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Dal mondo

A New York fumare diventa un lusso

In arrivo una stangata senza precedenti del fisco locale sulla vendita di tabacco nella Grande Mela

In pratica, l’imposta raddoppia mentre il gettito complessivo nel 2008 dovrebbe raggiungere il miliardo di euro, anche questo un incasso da primato. Stimato in 140mila il numero di newyorchesi che smetteranno di fumare per effetto dell’impennarsi dell’imposta. È in arrivo una vera e propria stangata fiscale sui cittadini di New York che sono soliti trascorrere, e sono quasi 1 milione, periodi e intervalli più o meno lunghi impegnandosi con assiduità oramai quasi secolare nel consumo annuo di oltre 1 miliardo di sigarette. Uno lievitare lento ma progressivo di fumo che la contabilità pubblica non sembra però più in grado di sostenere. Infatti, ogni anno le spese mediche legate al dilagare della sigaretta s’impennano, tanto che il bilancio della sanità pubblica, forse per un effetto indiretto dovuto alla contiguità del tema trattato, tende a surriscaldarsi.

Più Fisco = meno fumo
E così, con il triplice obiettivo di tagliare le spese mediche legate all’abuso di nicotina, di migliorare le performance medico-sanitarie degli abitanti della Grande Mela e, naturalmente, di ridurre d’un valore significativo la taglia del consumo di tabacco sul mercato locale, le autorità hanno deciso di raddoppiare il peso del fisco per ogni singolo pacchetto di sigarette distribuite e vendute nei confini dello Stato. La nuova normativa fiscale, a breve in vigore, prevede infatti l’applicazione d’una imposta locale pari ad 1 euro e 75 centesimi. Si tratta d’un balzo in avanti senza precedenti che non ha nessun termine di paragone e di raffronto in nessun altro Stato dell’Unione. Insomma, una novità che sembra aver scosso una comunità che dovrebbe essere abituata alle grandi svolte, alle innovazioni e ai cambiamenti. E invece le critiche non mancano,anzi, abbondano, tanto che il responsabile alla sanità di New York, Richard Daines, è dovuto intervenire ripetutamente per sostenere l’iniziativa da lui stesso sponsorizzata. La giustificazione all’origine dell’appesantimento record del fisco newyorchese sulla vendita del tabacco è contenuta nell’illustrazione dei risultati attesi: innanzitutto, 140 mila residenti dovrebbero risultare convinti, dall’esosità del fisco, ad abbandonare la via del fumo mentre, sempre secondo gli esperti, 243 mila ragazzi d’età al di sotto dei 16 anni dovrebbero essere disincentivati ad intraprendere la medesima esperienza. Per i produttori di tabacco si tratta di numeri irrealizzabili, per alcuni rappresentanti delle associazioni locali di fumatori d’un bluff senza precedenti ai danni delle tasche di centinaia di migliaia di fumatori che, necessariamente, si troveranno a dover alimentare il mercato nero oppure provvederanno. In altre parole, la fiducia espressa da Richard Daines nel principio in base al quale più fisco = meno fumo non trova un gran numero di fan nella metropoli statunitense.

I numeri dell’iniziativa: atteso quasi 1 miliardo di gettito 
Ma gli sponsor più agguerriti della misura fiscale si trovano tra i responsabili dei conti della Grande Mela che hanno già annunciato un maggior gettito di alcune centinaia di milioni di euro grazie all’incremento dell’imposta sulla rivendita di sigarette. In particolare, soffermandosi sulle cifre del prossimo bilancio l’incasso complessivo atteso dallo smercio di tabacco è stato fissato in quasi 1 miliardo di euro, 900 milioni per l’esattezza. Anche in questa eventualità si tratterebbe d’un vero primato difficilmente raffrontabile con quanto il mercato delle sigarette porta in dote agli erari locali delle altre grandi metropoli del Pianeta.

Chi pagherà il conto della stangata? I ceti medio-bassi
Su chi graverà il balzo in avanti dell’imposta è già scritto. Saranno i consumatori di tabacco che appartengono ai ceti medio-bassi e che già i media sborsano quasi 4 euro per ogni singolo pacchetto di sigarette e che, a partire dall’entrata in vigore della nuova aliquota dell’imposta, dovranno versare, almeno secondo le attese degli esperti, 1,5 euro in più per garantirsi la quota ordinaria di nicotina quotidiana.

Più sereni i contribuenti facoltosi
Ma l’esborso maggiore sarà a carico dei residenti entro la cinta urbana di New York. Infatti, nella Grande mela già un pacchetto di sigarette costa, in media, oltre 5 euro, mentre ora con l’arrivo d’una aliquota maggiorata potrebbe correre oltre la soglia dei 6 euro. Cittadini di New York avvertiti, d’ora in poi accendersi una sigaretta sarà un lusso.
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