Articolo pubblicato su FiscoOggi (https://fiscooggi.it/)

Dal mondo

L’impatto degli incentivi fiscali
per raggiungere gli obiettivi Ue

Eurodeputati ed esperti a confronto sul tema nell’ambito di una audizione pubblica della Sottocommissione per le questioni fiscali del Parlamento europeo

immagine generica illustrativa

Qual è il ruolo degli incentivi fiscali stabiliti per le imprese dalle politiche nazionali nell’ambito dell’impegno dell’Ue volto a raggiungere gli obiettivi europei? È possibile misurare l’impatto di questi incentivi, potenziale ed effettivo, nella promozione di un’Europa sempre più verde e nel sostegno agli obiettivi economici? Infine: come contrastare l’abuso di incentivi fiscali ed evitare che abbiano riflessi negativi sulle entrate complessive?
Queste sono alcune delle domande al centro di un’audizione pubblica organizzata nel giugno scorso dalla Sottocommissione per le questioni fiscali del Parlamento europeo, che ha visto gli eurodeputati confrontarsi con esperti della materia, studiosi ed economisti di livello internazionale. Ad analizzare il tema sono stati Markus Meinzer, Director of Policy presso il Tax Justice Network, Ana Cinta González Cabral, economista presso il Center for Tax Policy and Administration dell’Ocse, e Björn Kauder, Senior Economist for Financial Policy and Tax Politics presso l’Istituto tedesco di Economia con sede a Colonia.

Il ruolo degli incentivi fiscali e la Global minimum tax
La realtà che fa da sfondo al dibattito è complessa e sfaccettata. Gli incentivi fiscali per le imprese, infatti, si presentano in varie forme, ma fin dalla fase di progettazione il loro scopo è quello di sostenere obiettivi economici di ampia portata, come la crescita economica, l’aumento dell’occupazione, la necessità di attrarre investimenti esteri diretti. Oppure, ancora, hanno l’ambizione di promuovere politiche specifiche, come la transizione energetica. Tuttavia, nel corso del tempo queste misure fiscali hanno mostrato dei limiti e sono state criticate, in particolare negli ultimi anni, a causa di un utilizzo eccessivo - sfociato in alcuni casi in abuso – che puntava a ridurre in modo significativo i pagamenti dell'imposta sulle società a carico delle imprese, causando in tal modo un gap nel gettito fiscale complessivo.
A fronte di questa situazione, i governi hanno promosso diverse misure per contrastare l’abuso di incentivi fiscali, come il patent box o l’introduzione della Global Minimum Tax, ossia l’aliquota fiscale minima pari al 15% per i gruppi di imprese multinazionali con n fatturato globale superiore a 750 milioni di euro, nel quadro del Secondo pilastro della riforma delle regole internazionali di tassazione proposta dall'Ocse.
Proprio la Global Minimum Tax è stata al centro dell’intervento di Ana Cinta Gonzalez Cabral, economista in forza all’Ocse, che ha illustrato i potenziali scenari di impatto della misura nei vari Paesi. Considerata uno strumento in grado di dare una forte spinta alla cooperazione fiscale internazionale, questa imposta - riducendo i differenziali di aliquota fiscale - contribuirà a ridurre gli spazi di manovra a disposizione delle multinazionali per spostare i profitti verso giurisdizioni con una tassazione ridotta, ponendo al contempo limiti alla concorrenza fiscale, con effetti anche sulla riduzione dell'elusione. La nuova imposta, afferma l’esperta, ridurrà le distorsioni nel sistema fiscale internazionale. In questo quadro, la discussione sul ruolo degli incentivi fiscali messi in campo dai governi a favore delle imprese diventa più articolata e chiama a riflettere su molteplici aspetti. Innanzitutto resterebbero in vigore gli incentivi a favore delle imprese fuori dal perimetro della Global Minimum Tax, mentre per le multinazionali interessate dalla nuova imposta verrebbero mantenuti quelli che modificano i tempi di pagamento delle tasse. La Global Minimum Tax mira in particolare agli utili in eccesso delle imprese multinazionali: questa caratteristica aiuterà i governi a progettare politiche fiscali ed economiche trovando un nuovo equilibrio tra la promozione degli investimenti e la tutela delle finanze pubbliche. L’invito rivolto ai governi è quello di esaminare e valutare attentamente l’impatto degli incentivi già in atto insieme al potenziale della Global Minimum Tax per ridisegnare politiche efficaci per raggiungere gli obiettivi europei. 

Le sfide all’orizzonte
L’Unione europea si trova ad affrontare sfide globali, come la transizione energetica e la crisi climatica, alle quali va data una risposta in linea con i principi comunitari. I due obiettivi, sostiene nel suo intervento Markus Meinzer, Director of Policy presso il Tax Justice Network, non possono essere slegati dalla lotta alle disuguaglianze, a tutti i livelli: all’interno e tra gli Stati Membri, ma anche rispetto ai Paesi del Sud del mondo. Oggi ogni incentivo fiscale va progettato tenendo a mente questi punti fermi. La risposta dell’Ue – afferma Meinzer - dovrebbe essere innanzitutto quella di analizzare gli incentivi già in essere, valutare la loro efficacia e l’impatto sulla concorrenza fiscale all’interno della stessa Unione. Riguardo ad eventuali nuove misure da mettere in campo, l’Ue dovrebbe scegliere un approccio che consenta di combinare sgravi per investimenti “green” con la lotta alle disuguaglianze, sostenendo con forza, nel frattempo, l’adozione di una convenzione fiscale per la cooperazione internazionale a livello delle Nazioni Unite.
Infine, una riflessione sul ruolo degli incentivi alle imprese per le attività di ricerca e sviluppo è stata offerta dall’economista tedesco Bjorn Kauder. Secondo i dati Ocse, nel 2020 i Paesi Ue hanno destinato a questo scopo circa lo 0,1% del Pil: senza gli incentivi dei governi, sostiene Kauder, il livello delle attività di R&S sarebbe troppo basso dal punto di vista dell'economia nel suo complesso. In questo contesto, le super-detrazioni possono fungere da strumento politico significativo per promuovere la transizione digitale e verde negli Stati membri dell'Unione europea? In generale, rappresentano una misura efficace per stimolare gli investimenti, aggiornare gli stock di capitale e quindi aumentare i tassi di crescita del Pil. Ci sono, però, diversi aspetti da valutare: in primo luogo, l’impatto sulle entrate e sulle finanze pubbliche; poi, quali tipi di imprese possono effettivamente beneficiare dell’incentivo. Infine, va considerata l’eventualità che un incentivo limitato a un determinato tipo di investimento – come intende fare il governo tedesco, vincolando gli aiuti per progetti di digitalizzazione e protezione del clima – possa generare controversie sull’ammissibilità alla detrazione, con notevoli oneri burocratici anche per le imprese e un sovraccarico per la legislazione fiscale.

URL: https://www.fiscooggi.it/rubrica/dal-mondo/articolo/limpatto-degli-incentivi-fiscali-raggiungere-obiettivi-ue