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Dal mondo

Ocse, linee guida sul Tp  - 1
Arriva l’edizione targata 2022

Numerosi esempi di applicazione pratica illustrano differenti scenari possibili e le possibili soluzioni

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Continua il lavoro dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico al servizio delle amministrazioni finanziarie. Lo scorso 20 gennaio, l’Ocse ha pubblicato l’edizione 2022 delle Linee Guida sui prezzi di trasferimento, che incorpora le modifiche intervenute fino ad oggi dall’ultimo aggiornamento (vedi l’articolo Ocse: aggiornate le linee guida sul transfer pricing). La nuova edizione, pubblicata on line e disponibile anche in versione cartacea, comprende tre nuove sezioni: la guida aggiornata all’applicazione del metodo del profit split e la guida all’applicazione dell’approccio alla valutazione degli hard-to-value intangibles (entrambe pubblicate il 21 giugno 2018), nonché una guida dedicata specificamente al transfer pricing delle transazioni finanziarie, pubblicata l’11 febbraio 2020. Completano l’aggiornamento alcune modifiche di raccordo, in altre sezioni delle Linee Guida (premessa, prefazione, glossario, capitoli I-IX).
In questa prima puntata ci occuperemo della parte delle Guidelines dedicata all’applicazione del metodo del profit split, in modo da approfondire le altre tematiche in un successivo approfondimento.

Le novità in materia di profit split method
Il metodo del profit split è uno dei metodi di transfer pricing raccomandati dall’Ocse nell’applicazione dell’arm’s length principle. La sua peculiarità è che si tratta di un two-sided method, vale a dire di un metodo che considera gli utili generati da entrambe le parti della transazione e li ripartisce tenendo conto del valore dei contributi conferiti da ciascuna di esse, attraverso l’uso di appropriate chiavi di allocazione.
La Revised Guidance on the Transactional Profit Split Method, che ha sostituito la precedente sezione del capitolo II delle linee guida dedicata all’applicazione del metodo (nonché l’Annex II al capitolo II) ha il pregio di aver chiarito alcuni aspetti applicativi del metodo, alla luce dell’esperienza raccolta grazie ad un più frequente utilizzo di tale metodo negli anni recenti.
Il profit split method può essere il più appropriato alle circostanze del caso:

  • quando vi è un elevato grado di integrazione delle operazioni svolte dalle parti della transazione, in modo che i contributi delle parti non possono essere valutati singolarmente;
  • quando entrambe le parti apportano un contributo unique and valuable alla creazione di valore.

A questi si aggiunge, rispetto alla precedente versione, il caso in cui entrambe le parti condividono rischi economicamente significativi o ciascuna di assuma rischi strettamente correlati a quelli assunti dall’altra.
Tuttavia, la mera mancanza di transazioni comparabili tra parti indipendenti non costituisce di per sé una valida ragione per escludere il ricorso ad altri metodi in favore dell’applicazione del metodo. Un ampliamento dei criteri di ricerca, che individuino soggetti con un sufficiente grado di comparabilità, potrebbe condurre a risultati più affidabili rispetto a quelli a cui porterebbe un uso non appropriato del metodo.
Chiaramente, ogni riferimento agli utili della transazione deve essere inteso come riferimento anche alle eventuali perdite, sebbene applicazioni asimmetriche del metodo in caso di perdite rispetto alla situazione in cui siano generati dovrebbero essere utilizzate con cautela e documentate in modo appropriato.
Infine, l’Annex II al Capitolo II è stato arricchito con numerosi esempi di applicazione pratica, che illustrano differenti scenari possibili e le possibili soluzioni.

continua

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