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Dal mondo

Nel futuro europeo si fa strada
la tassa green sui biglietti aerei

Prima i Paesi Bassi, poi la Francia hanno presentato proposte di legge nazionali che introducono un’aviation tax sui voli in partenza dal proprio territorio

immagine di un aereo

La questione climatica è ormai entrata a pieno titolo tra le priorità dell’agenda europea. Basta pensare che l’impegno ambientale costituisce uno dei quattro pilastri su cui si fonda il programma del semestre di Presidenza della Finlandia attualmente in corso. Ancor di più significativamente, la presidente neoeletta della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha individuato per il futuro dell'Ue un “Green Deal europeo” e l’obiettivo prioritario per l’Europa di diventare nel prossimo futuro il primo continente a impatto climatico zero.
In questo panorama, nella lotta per la riduzione delle emissioni di Co2 clima e fiscalità non sono tematiche così lontane. Accanto a carbon tax e accise sui carburanti, infatti, la tassazione legata all’ambiente, che rappresenta il 6,1% delle intere entrate europee (l’ultimo dato disponibile è del 2017), comprende anche lo studio di forme impositive che sappiano incentivare i cittadini ad assumere stili di vita più ecocompatibili. Tra queste si sta facendo sempre più spazio la proposta di una aviation tax europea, ovvero una forma di tassazione che vada a rendere più costosa l’opzione di un biglietto aereo nelle scelte di mobilità da parte dei cittadini europei e che reinvesta il gettito ottenuto nello sviluppo delle forme di mobilità più ecologiche. L’ipotesi è stata portata nel dibattito europeo dai Paesi Bassi già nella seduta dell’Ecofin del 12 febbraio scorso, ma sono notizie di queste settimane le proposte a livello nazionale di nuove discipline impositive che, analogamente a quanto sta accadendo per la web tax, sostengano e rilancino la discussione nelle sedi legislative dell’Unione europea.

Il ritorno dell’aviation tax
Come sta accadendo per la digital taxation, anche per l’introduzione di una nuova tassa sui biglietti aerei  il dibattito europeo è agli albori, mentre singoli Stati membri si sono già mossi sia con la revisione di normative già in vigore, come si sta discutendo in Germania, sia per la loro introduzione dove non presenti attualmente. Nei Paesi Bassi, lo scorso 14 maggio il Governo ha presentato un disegno di legge al Parlamento per l’introduzione dell’aviation tax:  la proposta di legge prevede una tassa di 7 euro a carico dei passeggeri di voli aerei in partenza dai Paesi Bassi e una flight tax per i voli cargo che varia da 1,925 a 3,85 euro per tonnellata trasportata a seconda della rumorosità del velivolo. Una volta approvata, la misura entrerà in vigore entro il 2021, qualora non venga adottato un analogo sistema di tassazione a livello europeo.
In Francia, all’inizio di luglio il ministro dell’Ambiente Élisabeth Borne ha annunciato un disegno di legge per l’applicazione, a partire già dal 2020, di un “eco-contributo” sul trasporto aereo per finanziare opere di rinnovamento della rete dei trasporti francese. Il funzionamento è analogo a quello previsto dalla proposta olandese sui voli passeggeri, con una tassa che sarà dovuta su qualsiasi biglietto per voli in partenza dalla Francia su tratte nazionali e internazionali e che si sommerà all’attuale tassazione prevista per i voli commerciali. L’eco-tax francese, per come è stata presentata al momento, potrà variare in base alla lunghezza della tratta e alla tipologia di classe. Si va da un minimo di 1,50 euro a biglietto per voli nazionali o verso altri Paesi Ue in classe economica, che diventano 9 euro in business class, mentre per i voli internazionali la tariffa sarà di 3 euro per l’economy e di 18 euro a tratta per i voli in business class. Elemento dirimente per far scattare l’imposizione sarà la partenza da aeroporti situati in territorio francese, quindi saranno soggette all’imposta le compagnie aeree di qualsiasi bandiera operative sul suolo francese e per tutte le tratte offerte, fatta eccezione per i soli voli considerati come servizio essenziale per la continuità territoriale del Paese, vale a dire quelli da e per la Corsica e i territori d’oltremare. Il Governo francese stima un gettito di almeno 180 milioni di euro all’anno, che verranno automaticamente girati all’Agence de financement des infrastructures de trasport de France, l’organo amministrativo preposto agli investimenti infrastrutturali nel Paese, che lo impiegherà in opere di miglioramento del trasporto pendolare, specie  ferroviario.

La proposta europea
Intanto, gli stessi Paesi Bassi, appoggiati da Belgio e Francia, stanno muovendo i primi passi per ampliare la discussione a livello europeo. Il 20 e 21 giugno scorsi a L’Aia il Governo olandese ha organizzato sul tema un apposito convegno, la Conference on carbon pricing and aviation taxes, a cui hanno preso parte rappresentanti di 29 Stati membri. In questa cornice, i padroni di casa hanno presentato nel dettaglio le proprie proposte per spingere i viaggiatori europei a scegliere mezzi di trasporto più verdi per la propria mobilità, in vista dell’inizio della nuova legislatura europea. La ricetta olandese prevede diverse formule da portare al tavolo europeo, dalla previsione di una forma unica per tutta l’Ue di tassazione sui biglietti aerei per voli passeggeri all’ipotesi di estensione e armonizzazione dell’Iva sui servizi di trasporto aereo per tratte nazionali e internazionali e, infine, l’applicazione di accise specifiche sul carburante per la mobilità aerea.

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