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Dal mondo

Ocse: con il CRS pronta la risposta
del G20 al modello FATCA

Acronimo di Common Reporting Standard, il documento è stato sviluppato per combattere le frodi e l’evasione

crs_modello OCSE
Il 21 luglio 2014 l’Ocse ha pubblicato il modello completo e definitivo dello  “Standard for Automatic Exchange of Financial Account Information in Tax Matters”. Il documento, sviluppato dall’Ocse su mandato del G20, si propone come modello per lo scambio di informazioni tra Amministrazioni fiscali, delineando l’oggetto, la modalità e la tempistica  delle informazioni da scambiare e ponendo solide basi per fare diventare lo scambio di informazioni automatico uno standard globale.   
Il segretario Generale dell’Ocse Angel Gurria ha definito lo standard “un ambizioso modello per lo scambio di informazioni che aiuterà le autorità degli Stati aderenti nella lotta alla frode e all’evasione fiscale, avvicinandoci ad un mondo in cui gli evasori fiscali non avranno più posti dove nascondersi”.
 
Lo stato dell’arte e i precedenti
Lo scambio di informazioni è da tempo al centro dell’attenzione e dei lavori di molte organizzazioni internazionale tra cui l’Ocse, la Commissione europea e il Global Forum on Transparency and Exchange of Information
Il 22 maggio 2013 il Consiglio europeo si è impegnato all’unanimità per dare priorità agli sforzi di estendere lo scambio di informazioni automatico a livello europeo e globale.  Il 12 giugno 2013  la Commissione europea ha adottato una proposta legislativa per includere lo scambio automatico di informazioni nella direttiva sulla cooperazione amministrativa. Il 6 settembre 2013, infine, i leader del G20 si sono impegnati ad adottare quale global standard lo scambio di informazioni automatico e a supportare i lavori dell’Ocse.
La decisione del G20 è successiva all’annuncio da parte di cinque Paesi europei (Germania, Francia, Italia, Spagna e Regno Unito) di voler favorire l’International Tax Compliance mediante l’implementazione del modello di scambio di informazioni FATCA messo appunto dall’autorità fiscale americana.
A maggio 2014 risultano essere 65 i paesi, tra cui l’Italia, che si sono già impegnati ad incrementare il Common Reporting Standard (CRS) sviluppato dall’Ocse anche attraverso l’adozione in tempi brevi di leggi domestiche.
 
CRS e FATCA a confronto
Il CRS, acronimo di Common Reporting Standard, sviluppato dall’Ocse riprende ampiamente nei contenuti quanto previsto dal modello americano FATCA (Foreign Account Tax Compliance Act). La differenza sostanziale è che mentre il FATCA si basa su accordi bilaterali, di scambio informazioni conclusi dall’Amministrazione americana con singoli Stati, lo standard messo a punto dall’Ocse si propone come uno strumento multilaterale a cui più stati possono aderire.
 
La struttura del documento
Il documento Standard for Automatic Exchange of Financial Account Information pubblicato dall’Ocse si compone di tre parti:
  • la prima parte offre un’illustrazione di sintesi dello standard evidenziandone le premesse e le intenzioni.
  • la seconda parte riporta il testo del Model Competent Authority Agreement (Model CAA) e del Common Reporting Standard (CRS). Il model CAA rappresenta un modello di accordo per lo scambio di informazioni in via automatica fra le autorità competenti degli stati contraenti. Il CRS contiene le disposizioni sul contenuto dei dati da riportare, nonché l’illustrazione delle procedure cui gli istituti finanziari dovrebbero attenersi nell’individuazione dei reportable accounts e nella trasmissione dei dati.
  • la terza parte contiene il commentario esplicativo del Model CAA e del CRS con l’obiettivo di chiarire e facilitare l’implementazione dello standard da parte delle Autorità competenti e degli istituti finanziari.
Le informazioni al centro dello scambio automatico
Oggetto di scambio automatico saranno le informazioni finanziarie tra cui saldi del conto, interessi, dividendi, ricavi dalla vendita di asset finanziari transitate per i conti detenuti da persone fisiche e giuridiche inclusi i trust e le fondazioni. In particolare Le Autorità fiscali si impegnano a scambiare, in via automatica e su base annua, con riferimento ad ogni reportable account informazioni concernenti nominativo e dati identificativi del titolare del conto, il numero di conto, dati identificativi dell’istituto finanziario, il saldo o il valore del conto medesimo. Gli istituti finanziari tenuti a riportare le informazioni sono, oltre alle banche, gli intermediari finanziari, brokers, le compagnie assicurative e gli organismi di investimento collettivo.
 
Le tempistiche
Il modello CAA prevede che gli Stati si impegnino a trasmettere in modo automatico le informazioni relative a un determinato anno solare entro nove mesi dal termine.
Come detto, alla data della pubblicazione dello standard, già 65 Paesi hanno dichiarato ufficialmente di voler procedere alla sua implementazione mentre oltre 40 Stati si sono impegnati a realizzare il primo effettivo scambio di informazioni automatico al più tardi entro il 2017.
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