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Nuova Zelanda: un piano ad hoc
per attrarre nuovi investimenti

Il governo ha ufficializzato il programma di politica fiscale per il 2014 che poggia su tre aree di intervento

sede governo nuova zelanda
Il ministro delle Entrate della Nuova Zelanda, Todd McClay, ha dichiarato che il nuovo piano fiscale sosterrà le priorità economiche del governo per quanto riguarda la crescita, la produttività e la qualità dei servizi. Il piano delinea tre principali aree. La prima riguarda la revisione degli attuali schemi fiscali, la seconda è, invece, relativa alla riforma fiscale internazionale, mentre la terza si concentra sulla trasformazione del modello di business nel settore pubblico.
 
Una riforma fiscale per attrarre investimenti
“Un sistema fiscale equilibrato e efficiente costituisce una parte essenziale del programma di governo che vuole realizzare l’obiettivo di rientrare nel surplus di bilancio negli anni 2014-2015, Sono queste le parole utilizzate dal ministro delle Entrate Todd McClay a sostegno del nuovo piano di politica fiscale. Le riforme fiscali del 2010, ha ricordato il ministro, sono state un buon punto di partenza ed è importante continuare su questa strada per fare in modo che il sistema tributario sia in grado di affrontare le nuove sfide che attendono l’economia della Nuova Zelanda.
 
Le tre aree di intervento
La prima area d’intervento del piano prevede una revisione dell’imposizione fiscale per annualità e delle regole previste per le società a ristretta partecipazione azionaria. Inoltre sono state introdotte alcune misure a sostegno della crescita economica, come ad esempio la deducibilità per le spese legate alla ricerca e sviluppo che rappresenta un buco nero nella normativa poiché queste spese non sono attualmente né deducibili né detraibili ai fini fiscali. Il Governo nel nuovo programma di politica fiscale ha proposto di dedurre alcune spese come, per esempio, quelle relative ai costi amministrativi e legali per la protezione della proprietà intellettuale. La seconda area del piano punta a introdurre un’esenzione reddituale per le filiali estere delle aziende neozelandesi, indirizzare il trasferimento degli utili delle imprese utilizzando i debiti con entità collegate e considerando la deducibilità degli interessi per gli strumenti di debito ibrido e le regole anti-arbitraggio per le entità ibride. L’ultima area, invece, è dedicata a una migliore condivisione di informazioni con le agenzie di previdenza sociale e a una riorganizzazione dell’Agenzia delle Entrate neozelandese suddivisa in diverse fasi, che prevedono servizi telematici sicuri, seguiti da semplificazione delle procedure fiscali e di politica sociale.
 
Avviare un’attività in tempi ridotti
In particolare, la riforma delle regole fiscali internazionali ha come obiettivo quello di promuovere la Nuova Zelanda come un Paese attrattivo per fare sempre più affari e investire. Secondo i recenti dati del rapporto “Doing Business 2014” della Banca mondiale, in Nuova Zelanda avviare un’impresa richiede una sola procedura e mezza giornata di tempo. Il paese è sul podio insieme a Singapore e Hong Kong per la facilità di avviare un’impresa. Inoltre, saranno fatti ulteriori sforzi per convincere le multinazionali a pagare la loro quota di tasse. Il Governo lavorerà in stretta collaborazione con l’Ocse per attuare proposte volte al contrasto dell’erosione della base imponibile e dell’allocazione artificiosa dei profitti, il progetto Beps (acronimo di Base erosion e profit shifting) nato per la lotta all’evasione fiscale internazionale.
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