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Dal mondo

Ocse, è il Brunei il nuovo ingresso
della lista bianca

Aggiornato l'elenco degli Stati trasparenti che salgono a 75 contro i 74 della precedente edizione del report

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Nagara Brunei Darussalam, Stato del Brunei (dimora della pace) meglio conosciuto come Brunei, dal 3 settembre ha raggiunto la "fatidica" lista bianca in cui figurano 75 Paesi che rispettano gli standard internazionali fissati in sede Ocse. In particolare si tratta degli Stati, territori o giurisdizioni che hanno seguito le regole internazionali, stipulando almeno 12 accordi conformi ai canoni concordati. Tra questi figurano nomi illustri del calibro di San Marino, Principato di Monaco, Svizzera, isole Cayman e Bermuda. A zero invece la black list nella quale non figura più nessuno Stato. È la principale novità contenuta nell'ultimo aggiornamento del report dell'Organizzazione pubblicato il 3 settembre. Di questo rapporto si fa menzione anche nell'ultima pubblicazione dell'organizzazione "Promoting transparency and exchange of information for tax purposes" (pagina 16).

Dopo il G20 del 2009 l'Ocse ha provveduto ad elaborare tre diversi tipi di liste: nera (elenco di Stati, territori o giurisdizioni che non si sono impegnati a rispettare gli standard internazionali); grigia (elenco di Stati, territori o giurisdizioni  che si sono impegnati a rispettare gli standard internazionali ma che, ad oggi, hanno siglato meno di dodici accordi conformi a questi standard); bianca (elenco di Stati, territori o giurisdizioni che hanno seguito le regole internazionali, stipulando almeno 12 accordi conformi a queste regole).

Il report  di giugno dell'organizzazione con sede a Parigi vedeva ancora il Brunei nella cosiddetta lista grigia sotto la voce tax haven e centri finanziari. Dal 3 settembre sono scese invece a 13 le giurisdizioni (Belize, Isole Cook, Liberia, Isole Marshall, Montserrat, Nauru, Niue, Panama, Vanatu, Costa Rica, Guatemala, Filippine e Uruguay) che, pur avendo sottoscritto accordi bilaterali per lo scambio delle informazioni fiscali nel rispetto degli standard internazionali codificati, non li hanno ancora sostanzialmente applicati.


Il Report Ocse (settembre 2010) 
Il Report Ocse (aprile 2009)
 

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