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Dal mondo

In Lettonia novità d’inizio anno
per i contribuenti e le imprese

Nel Paese baltico detrazioni e deduzioni più ampie per i redditi da lavoro. Cambia la tassazione per aziende e capital gain

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“In che modo la riforma fiscale mi riguarda”? Con questa domanda come filo conduttore, lo State Revenue Service (SRS) lettone dedica un’ampia sezione del proprio sito alle novità fiscali introdotte dal primo gennaio scorso, suddividendole per tipologia di contribuente. Un paniere di nuove regole, che impatta su singoli cittadini, imprese, lavoratori autonomi e redditi da capitale e che è frutto di un lungo confronto, iniziato la scorsa primavera, tra Ministero delle Finanze, parti sociali e categorie di settore interessate.

Detrazioni e deduzioni: istruzioni per l’uso
Novità positive prima di tutto per i singoli contribuenti: viene introdotta un’aliquota fiscale progressiva sui redditi annuali personali. In particolare, quelli fino a 20.004 euro sono soggetti a una tassazione del 20%, da 20.005 a 55mila euro la pressione diventa del 23%, e per i redditi che superano i 55mila euro l’aliquota è del 31.4%. I nuovi scaglioni, in realtà, sono applicati anche a lavoratori autonomi, inclusi proprietari di aziende agricole e commercianti.
Un occhio di riguardo per i lavoratori dipendenti. Per loro la detrazione d’imposta aumenterà progressivamente fino al 2020: sarà di 200 euro mensili per quest’anno, di 230 euro nel 2019 e nel 2020 di 250 euro. Dal primo luglio 2018, inoltre, ogni contribuente avrà la possibilità di ottenere un credito d’imposta aggiuntivo nel caso in cui abbia un coniuge a carico che si prenda cura di uno o più figli (la misura del credito dipenderà da diversi fattori, tra cui l’età della prole).
È confermata la deducibilità delle spese sanitarie, di quelle sostenute per attività di istruzione e formazione, fondi pensione, donazioni ai partiti politici, eccetera. A cambiare è l’ammontare della deduzione. Le modifiche entreranno in vigore nel 2019, quando sarà possibile richiedere un rimborso per un importo non superiore ai 600 euro per ciascun contribuente per le spese sostenute nel 2018, che non eccedano, però, il 50% del reddito soggetto a tassazione, mentre eventuali eccedenze potranno essere riportate all’anno successivo.
La quota dei contributi sociali obbligatori viene incrementata dell’1 % (suddivisa equamente tra lavoratore e datore di lavoro). Le nuove entrate saranno utilizzate per finanziare le spese statali sanitarie. La quota dei contribuiti assicurativi aumenta al 35,09%, di cui il 24,09% a carico del datore di lavoro e l’11% del dipendente.

Per le imprese una nuova aliquota
Le novità riguardano anche le imprese. Dal primo gennaio la nuova imposta sui redditi societari è del 20% e viene applicata solo ai profitti che sono distribuiti o pagati sotto forma di dividendi o usati per scopi non direttamente correlati agli investimenti aziendali. I profitti che vengono reinvestiti, invece, non sono più soggetti a imposizione. Cambia anche la procedura per la dichiarazione e il pagamento dell’imposta. Dal 2018 l’obbligo dichiarativo passa dal momento i cui i profitti sono generati a quello in cui vengono distribuiti. Nuova veste anche per lo scadenzario fiscale: nel periodo da gennaio a giugno 2018 i contribuenti dovranno inviare una sola dichiarazione e l’imposta dovrà esser versata entro il 20 luglio. Mentre per gli altri mesi del 2018 la dichiarazione andrà inviata mensilmente e pagata entro il 20 del mese successivo all’invio.
Nell’occhio della riforma anche i redditi da capitale, che con il nuovo anno vengono tassati al 20%. Se la transazione che ha generato reddito è iniziata nel 2017 e non si è ancora conclusa, continua a essere applicata l’aliquota del 15% sul capital gain residuo. Per quanto riguarda le modalità di adempimento, come prima, l’imposta dovuta viene pagata entro quindici giorni dalla data di invio della relativa dichiarazione.
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