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Dal mondo

Giappone: una manovra fiscale
per fronteggiare l'aumento Iva

Confermato per l’autunno l’innalzamento al 10% dell’imposta, che si compensa con misure a sostegno dei consumi

Monte Fuji

Il Giappone si prepara al temuto aumento dell'Iva dall'8 al 10%, in programma per l'autunno del 2019 e confermato dalla manovra fiscale approvata recentemente dalla Dieta nipponica. È quanto ha spiegato il ministro delle Finanze del Paese del Sol Levante, Taro Aso, nel discorso che ogni anno fa il punto sull'andamento economico di Tokyo.
La terza economia mondiale ha fatto registrare uno dei più lunghi periodi di recupero della sua storia recente e ha presentato un andamento positivo del prodotto interno lordo (+0,5%) nel primo trimestre del 2019. In un contesto di crescita comunque lenta e incerta, i provvedimenti fiscali approvati a primavera dalle istituzioni parlamentari nipponiche puntano in primo luogo ad arginare eventuali effetti recessivi, di contrazione della domanda, connessi all'aumento dell'Iva.
“Per prepararci all'aumento dell'imposta sui consumi – ha dichiarato Aso – stiamo facendo il nostro meglio per assicurare il proseguo della 'rivitalizzazione' dell'economia”. La manovra fiscale messa in campo dal governo giapponese, che prevede entrate tributarie per oltre 60mila miliardi di yen, punta alla tenuta e al rilancio dell'economia nipponica, con un occhio di riguardo per le esigenze del contribuente medio.

Agevolazioni fiscali per il mercato della casa e l'acquisto di auto 
Per compensare eventuali variazioni della domanda interna imputabili all'incremento dell'imposta sui consumi sono previste – ha precisato Aso – “misure temporanee e speciali” finanziate dallo Stato con oltre 2mila miliardi di yen. In particolare, l'aumento dell'Iva coinvolgerà anche il settore automobilistico e quello delle costruzioni, comparti chiave dell'economia nipponica. Per consolidare il mercato residenziale è stato deciso di estendere in base ad un determinato calendario fiscale da 10 a 13 anni la durata temporale del credito di imposta annuale sui mutui per l'acquisto di abitazioni costruite con particolari criteri, che assicurino la lunga durata degli edifici e la compatibilità ambientale. Sono previste agevolazioni fiscali anche per il comparto automobilistico, che ad aprile (insieme al resto del settore industriale), ha fatto segnare una preoccupante contrazione dello 0,9%, attribuita alla flessione delle esportazioni auto negli Stati Uniti. Dall'ottobre 2019 l'imposta sull'acquisto delle automobili sarà cancellata e sostituita da una tassa relativa alla “performance ambientale dell'automobile”. Sarà ridotto anche il tributo annuale sulla proprietà di autoveicoli.

Regali “cash”, stop all'esenzione se chi li riceve guadagna più di 10 milioni di yen
Sempre col fine di “puntellare” la domanda interna in vista dell'aumento dell'imposta sui consumi, la manovra fiscale 2019 conferma per altri due anni l'esenzione fiscale sulle somme donate per coprire i costi legati al matrimonio, le spese per la casa, l'educazione e l'assistenza dei bambini. La Dieta nipponica ha però deciso di escludere da questa agevolazione fiscale i beneficiari della donazione che percepiscono un reddito annuale superiore ai 10 milioni di yen (al cambio, una cifra di poco superiore ad 80mila euro).

Giappone 2019, l'anno della transizione 
L'anno in corso rappresenta, quindi, un importante periodo di cambiamenti per il Paese del Sol Levante. Il 2019 precede, infatti, le Olimpiadi di Tokyo del 2020, col Giappone che sarà al centro dell'attenzione del mondo e dei flussi turistici internazionali. D'altra parte, salvo sorprese, questo ottobre vedrà il ritocco verso l'alto di un'imposta poco amata in Giappone. La memoria popolare corre infatti al 1997 quando, nel bel mezzo della crisi delle Tigri asiatiche, il premier Hashimoto decise di aumentare l'Iva dal 3 al 5%.  E il Pil sprofondò a quota -2%.

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