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Dal mondo

In Giappone la normativa societaria è a prova di elusione

Le modifiche apportate al diritto commerciale puntano a evitare il ricorso alle "quasi foreign companies" per aggirare la tassazione

Tra queste si colloca la nuova versione dell'articolo 821 relativo alla disciplina delle cosiddette "quasi-foreign companies" o "para foreign companies". L'entrata in vigore è prevista a partire dal 2006 ma i timori generati dalle implicazioni pratiche del testo della norma, legati essenzialmente alla identificazione di determinate attività, hanno indotto il Parlamento a emanare una Risoluzione per chiarire l'esatta portata applicativa.
Il disposto letterale dell'articolo 821 sembra rappresentare una restrizione alla libertà delle società non residenti di scegliere come articolare la propria attività in quanto proibisce secondo il disposto letterale a tali società di svolgere la loro attività mediante un ufficio centrale ("head office") o di svolgere l'attività in modo continuativo in Giappone.
La tipologia di società
Tali società sono di solito strutturate come branch o come società con finalità particolari la cui attività al di fuori del Giappone è molto limitata se non addirittura nulla. In dettaglio si tratta delle seguenti società:
- società costituite con riferimento al "check the box" planning.
A questo proposito si rivela utile aprire una breve parentesi in merito in quanto il termine può essere tradotto semplicemente con la necessità da parte dell'Amministrazione finanziaria di comprendere se un'entità debba essere tassata come società di persone o come società di capitali. Il meccanismo è stato introdotto dall'Amministrazione finanziaria americana e si sostanzia nella presentazione del Modello 8832 tecnicamente chiamato "Entity Classification Election". Inoltre è opportuno ricordare che la riforma del codice commerciale prevede la possibilità di convertire automaticamente una società a responsabilità limitata (Yugen Kaisha, YK) in una public limited company (Kabushiki Kaisha, KK). Tale trasformazione, secondo la normativa giapponese, dovrebbe essere considerata improduttiva di effetti fiscali con conseguenze al momento non ancora prevedibili sul "checked the box" status richiesto dalla normativa americana;
- società costituite con funzioni e autonomia limitate rispetto a quelle di una stabile organizzazione;
- società di garanzia costituite come branch giapponesi di una società offshore;
- società finalizzate al compimento di operazioni di "securization".

I poteri del Fisco
Il 2° comma dell'articolo 821 prevede inoltre il potere da parte dell'Amministrazione finanziaria giapponese (National Tax Administration, NTA) di comminare sanzioni ai soggetti (rectius: amministratori, soci) che violano le disposizioni del citato articolo. La sanzione consiste nell'assunzione della corresponsabilità in relazione ai debiti contratti dalla "quasi foreign company" nello svolgimento della sua attività. È prevista inoltre l'applicazione di una sanzione amministrativa così come prevista dall'articolo 979 paragrafo 2 secondo cui i soggetti che usano il nome della società, prima ancora che questa sia costituita, per il compimento di transazioni sono sanzionati per un importo pari alla tassa di registrazione della società; per espressa analogia richiamata dal paragrafo successivo la sanzione si applica anche ai casi di violazione dell'articolo 821. La Risoluzione del Parlamento dissipa le perplessitàI timori generati dalle implicazioni pratiche del testo della norma legati all'identificazione di determinate attività (ovvero attività di una certa "consistenza" svolte a livello internazionale e quindi non circoscritte al territorio giapponese) e, conseguentemente, a una limitazione del business da parte degli investitori stranieri hanno indotto il Parlamento giapponese a emettere una Risoluzione che chiarisse l'esatta portata applicativa della norma.
La finalità effettiva della norma
La ratio dell'articolo 821 sarebbe quella di impedire che i contribuenti non residenti si avvalgano delle "quasi foreign companies" con l'intento di evitare la tassazione in Giappone. La disposizione, quindi, non restringerebbe la possibilità da parte degli investitori stranieri di operare in Giappone o di svolgervi un'attività né tantomeno favorirebbe alcune tipologie societarie straniere piuttosto che altre. Le società non residenti operanti in Giappone potrebbero comunque riorganizzare la propria attività secondo una delle seguenti modalità: incorporazione della branch in una public limited company; trasferimento dell'attività in una public company già operativa; trasferimento dell'attività ad un'altra entità giuridica con un business consolidato anche al di fuori del Giappone ("non quasi foreign company").
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