La grande crescita dell’Ires negli ultimi anni preoccupa le finanze dell’Irlanda. Il paradosso, se così vogliamo chiamarlo, è il principale dato sottolineato dal ministro delle Finanze della Repubblica irlandese, Paschal Donohoe, nella presentazione del rapporto “De-risking the public finances – assessing corporation tax receipts” pubblicato a settembre. Il timore del governo, infatti, è che l’innata instabilità di questa fonte di gettito possa mettere a rischio il bilancio pubblico. Vediamo perché.
I dati sull’Ires irlandese
In base ai dati raccolti nel rapporto, le entrate ascrivibili all'imposta sulle società sono più che raddoppiate in 5 anni. L'anno scorso la quota di versamenti dell’Ires ha raggiunto oltre il 22% del totale, la quota più alta mai raggiunta in Irlanda (10 punti percentuali in più rispetto a quanto rilevato dieci anni fa). Nel 2022 quasi 1 euro ogni 4 euro riscossi deriverà quasi sicuramente dall'imposta sul reddito delle società. L’anno scorso, inoltre, il 53% dei versamenti Ires è stato ad opera delle società presenti nella Top 10 dei contribuenti persone giuridiche. In valori assoluti, nel 2021 la riscossione dell’Ires ha portato 15,3 miliardi di euro nelle casse dell’isola (un aumento di 3,5 miliardi rispetto agli 11,8 miliardi riscossi nel corso dell’anno precedente).
Cos’è cambiato dal 2000 a oggi
L’analisi relativa agli ultimi 22 anni mostra un forte aumento delle entrate Ires, un trend che però appare decisamente ondivago. Il problema attuale è l’impossibilità di far affidamento su questa fonte di gettito a lungo termine, sia per via delle incognite derivanti dall’andamento dell’economia, sia per via dei cambiamenti che potrebbero essere determinati dall’entrata in vigore della global minimum tax (vedi articolo Irlanda 2022, più regole per i Big ma anche più Green e più Sociale). Sono infatti 12,3 i miliardi di euro riscossi nel 2021 in base alle attività delle multinazionali di proprietà straniera nell’isola (l’80% del totale).
Tornando all’analisi sulle serie storiche, dopo aver raggiunto il picco di 6,7 miliardi di euro nel 2006, le entrate sono diminuite durante la crisi finanziaria (2008-2012). Anche se l'economia si è ripresa, le entrate derivanti dall’imposta sulle società sono rimaste relativamente basse, con una media di 4 miliardi di euro all'anno, ovvero poco più dell'11% delle entrate totali. A partire dalla metà degli anni 10 del XXI secolo, a causa di vari fattori si è verificata una rapida espansione del prelievo fiscale delle società, in particolare in relazione al gettito proveniente dalle aziende operanti nei settori della tecnologia dell'informazione e della comunicazione, della produzione farmaceutica e della finanza. Questo trend, che ha portato come detto alla riscossione di 15,3 miliardi di euro nel corso del 2021, rappresenta un portentoso balzo rispetto al 2015 (+123%, per un importo pari a 8,5 miliardi di euro in valori assoluti).
I timori sulla sostenibilità del modello irlandese
Il volume appena pubblicato si sofferma sulle possibili conseguenze di un tax mix così dipendente dal gettito Ires. In particolare, nel 2021 il gettito dell'imposta sulle società ha rappresentato oltre il 22% del gettito fiscale complessivo. Le prime previsioni del governo sul 2022 parlano di incassi complessivi per circa 20 miliardi di euro. Se confermata, la crescita rispetto al 2015 sarebbe del +191%. In concreto, sarebbe un aumento di 13 miliardi di euro (191 per cento) rispetto ai dati del 2015. E quasi 1 euro ogni 4 euro di imposta riscossa deriverebbe direttamente dalle imposte societarie.
Secondo i tecnici del ministero delle Finanze, infatti, il ricorso a fonti di reddito potenzialmente volatili come il gettito Ires non è sostenibile per le finanze pubbliche nel lungo periodo. A preoccupare i funzionari ministeriali è soprattutto la forte incertezza su quale fetta di entrate tributarie derivanti dall’imposta sulle società possa essere considerata permanente e quale porzione vada considerata una variabile potenzialmente a rischio.
Irlanda, raddoppio dell’Ires in 5 anni.
L’imposta vale il 22% dei versamenti
Il ministero delle Finanze pubblica una nuova analisi sulla Corporation Tax
