronte alle sfide economiche a lungo termine di Parigi, come squilibri fiscali persistenti, alti tassi di disoccupazione e debole competitività. In particolare, l’FMI ha accolto favorevolmente la riduzione della spesa pubblica, per permettere un consolidamento fiscale graduale, e la riforma del mercato del lavoro, che migliorerebbe la flessibilità delle aziende, riformerebbe i sussidi di disoccupazione e migliorerebbe i sistemi di training e apprendistato professionali, oltre a fornire una spinta sulla crescita dell’occupazione grazie all’abbassamento della tassazione.
 
Quanto crescerà la Francia?
Le stime del governo sulla crescita sono positive: per l’esecutivo francese l’economia dovrebbe crescere dell’1,6% nel 2017 e dell’1,7% nel 2018, anno in cui il deficit pubblico dovrebbe assestarsi al 2,7% del Pil: l’obiettivo è, infatti, quello di portare il rapporto deficit/Pil al di sotto del 3%. Riguardo al debito pubblico, il premier ha promesso un calo del 5% del Pil entro il 2022. In questo modo il debito pubblico sarà più contenuto e ad un livello più sostenibile. Il premier Philippe ha, infatti, definito insopportabile il livello raggiunto dal debito pubblico francese, che oggi ammonta a 2.147 miliardi.
 
 
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