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Dal mondo

Messico: bollicine e zucchero
fanno bene alle casse dell’Erario

A un anno di distanza dall’introduzione dell’imposta sulle bevande un primo bilancio sulla valenza dell’iniziativa

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Il Messico condivide con gli Stati Uniti la maggiore percentuale al mondo, oltre il 30%, di persone obese e in sovrappeso rispetto al totale della popolazione. Il numero di casi aumenta ogni anno, e con essi i rischi collaterali: il diabete è la terza causa di morte nel Paese. Il governo, visto l’aumento delle spese sanitarie legate ai disturbi alimentari, ha perciò lanciato un piano di emergenza che comprende l’aspetto educativo, la pubblicità e anche una tassazione apposita dell'8% applicata al cibo ad alto contenuto calorico e di un peso (poco più di 5 centesimi di euro) per litro sulle bevande aromatizzate.
 

Un primato dal consumo delle bibite
Il Messico è uno dei più grandi consumatori di bibite al mondo: 163 litri per persona all'anno, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). L'obiettivo della cosiddetta tassa speciale sulla produzione e servizi (IEPS) è che il consumatore, aumentando il prezzo del prodotto, ne acquisti meno. I dati dimostrano però che ciò non è accaduto nella misura sperata: da gennaio a giugno di quest’anno gli introiti della IEPS derivanti da cibi non di base con alta densità calorica e da bevande aromatizzate con zuccheri aggiunti sono stati maggiori di quanto previsto da parte del governo federale e, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, si sono avuti incrementi di oltre il 30%.
 
Perché il consumo non diminuisce?
José Luis de la Cruz, direttore dell'Istituto per lo Sviluppo industriale e la crescita economica, ha dichiarato che questi prodotti rappresentano una fetta rilevante dei consumi in Messico, fanno parte della dieta soprattutto per la popolazione più povera. Si tratta di una domanda anelastica per cui, nonostante aumenti di prezzo di circa il 15%, il consumo non si abbassa significativamente. Mangiare sano è costoso e le bibite zuccherate, nonostante la nuova tassazione, restano ancora tra gli alimenti più accessibili e diffusi per colmare un vuoto nutrizionale, e gli stessi sussidi ed aiuti economici erogati a favore delle persone più disagiate, in particolare delle aree rurali, spesso vengono spesi in cibo spazzatura e bibite ipercaloriche. Ciò è dovuto anche al fatto che, nonostante l'inflazione sia ai minimi storici in Messico - sotto il 3% - il prezzo di alcuni alimenti ha registrato forti incrementi negli ultimi mesi. Il prezzo della carne di manzo è aumentato del 23%, per pollo e uova gli aumenti sono stati del 6% e dell’ 8,8%. Gli scarsi risultati sul versante della riduzione dell’apporto calorico quotidiano sono rappresentati da un calo calcolato per il 2014 in sole 6,2 calorie sulle 3024 che i messicani assumono ogni giorno.
 
Sulla misura c’è chi dice no
L'Associazione Nazionale dei produttori di bevande analcoliche e gassate, che si è opposta alla tassazione ritenendola poco utile ai fini della salute pubblica, ha dal canto suo annunciato di aver rilevato un calo annuale delle vendite del 2,5%, e ha dichiarato che l'impatto della tassa ha causato una perdita di 1.700 posti di lavoro.
Sul tema delle strategie migliori per diminuire l'obesità infantile, sia dal punto di vista della diminuzione dell'indice di massa corporea sia dei risparmi per le casse pubbliche, è stato effettuato di recente  uno studio coordinato dall'università di Harvard pubblicato dall'American Journal of Preventive Medicine che ha confrontato quattro diversi tipi di intervento. I ricercatori hanno messo a confronto una tassa sulle bevande zuccherate, nessuna agevolazione fiscale per la pubblicità sul cibo spazzatura, l'aumento dell'attività fisica nelle scuole e l'insegnamento degli stili di vita corretti già in età prescolare, valutandone il potenziale impatto sulla popolazione degli Stati Uniti.
 
I vantaggi sotto il profilo della spesa sanitaria
Il miglior risultato atteso deriverebbe dal primo tipo di intervento, in quanto una tassa di un centesimo sulle bibite porterebbe risparmi legati alle spese sanitarie di 23 miliardi di dollari sul lungo termine, oltre a generare entrate per 12,5 miliardi di dollari l'anno.
Un provvedimento del genere “taxe soda” adottato da gennaio 2012 in Francia è stato richiesto in Gran Bretagna anche dalla British Medical Association che ha dichiarato che  occorre aumentare del 20 per cento le tasse sulle bevande che contengono zuccheri se si vuole affrontare con serietà il problema dell'obesità infantile in Gran Bretagna.
Nelle Barbados infine, è entrata in vigore dal primo agosto di quest’anno una tassa del 10% su tutte le bibite gassate analcoliche, sulle bevande sportive, sui succhi di frutta zuccherati e sulle bibite alla frutta. Non saranno invece soggette alla nuova imposta le bevande composte al 100% da succo di frutta naturale e l'acqua di cocco.
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