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Dal mondo

India: Banca Mondiale e Pwc
chiedono una Gst più semplice

A pochi mesi dall’applicazione della storica riforma, arrivano a Nuova Delhi le prime pagelle per la Goods and Services Tax

mappa India

È già tempo di esami per la Goods and Services Tax,  l’imposta sul valore aggiunto entrata in vigore in India nel luglio 2017 con l’obiettivo di semplificare il sistema fiscale del Paese e creare un unico mercato nazionale. La Gst ha sì rimpiazzato una miriade di tributi statali e locali, ma il nuovo sistema  è per alcuni osservatori non privo di limiti e difetti: troppe aliquote e una giungla di esenzioni  e di casi particolari.
Recentemente la Banca Mondiale e Pwc hanno diffuso pubblicamente le prime “radiografie” del nuovo sistema di tassazione del valore aggiunto In India. Ecco cosa è emerso. 

 

Banca mondiale e Pwc. Parola d’ordine: semplificare –   La Banca mondiale riconosce il valore storico dell’introduzione della Goods and Services Tax, ma considera la riforma come un primo passo di un percorso di cambiamento.  Il rapporto India Development Update della World Bank sottolinea, infatti,  alcuni aspetti critici: “A confronto con sistemi di tassazione del valore aggiunto simili -  si legge nel documento  - il sistema Gst indiano  è relativamente più complesso, le aliquote sono più numerose e arrivano a percentuali più elevate”.   La Gst è articolata in cinque aliquote : 0, 5, 12, 18 e 28%. La percentuale massima è fra le più alte al mondo; l’India, infatti, è preceduta in questa particolare classifica solo dal Bhutan (50%), da Gibuti (33%) e dal Myanmar (30%). A complicare il sistema Gst indiano ci sono poi tutta una serie di eccezioni e casi particolari: per limitarci per ora a un solo esempio, sono esentate dal pagamento della Gst le piccole imprese con un fatturato inferiore a due milioni di rupie, attualmente equivalenti a quasi 25mila euro.  Anche il network internazionale PricewaterhouseCoopers, nel documento Over 200 days of Gst: the road ahead, definisce l’introduzione della Gst in India come “la più grande e importante riforma economica dall’Indipendenza, ma chiede allo stesso tempo una rapida semplificazione del sistema. Punto primo: la riduzione degli adempimenti burocratici. Al momento, infatti, la legge sulla Gst dispone la compilazione di tre dichiarazioni mensili e di una dichiarazione annuale.  Punto secondo: la questione delle aliquote. Qui, secondo Pwc, il problema non è solo di un numero eccessivo di percentuali applicate (altri Paesi, come per esempio il Lussemburgo, presentano un ampio numero di tax rate).  A rendere il sistema più complesso è anche il modo in cui queste sono determinate. In India, nel fissare le aliquote non si tiene conto esclusivamente del tipo di bene o di servizio venduto, ma anche del valore scambiato e della qualità del “prodotto”.  Ciò significa che la Gst per un albergo di lusso, con prezzi superiori alle 7.800 rupie per stanza, è fissata al 28%, mentre - spiega Pwc  -  l’imposta sul valore aggiunto di un hotel ordinario è fissata al 18% o anche a un’aliquota inferiore. È bene chiarire che non si tratta dell’eccezione di un’aliquota più alta applicata su particolari beni di lusso, ma di un sistema generalizzato. Per fare un altro esempio, su alcuni tipi di calzature di applica un’aliquota del 5%, mentre su altri un tax rate del 18%.

 

Alle radici della complessità del sistema Gst – Ma per quale ragione il sistema Gst indiano è così articolato? Perché è il risultato di un dibattito politico che ha attraversato l’intera società ed economia  indiana, durato circa un decennio.  Questa riforma fiscale, che ha introdotto un’unica imposta nazionale sui beni e servizi, è arrivata all’applicazione dopo una lunga serie di step. Il primo passo concreto, nel 2016, è stato il via libera a un emendamento alla Costituzione passato per l’accordo fra le principali forze politiche del Paese, con la conseguente approvazione da parte dei rami del Parlamento; il provvedimento è stato successivamente sottoposto all’esame delle assemblee degli Stati indiani. Nel 2010, le prime bozze di riforma fiscale prevedevano un sistema a una sola aliquota ma Il  Gst council ha infine tracciato un sistema che ne fissa cinque.

La rilettura di articoli e commenti di questi anni consente di capire le origini di questa complessità. Il sistema di Gst indiano è così “intricato” perché è il risultato di un compromesso fra le varie componenti sociali e fra le articolazioni statali dell’India. Di più, è il tentativo di imporre un criterio di accentuata progressività fiscale a un’imposta indiretta, comprensibile in una società attraversata da una forte disuguaglianza socioeconomica come quella indiana.  “In effetti - commenta Pwc - in molti casi il Governo indiano ha deciso di riscuotere la Gst sulla base dello status dell’acquirente più che sulla base del tipo di prodotto. Questa scelta ha portato a una grande complessità”.

 

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