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Dal mondo

Ocse-G20: a Parigi il progetto Beps
entra nel vivo. Siglato l'accordo

76 Paesi alla firma della convenzione multilaterale il cui obiettivo è prevenire l’elusione fiscale delle multinazionali

ocse_convention in paris
Ieri sera a Parigi i ministri e gli alti rappresentanti di 76 Paesi e giurisdizioni hanno siglato o espresso formalmente la volontà di siglare in futuro la Multilateral Convention to implement Tax Teatry related measures to prevent Beps, la convenzione multilaterale per l’implementazione delle misure fiscali volte a prevenire le pratiche di erosione della base imponibile e di trasferimento degli utili. La firma della Convenzione, che ha come primario obiettivo quello di ridurre le opportunità di elusione fiscale per le imprese multinazionali, consentirà di riportare, a stretto giro, all’interno di oltre 1.100 trattati fiscali bilaterali i risultati conseguiti in materia di Beps nell’ambito the OECD/G20 Base Erosion and Profit Shifting Project.

Una cerimonia d’eccezione
La cerimonia di firma della convenzione, alla quale hanno partecipato il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurrìa, e il presidente di turno del G20, Wolfgang Schauble, oltre ai ministri delle finanze di numerosi Paesi, tra i quali la Cina, l’India, la Francia e Singapore, si è svolta durante l’“OECD Week”, l’evento annuale che vede riuniti funzionari governativi e membri della società civile, sia dei Paesi aderenti all’Ocse sia dei Paesi partner, per discutere sulle più urgenti sfide socio-economiche a livello globale.
 
L’Italia tra i Paesi in prima fila
La convenzione multilaterale firmata oggi, alla quale ha aderito, tra gli altri Paesi, anche l’Italia, dovrà, in seguito, essere ratificata e implementata. In sostanza, l’accordo consentirà agli Stati aderenti di trasferire all’interno dei trattati bilaterali in essere quanto previsto dall’Oecd/G20 Beps project in tema di trasparenza e cooperazione internazionale. Si tratta in particolare di 15 azioni, che forniscono ai governi strumenti nazionali e internazionali per contrastare l’elusione fiscale. Si va dalle sfide dell’economia digitale, al transfer pricing, passando per le regole cfc, la pianificazione fiscale aggressiva fino allo status delle stabili organizzazioni e alle procedure amichevoli. L’obiettivo è, quindi, assicurare che i profitti siano tassati nel luogo in cui effettivamente si svolgono le attività economiche che generano profitti e dove il valore viene realmente creato. Inoltre, la convenzione stabilisce nuovi meccanismi per la risoluzione delle controversie, prevedendo la possibilità per i Paesi firmatari di applicare comuni regole di arbitrato.
 
Cos’è il Beps project
Il Beps project nasce dalla collaborazione di oltre 100 Paesi e giurisdizioni che hanno scelto di collaborare al fine di arginare le pratiche di erosione della base imponibile e di trasferimento degli utili. In particolare, vengono definite Beps le strategie di pianificazione fiscale che sfruttano le lacune delle regole fiscali per spostare artificialmente i profitti in luoghi con tassazione bassa o nulla dove c’è poca o nessuna attività economica. Alcune di queste pratiche sono illegali, altre no, ma come sottolineato dall’Ocse, queste azioni pregiudicano l'equità e l'integrità dei sistemi fiscali, perché le imprese che operano oltre le frontiere possono utilizzare pratiche di erosione della base imponibile e di trasferimento degli utili per ottenere un vantaggio competitivo rispetto alle società operanti a livello nazionale. La sfida dell’Oecd/G20 Beps project è quella di fornire ai governi soluzioni per eliminare le lacune esistenti sul fronte delle regole internazionali, che al momento consentono alle imprese di far “sparire” i profitti. L’OCSE ha stimato che le entrate perse a causa delle pratiche Beps si aggirano attorno ai 100-240 miliardi di dollari l’anno, circa il 4-10 per cento del gettito mondiale delle imposte sulle società.
 
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