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A Hong Kong il record di "incasso" lo batte il Fisco

Da marzo 2004 ad aprile 2005, il boom delle entrate tributarie è stato di circa il 16 per cento più sostanzioso rispetto all'anno precedente

Secondo quanto dichiarato recentemente da Alice Lau, responsabile dell’Agenzia che gestisce da anni il perimetro tributario dell’ex colonia britannica, oggi integrata all’interno di una singolare area autonoma inserita nel vasto pianeta-Cina, il gettito delle tasse e delle imposte locali ha oltrepassato complessivamente la soglia record di 14 miliardi di dollari, arrestando la sua corsa verso l’alto a ben 16,4 miliardi.

In pratica, almeno secondo quanto riferito dai responsabili dell’Amministrazione tributaria, si tratta di una crescita significativa da primato, contabilizzabile in circa 2,7 miliardi di dollari in più rispetto alla passata stagione fiscale che, nel marzo del 2004, si era chiusa assicurando all’erario risorse pari ad una cifra più modesta, soltanto 13,7 miliardi. Al contrario, nel corso dell’ultimo anno fiscale, ovvero dal 31 marzo 2004 al 1° aprile del 2005, il boom delle entrate assicurate dal fisco alla finanza pubblica è stato di circa il 16 per cento più sostanzioso di quanto versato dal marzo 2003 all’aprile 2004. E questo, ripetono alcuni analisti e la maggioranza degli esperti che da anni osservano l’andamento dell’economia di Hong Kong, nonostante il calendario finanziario che si è appena chiuso sia stato condizionato da ripetuti scivoloni come, per esempio, quelli riconducibili a questioni politiche o a criticità e deficit vistosi del sistema sanitario.



*Andamento delle entrate fiscali, sia generale che disaggregato in riferimento al gettito delle imposte sui redditi delle persone giuridiche e su quelli dei contribuenti individuali, registrato nell’ultimo biennio, dal 2003 al 2005, dall’Amministrazione tributaria di Hong Kong. Fonte: Hong Kong Inland Revenue (I valori riportati nel grafico sono espressi in miliardi di dollari).


Il gettito cresce grazie anche ai versamenti delle imprese
Peraltro, il primato del fisco di Hong Kong centrato nell’anno in corso sembra legato soprattutto all’incremento di gettito garantito dall’imposta sui redditi dei profitti delle aziende. A questo riguardo, infatti, la taglia della specifica imposta è cresciuta in maniera piuttosto significativa transitando da 6,2 miliardi di dollari agli attuali 7,5 miliardi, registrando quindi un inatteso incremento di circa 1,3 miliardi. Minore invece è stato l’impatto dell’imposta sui redditi dei contribuenti individuali che, nel corso dell’ultima stagione fiscale, è salita assicurando però un gettito inferiore alle casse dell’erario.

Anche il fisco telematico tra le novità
Naturalmente, le modifiche normative e le iniziative attuate sul versante fiscale nel corso della passata stagione saranno riproposte anche il prossimo anno. Infatti, all’interno del nuovo documento di bilancio, quello per il 2006, il fisco resta al centro dei capitoli riservati ai cambiamenti di maggior rilievo. Innanzitutto, i responsabili dell’economia di Hong Kong hanno confermato che non procederanno nemmeno l’anno prossimo al taglio delle imposte che gravano sui salari. Al contrario, dato che soltanto una minoranza dei circa 2 milioni di lavoratori dipendenti registrati  paga quanto dovuto, l’impegno degli esperti e degli amministratori avrà come obiettivo principale quello di ampliare la base imponibile generale e ordinaria, al fine di assicurare un’ equa distribuzione del peso del fisco. Sempre sul versante fiscale, il nuovo budget, in attesa di venir approvato definitivamente, prevede di spingere l’acceleratore sull’introduzione degli adempimenti fiscali, soprattutto l’invio della dichiarazione dei redditi, transitando dalla carta tradizionale all’uso di un sistema telematico che, seguendo quanto realizzato in Paesi come l’Italia, è visto come un passaggio decisivo per aumentare le performance del fisco locale e i servizi per i contribuenti.

Più complesso invece lo sforzo relativo all’estensione delle riserve che, considerate uno strumento fondamentale per garantire la stabilità del mercato interno e della piazza finanziaria, dovrebbero assorbire ulteriori risorse al fine di collocarsi ben oltre gli attuali 120 miliardi di dollari.
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