
Anche nel 2004 il Lussemburgo si conferma un centro finanziario internazionale d’eccellenza, nonostante molti analisti economici avessero previsto, soprattutto in considerazione del rallentamento dell’economia globale, un raffreddamento piuttosto considerevole del mercato finanziario lussemburghese. Al contrario, almeno secondo i numeri diffusi recentemente dall’ufficio studi della società Fitzrovia International, uno dei principali centri d’analisi e di raccolta dati relativi ai flussi e all’andamento dei fondi d’investimento mondiali, il Granducato è riuscito ad attrarre nel corso dell’anno passato ben 1500 miliardi di dollari che, in stragrande maggioranza, risultano proprio immobilizzati all’interno dei confini normativi costituiti da una vasta e multiforme gamma di fondi d’investimento, dai più tradizionali a quelli cosiddetti “alternativi”, che sono registrati e gestiti da centinaia di operatori presenti sulla piazza finanziaria lussemburghese. In pratica, rispetto al 2003, quando il valore complessivo delle risorse riversatesi sui fondi d’investimento si era arrestato a 1200 miliardi di dollari, il 2004 ha fatto registrare un aumento di circa il 25 per cento, ovvero, di oltre 300 miliardi di dollari.
Dal dollaro all’euro il primato del Granducato resiste
Naturalmente, transitando dal profilo espresso in dollari, che ha subìto una progressiva svalutazione nel corso delle ultime stagioni, a quello in euro, la crescita risulta più modesta, pari al 16 per cento, ma affatto priva di rilievo. Infatti, anche utilizzando il filtro contabile costituito dalla moneta unica europea, l’incremento che si registra dal 2003 al 2004 appare egualmente inatteso e significativo dato che, in termini monetari, si è passati da circa 950 miliardi di euro ad oltre 1100 miliardi, una somma enorme e quasi sovrapponibile alle dimensioni del Pil italiano oltre che superiore a quello di Paesi vicini al Granducato come, per esempio, Belgio e Olanda. Per quanto riguarda invece il rapporto con i flussi monetari di euro, che ogni anno scivolano fuori dalle tasche dei cittadini europei e si addensano sui diversi strumenti d’investimento disponibili sul mercato globale, le risorse cash dei privati che vengono attratte in questa forma dalla piazza lussemburghese costituiscono oramai circa il 20 per cento del volume monetario complessivo. Dunque, mediamente 1 euro su 5, tra quelli che gli investitori del Vecchio Continente decidono di immobilizzare su qualche fondo specifico d’investimento, finisce per arrestare la sua corsa sulla piazza finanziaria localizzata entro l’area normativa lussemburghese.

* Valore, espresso in miliardi di dollari, dei fondi d’investimento registrati all’interno della giurisdizione del Granducato nel biennio passato.
In pole position i promotori Usa ma l’Europa non scherza
Naturalmente, oltre all’afflusso di maggiori risorse finanziarie sulle isole normative costituite dalle diverse tipologie dei fondi d’investimento, anche il numero degli strumenti disponibili per i singoli investitori risulta aumentato. Infatti, mentre nel 2003 il numero dei fondi registrati e gestiti in territorio lussemburghese era fermo a 7.444, nel 2004 è salito a 7.777. Peraltro, la quota maggiore degli strumenti d’investimento è riconducibile a promotori statunitensi, che ne hanno pilotati sulla piazza del Granducato per un valore superiore a 370 miliardi di dollari, seguiti dai colleghi svizzeri, fermi a 309 miliardi e da quelli tedeschi che, con 260 miliardi, occupano il posto d’onore e chiudono la composizione del podio relativo ai colori dei maggiori promotori dei fondi. Per quanto riguarda invece i gestori dei fondi, JP Morgan ne amministra per un valore di circa 164 miliardi di dollari mentre spetta all’UBS la seconda posizione con una quota vicina a 140 miliardi di dollari.

*L’andamento dei fondi d’investimento, espresso in termini puramente numerici, nel periodo 2003-2004.
Boom anche dei fondi alternativi
Interessante anche l’analisi delle performance realizzate dalle diverse tipologie di fondi d’investimento disponibili attualmente sul mercato. La crescita maggiore infatti, spetta agli Hedge Funds che, all’interno della finestra temporale costituita dal biennio 2003-2004, sono aumentati in termini di valore del 50 per cento, attraendo in pratica una maggiore somma di disponibilità liquide contabilizzabili in circa 18 miliardi di dollari rispetto a quanto registrato l’anno precedente. In generale, sono stati proprio i fondi cosiddetti “alternativi” ad aver messo a segno i risultati finanziari migliori, almeno sul versante dell’estensione delle risorse affluite e gestite al loro interno.

* I valori riportati in tabella sono espressi in percentuale e rappresentano la crescita registrata all’interno della finestra temporale costituita dal biennio passato, 2003-2004, da alcune tra le principali tipologie di fondi d’investimento.