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Giuliani scivola ancora sul fisco

Questa volta a metterlo in difficoltà ha provveduto Bernard Kerik, uno dei suoi maggiori alleati nella corsa alla Casa Bianca

L’ex numero uno della polizia newyorchese non avrebbe dichiarato somme ingenti negli anni del suo mandato. Nel mirino dell’Irs 236 mila dollari, derivanti dall’affitto di un lussuoso appartamento, a cui si aggiungono 230 mila dollari ricevuti in forma di dono da una azienda di costruzioni in odor di mafia. Fisco, tasse, imposte e tributi non si addicono proprio all’ex sindaco di New York, Rudolph Giuliani. Infatti, dopo essere scivolato in primavera sull’eventuale proposta di introdurre la flat tax negli States, inizialmente sponsorizzata con ardore ma da lui stesso successivamente giudicata un grande punto interrogativo piuttosto che un concreto regalo da fare al Paese, ora rischia di incontrare di nuovo sul suo cammino verso la Casa Bianca un ostacolo dal profilo fiscale, almeno in origine.

Di nuovo il fisco sulla strada di Giuliani
Questa volta a metterlo in difficoltà ha provveduto Bernard Kerik, uno dei suoi maggiori alleati nella corsa alla Casa Bianca e, soprattutto, uno degli eroi, o presunti tali, che durante il periodo in cui è stato sindaco di New York hanno contribuito su suo impulso a rendere la città più sicura, invertendo grazie alla politica della tolleranza-zero, teoria in verità ancora in attesa di dimostrazione, la pericolosa curva che, oramai da diversi decenni, sembrava aver condannato la Grande Mela a rappresentare, oltre al sogno di ricchezza e di modernità, anche il paradigma delle metropoli dominate da insicurezza, violenze, crimini e illegalità. Ebbene, proprio il fidato Bernard Kerik, responsabile della polizia di New York in quegli anni, che videro anche abbattersi l’onda d’urto dell’11 settembre, ora dovrà rispondere di una lunga serie di incriminazioni, ben 14, dai regali ricevuti con eccessiva copiosità, fino alla più ordinaria evasione fiscale.

Ristrutturazioni e affitti non dichiarati al fisco
In pratica, da quanto emerso, l’ex numero uno della polizia newyorchese avrebbe, nel corso degli anni del suo mandato, non dichiarato somme ingenti al fisco. Innanzitutto, circa 236 mila dollari, derivanti dall’affitto di un lussuoso appartamento posizionato nel ricco Upper East Side, ai quali si aggiungono 230 mila dollari ricevuti in forma di dono da un’azienda di costruzioni, una somma che è stata usata per ristrutturare l’abitazione personale. Risultato: ora il fisco chiede il conto. E pensare che Bernard Kerik è stato perfino in ballo per la poltrona di ministro degli Interni quando nel 2004 Bush era in dubbio sulla nuova nomina da presentare.

La difesa di Giuliani
E ora molti critici e analisti, da mesi concentrati sulla corsa alla Casa Bianca, cominciano a pensare che il pratico e rigoroso Giuliani soffra di una sorta di incompatibilità riguardo a temi come fisco e tasse. Peraltro, il candidato repubblicano si è subito sganciato da Kerik, riconoscendo di "aver commesso degli errori nel non averlo controllato a dovere", quando era responsabile del Dipartimento della polizia di New York, in pratica di essersi fidato di lui eccessivamente. Al medesimo tempo ha però invitato tutti a considerare anche gli ottimi risultati raggiunti da Kerik sul versante della lotta alla criminalità. Un riconoscimento parziale che non sembra aver fugato tutte le ombre che si addensano sull’operato dell’ex responsabile della polizia newyorchese.  
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