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Dal mondo

Ocse, dati e cifre sul fisco societario.
Si alza il velo su aliquote e gettito

Pubblicata la seconda edizione del report Corporate tax statistics, che raccoglie le notizie desunte dal Country by country reporting

Report Corporate tax stat

L’economia è globale, le imposte no. In questa semplice frase può essere tradotto uno dei risultati dell’analisi contenuta nell’ultimo report dell’Ocse (il secondo, al momento) sulle imposte sui redditi societari di tutto il mondo. Il volume, dal titolo Corporate Tax Statistics, raccoglie dati e informazioni su imposte e attività economiche di circa 4mila gruppi multinazionali che hanno la sede legale in 26 Stati e operano in più di 100 giurisdizioni del pianeta. Tutte le statistiche presentate nel rapporto sono relative al 2017.

Il peso delle imposte societarie nel mondo
L’analisi dei tecnici dell’Ocse mostra che, nonostante la competizione globale per attrarre le imprese e i loro investimenti abbassando le aliquote Ires, l’imposta sul reddito delle società resta un’importante fonte di gettito per gli Stati. Nel 2017 le imposte societarie rappresentavano in media il 14.6% delle imposte riscosse in 93 giurisdizioni, mentre nel 2000 la quota dell’Ires sul totale delle imposte era del 12,1%. Ancora più significativo il peso delle imposte sui redditi delle società nei Paesi in via di sviluppo. Se negli Stati membri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico la media è del 9,3%, la media della quota Ires è pari al 18,6% negli Stati africani e al 15,5% nei Paesi dell’America Latina.

Cosa dice il rapporto su imposte e profitti delle multinazionali
L’Ocse sottolinea che i dati aggregati vanno trattati con le pinze, ma allo stesso tempo ritiene di poter trarre delle conclusioni generali da alcune evidenze. La prima è il disallineamento tra il luogo dove i profitti sono dichiarati (e le imposte pagate) e quello dove sono realizzate le attività economiche. Insomma, le multinazionali hanno delle sedi che hanno una quota relativamente alta di profitti se comparata con la quota di dipendenti e di asset impiegati e posseduti dalla sede stessa. Altro elemento che l’Organizzazione di Parigi ci invita a valutare è quello relativo alle imposte pagate dai gruppi globali. Le imposte per dipendente tendono a essere versate negli Stati dove le aliquote Ires sono dello 0% oppure nelle giurisdizioni che hanno delle normative particolarmente attrattive (i cosiddetti investiment hub). In media, altro punto dolente, la quota di imposte versate dalle controllate delle multinazionali è maggiore nelle giurisdizioni appena citate che in altre. Infine, la composizione delle attività di impresa vede prevalere l’attività di holding negli investiment hub. Gli Stati che meritano la definizione di “investiment hub” sono quelli dove l’importo degli investimenti esteri è pari ad almeno il 150% del loro Pil. Rientrano in questa categoria giurisdizioni come le Bahamas, i Paesi Bassi e Singapore (senza dimenticare la Svizzera). Va precisato che solo in alcune di queste giurisdizioni l’aliquota Ires è dello 0%. Le altre giurisdizioni del macro gruppo usano altri strumenti per attrarre gli investimenti dei gruppi multinazionali sul proprio territorio.

Per la prima volta arrivano i dati sulle regole Cfc
La seconda edizione di Corporate Tax Statistics raccoglie per la prima volta importanti informazioni sulle società controllate estere (Cfc). Il volume infatti elenca in quante giurisdizioni sono state introdotte normative che puntano a sottoporre a tassazione alcune categorie di reddito delle società controllate nelle giurisdizioni delle società capogruppo, proprio al fine di contrastare il ricorso a strutture offshore elusive. L’informazione sulla presenza di questo tipo di norme è stata fornita da 122 su 137 giurisdizioni che hanno aderito al Quadro inclusivo Ocse sul Beps. In 49 di queste 122, l’introduzione delle regole Cfc è molto recente (del 2019). In generale, per determinare se una società è controllata o meno le giurisdizioni applicano differenti criteri. Non tutte le giurisdizioni, però, attuano un test per verificare la presenza di attività sostanziali d’impresa. Delle 49 giurisdizioni che avevano introdotto le regole CFC nel 2019, sono 11 a non effettuare questo tipo di verifica.

La fonte dei dati
Le informazioni contenute nel volume hanno la loro origine nel Country by country reporting del Progetto Beps di Ocse e G20. Questo progetto coinvolge più di 100 giurisdizioni ed ha lo scopo di contrastare le strategie elusive delle multinazionali. Al momento il Country by country reporting obbliga i gruppi globali di imprese con sede in 90 Stati a rivelare importanti dati su profitti, asset, lavoratori e luogo dove versano le imposte. In questo modo il Cbc reporting fornisce alle autorità fiscali dei Paesi dove le multinazionali operano una preziosa fonte di dati da utilizzare in analisi di rischio, attività di monitoraggio e tutoraggio fiscale.

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