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Dal mondo

GAFI: al lavoro da tredici anni
sui dati dei beneficiari effettivi

Pubblicato il Rapporto sui prossimi interventi che dovranno essere realizzati sulla base di quanto già fatto in passato

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Se il G20 chiama, il Gafi risponde. Negli ultimi due vertici dei Ministri delle Finanze e dei Governatori delle Banche Centrali (aprile e settembre 2016), il G20 aveva chiesto al Gruppo d’Azione finanziaria di ragionare su alcune proposte utili a rendere effettivi gli standard di trasparenza fiscale, con particolare riguardo alla disponibilità delle informazioni sui beneficiari effettivi, ma nascosti, di trust e altre strutture societarie “opache”. Dopo aver approfondito la questione per anni, in occasione del summit del 6 ottobre tenuto a Washington il Gafi ha presentato al G20 una prima relazione con alcune ipotesi sul da farsi e con un’analisi su quanto realizzato in passato. Gli sviluppi del nuovo piano di azione richiesto dal G20 comprendono l’ipotesi rivoluzionaria di attivare scambi internazionali contenenti queste informazioni.
 
Tre pilastri per un nuovo piano d’azione, il Gafi chiede al G20 di uscire allo scoperto
Le proposte, elaborate dal Gafi dopo un lungo e stimolante confronto con il Forum Globale sulla trasparenza e lo scambio di informazioni a fini fiscali dell’Ocse, sono essenzialmente di tre tipi.
La prima ipotesi allo studio riguarda i processi di valutazione tra paesi, uno dei settori di attività in cui il Gafi spende molte energie. In quest’ambito, assicurare che l’aspetto del beneficiario effettivo sia valorizzato nelle revisioni tra pari (peer review) aumenterebbe la pressione sugli Stati, spingendoli a dare attuazione agli standard del Gruppo d’Azione in questo settore.
L’ipotesi successiva ha come oggetto la realizzazione e la messa a disposizione della comunità internazionale di una serie di raccomandazioni su come migliorare gli aspetti relativi ai beneficiari effettivi, nel corso dei processi di valutazione portati avanti dal Gafi.
L’ultima ipotesi di lavoro immaginata dall’organismo sovranazionale ha a che fare con il potenziamento della cooperazione tra il Gafi e il Forum globale di casa Ocse. Secondo il Segretariato del Gruppo d’Azione, un maggiore coordinamento tra i due enti garantirebbe coerenza e solidità ai lavori svolti dai due enti nei rispettivi ambiti e affinerebbe ancora di più gli standard globali di trasparenza fiscale.
La proposta più incisiva è di natura politica. Il suggerimento del Gafi al G20 è di dare il buon esempio, magari emettendo una nota in cui vengano sollecitati tutti i membri della comunità internazionale a fare propri gli standard internazionali in materia.
 
Tredici anni di lavoro sul tema del beneficiario effettivo
L’accesso a una banca dati aggiornata e affidabile in cui confluiscano le informazioni sull’identità di azionisti e beneficiari effettivi di trust, società schermo e strutture societarie complesse è diventato un tema all’ordine del giorno. Ma non sono stati i vari leaks di documenti riservati o i recenti scandali di Panama e Bahamas ad aver fatto interessare il Gafi a questi argomenti.
Infatti il Gruppo d’Azione, occupandosi istituzionalmente di riciclaggio di denaro sporco e di contrasto alle attività finanziarie illecite, già nel 2003 aveva fissato gli standard internazionali in materia, concentrandosi sui requisiti legali che le istituzioni finanziarie devono rispettare quando maneggiano queste informazioni.
Sono quindi già tredici anni che il Gruppo d’Azione ha reso disponibile un primo insieme di norme (poi implementate) per gli operatori che si occupano di raccogliere e  verificare le informazioni sulla proprietà delle persone giuridiche, e un primo insieme di misure tali da  garantire che informazioni sulla loro proprietà effettiva sia disponibile per gli investigatori.
Da quel momento oltre 190 giurisdizioni si sono impegnate ad attuare queste norme, a implementare le misure concordate e a sottoporsi a processi di revisioni tra pari (peer review) sul rispetto degli standard.
 
What’s next: non solo impegni, a Parigi il punto della situazione
I prossimi sviluppi sono facili da immaginare. Il ricorso straordinario a strutture societarie dalla natura opaca come i trust ha finalmente indirizzato l'attenzione globale sulla necessità di rafforzare i controlli contro l'uso improprio di queste architetture aziendali. Se le proposte del Gafi diventeranno definitive, bisognerà che tutti gli attori in campo si impegnino in maniera sostanziale per un nuovo cambio di passo.
E’ interessante notare che l’analisi contenuta nel rapporto presentato a Washington a inizio ottobre punta il dito anche nei confronti di quei Paesi (tra cui alcuni membri del G20) che non hanno ancora implementato gli standard, o che li hanno applicati in modo inefficace. Il suggerimento del Gafi al G20 pertanto è di dare il buon esempio, magari emettendo una nota in cui vengano sollecitati tutti i membri della comunità internazionale a fare propri gli standard del Gafi in materia.
La nuova sessione plenaria dell’organismo internazionale, prevista a Parigi per la seconda metà di ottobre, ha tra gli argomenti all’ordine del giorno proprio il dibattito sui nuovi progetti in campo. Per dare la dimostrazione che i tempi stanno cambiando, Il Global Forum è stato invitato a partecipare alla riunione e a prendere parte ai gruppi di lavoro in programma. Nel frattempo, il Segretariato del Gruppo d’Azione intende continuare a monitorare le misure adottate dai vari Paesi per colmare le lacune nei loro ordinamenti e per migliorare la loro efficacia.
 
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