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Dal mondo

Ocse: approvato il nuovo modello
per lo scambio di dati fiscali

Pubblicato lo standard globale unificato che disciplina ogni aspetto della procedura e delle istituzioni coinvolte

sede ocse
L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha pubblicato un “Common Reporting Standard” per lo scambio di informazioni fiscali, documento che disciplina nel dettaglio i dati che possono essere oggetto di scambio, le modalità previste allo scopo e le tempistiche.
Questo standard viene presentato, in preparazione dell'applicazione dello scambio automatico transfrontaliero di informazioni fiscali e della lotta all'evasione fiscale transfrontaliera. La proposta, che va al di là dell'attuale scambio su richiesta, è stata presentata ai ministri delle finanze del G20 in occasione del meeting di Sydney del 22-23 febbraio.
 
Dati delle attività all’estero inviate al Fisco in modo automatico
Lo standard disciplina ogni aspetto pratico della procedura, dalle istituzioni interessate all’acquisizione delle informazioni passando per i dati dei conti che verranno trasmessi da banche e società finanziarie alle Amministrazioni e alle procedure che verranno seguite dagli intermediari per fornire i dati fiscali.
La finalità del nuovo modello è che i Paesi ottengano informazioni da banche e altri fornitori di servizi finanziari e li scambino automaticamente con altri Stati con cadenza annuale. Il nuovo standard globale precisa quali dati debbano essere condivisi, quali siano i fornitori di servizi finanziari toccati, quali doveri di diligenza debbano essere rispettati e a quali contribuenti si applichino le nuove regole. L'Ocse ha elaborato lo standard in collaborazione con gli Stati del G20. Le linee direttive tecniche dovrebbero essere elaborate entro l'estate, dopo deciderà il Consiglio dell'Ocse. Una volta presa, questa decisione sarà vincolante per i Paesi membri dell'Ocse, tra cui la Confederazione elvetica.
 
Com’è strutturato il nuovo modello
Il nuovo modello che è stato presentato ai ministri delle Finanze del G20 si compone di due parti: il Competent Authority Agreement (CAA), che contiene le regole per la condivisione delle informazioni tra autorità fiscali nel pieno rispetto delle regole di confidenzialità e di sicurezza e che che non ha bisogno della conversione in legge da parte dei governi e il Common Reporting and Due Diligence Standard (CRS) che indica le regole che dovranno utilizzare le istituzioni finanziarie per la condivisione e la due diligence dei dati.
Per quanto riguarda il CRS,  verrà recepito negli ordinamenti nazionali con apposita legge, mentre il CAA rappresenta uno strumento che può essere operativo anche senza una norma ad hoc, poiché riprende l’articolo 6 della Convenzione sulla mutua assistenza in materia fiscale e l’articolo 26 del modello Ocse di Convenzioni contro le doppie imposizioni. L’Ocse ha anche annunciato un dettagliato commentario al CRS, come già succede per il modello di Convenzioni contro le doppie imposizioni, così come alcune soluzioni tecniche per permettere agli intermediari finanziari e alle Amministrazioni fiscali di scambiarsi i dati, che dovrebbero essere pronti per settembre di quest’anno.
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