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ll J5 compie due anni. Nel mirino
criptovalute sospette e frodi

Il resoconto dell'IRS sui due anni dall'istituzione del gruppo di lavoro internazionale per il contrasto ai reati fiscali mostra risultati positivi e lascia intravedere ambiziose prospettive per il futuro

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Affermato e con grandi aspettative. Certo, non si può ancora dire che abbia raggiunto la maturità, ma oltre ai risultati incoraggianti raggiunti in poco tempo ha già tracciato la rotta per il futuro. È ciò che emerge dal contenuto del report del 13 luglio nel quale l'Irs (Internal revenue service, le Entrate Usa) riassume l'esperienza dei primi due anni del network internazionale J5 Joint Chiefs of Global Tax Enforcement) al quale partecipano le amministrazioni fiscali di Australia, Canada, Regno Unito, Paesi Bassi e Stati Uniti. Nato su raccomandazione dell'Ocse (divisione Taskforce on Tax Crime) con l'intento di individuare i promotori dei reati fiscali, approfondire gli aspetti legati alle criptovalute e rendere più efficiente lo scambio di informazioni, ben presto l'unità speciale si è confrontata con la risoluzione di casi operativi concreti. Tra i risultati recenti la conclusione di un'attività investigativa che ha permesso di svelare uno schema fraudolento con l'utilizzo di criptovalute.

L'esperienza dei primi due anni
L'aspetto che forse meglio esprime l'importanza del lavoro svolto dal gruppo del J5 in questi due anni, emerge dal report, è rappresentato dalla capacità di scambiare dati ed informazioni. Nel corso dell’ultimo anno il gruppo è stato in grado di scambiare più dati di quelli che gli stessi Paesi si erano reciprocamente trasmessi negli ultimi 10 anni. La collaborazione e il confronto hanno consentito di mettere a servizio degli altri membri i punti di forza e le competenze di ognuno valorizzando il lavoro del gruppo e determinandone il successo. Questo approccio ha permesso agli esperti dei Paesi del J5 di rendersi conto che gli evasori utilizzano metodi sempre più complessi per nascondersi, come strumenti o strutture di pianificazione multiple localizzate in Paesi diversi, beneficiando di quei territori che offrono segretezza e accordi vantaggiosi. Le informazioni raccolte hanno consentito al network di sviluppare la capacità di adattarsi ai metodi criminali più recenti e di privilegiare le attività del gruppo rispetto a quelle individuali al fine di contrastare uno scenario dinamico in continua evoluzione.
I primi risultati della collaborazione si sono concretizzati all'inizio del 2020 con un'azione coordinata svolta in un'unica giornata che ha visto coinvolti tutti i Paesi. Le evidenze raccolte con le attività investigative svolte a livello locale sono state condivise e hanno permesso di condurre l'azione congiunta rivolta nei confronti di un'istituzione finanziaria localizzata in Centro America, che offriva prodotti e servizi funzionali a riciclaggio ed evasione fiscale attraverso l'utilizzo di strutture offshore. Da non dimenticare, infine, i due eventi conosciuti come "Challenges" organizzati a Ultrecht (Paesi Bassi) nel 2018 e a Los Angeles (Stati Uniti) l'anno successivo, che hanno contribuito a rafforzare la collaborazione, coinvolgendo diverse professionalità (tra cui data scientist, esperti di tecnologia, esperti in criptovalute, investigatori) che hanno ideato, sviluppato e testato strumenti, piattaforme di scambio, tecniche e metodologie utili ad individuare gli intermediari che facilitano frodi fiscali attraverso strutture offshore e i soggetti che si rendono responsabili di reati di natura fiscale.

La piattaforma FCInet
Uno degli obiettivi primari del network internazionale era quello di realizzare uno strumento che permettesse di condividere le informazioni in maniera più organizzata. Gli sforzi dei singoli Paesi si sono concretizzati in un'applicazione chiamata FCInet, che consente a ciascuna agenzia di comparare, analizzare e scambiare dati in maniera anonima. Si tratta di una banca dati decentralizzata che permette alle agenzie delle diverse giurisdizioni di lavorare assieme rispettando l'autonomia locale. Infatti, FCInet non raccoglie le informazioni ma le connette, aiutando l'utilizzatore a ottenere quelle corrette in tempo reale.

Un caso concreto: l'operazione BitClub Network dell’Irs
A pochi giorni dal bilancio dei primi due anni, la stessa Irs (che partecipa al network con la divisione Criminal Investigation) ha annunciato (9 luglio) che con il supporto del J5 è stato possibile individuare un'organizzazione criminale che attraverso uno schema fraudolento (BitClub Network) ha raccolto investimenti in cambio di quote nell'attività di mining delle criptovalute (cryptocurrency mining pools). Durante la sua operatività, da aprile 2014 a dicembre 2019, questo sistema è stato in grado di raccogliere dagli investitori un valore di 722 milioni di dollari in criptovalute. Uno dei promotori è stato arrestato in Germania e ha confessato la propria colpevolezza nel sistema criminale. Il caso BitClub è nato su iniziativa olandese durante il Challenge di Los Angeles, dedicato alle criptovalute.
 

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