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Dal mondo

Ocse: nel Sud-est asiatico crescita
e rinnovabili vanno a braccetto

Pubblicato l’ultimo Economic Outlook che fa il punto della situazione e indica le prospettive di sviluppo dell’area

pil e rinnovabili
Nonostante il contesto globale ancora molto difficile, le prospettive di crescita dei Paesi emergenti dell'Asia (Sud-Est asiatico, Cina e India) nel medio termine rimangono robuste. A parte poche eccezioni, infatti, il Pil dell’area viaggia a gonfie vele, con tassi percentuali abbondantemente superiori al +4%. È questo il verdetto dell’Economic Outlook 2017 dell’Ocse dedicato ai 10 Stati membri dell’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (Asean) e ai due continenti cinese e indiano.
 
La crescita complessiva secondo l’Ocse
Secondo i tecnici di Parigi, la crescita complessiva del Pil reale dei 12 Paesi dovrebbe mantenersi al +6,5% per il 2016, e poi stabilizzarsi intorno ad una media del +6,2% per il quinquennio successivo (2017-2021). Ovviamente è una media che risente molto del peso (gigantesco) delle due superpotenze asiatiche (India e Cina). È però appena il caso di chiarire che, anche senza queste due enormi economie, l’andamento del Pil resta comunque positivo, con un tasso di sviluppo medio che dovrebbe attestarsi al +5,1% per il lustro che va dal 2017 al 2021.
 
Asean, nel gruppo di coda Brunei, Singapore e Thailandia
In generale la crescita dell’area composta dall’Indocina e dai grandi arcipelaghi dovrebbe raggiungere il tasso medio del +4,8% nel 2016 e del +4,9% nel 2017. Per quanto riguarda i 10 Paesi affiliati all’Associazione delle Nazioni del Sudest Asiatico, però, la lettura dei dati operata dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico rileva alcune importanti differenze. Da un lato abbiamo un andamento largamente positivo, e un gruppo di Paesi che guidano la volata composto da Filippine, Vietnam e gruppo CLM (Cambogia, Laos e Myanmar). Dall’altro abbiamo avuto una sorta di stagnazione quando non (in passato) una vera e propria recessione. Di certo il peggior risultato è raggiunto dal Brunei (-0,6% nel 2015; +0,7% nel 2016), seguito da Singapore (+1,8% nel 2016) e Thailandia (+3,2% nel 2016).
 
Focus su Cina e India
La situazione dei due sub-continenti merita un capitolo a sé. Ma nonostante i risultati positivi e le cifre indubbiamente stupefacenti per chi vive in questa parte del mondo, non è tutto oro quello che luccica. Quasi certamente, anzi, nei prossimi mesi in Cina la crescita dovrebbe continuare a rallentare. Del resto l’andamento del Pil cinese ha già visto una contrazione, essendo passato dal +6,9% del 2015 al +6,7% del 2016. E, nel caso in cui tutti gli indicatori presi in considerazione dovessero mantenersi stabili, l’Ocse prevede un’ulteriore affievolimento che porterà il Pil cinese a un + 6,4% nel 2017.
 
Per quanto riguarda l’altro gigante economico della macro regione sotto esame (l'India, what else?), ci troviamo di fronte a ben altre prospettive. In base all’analisi dei trend attuali, nell’immediato il continente indiano dovrebbe risultare tra le economie a più rapida crescita della regione. Per il 2017 l’Ocse prevede un ritorno alla crescita impetuosa del 2015 (+ 7,6%), dopo la contrazione dello 0,2% dell’anno che sta per chiudersi.
 
Green economy, un occhio all’impronta ecologica e l’altro alla crescita
Per l’Ocse l’obiettivo di uno sviluppo che sia forte e duraturo ma al tempo stesso sostenibile è indifferibile ma richiederà enormi sforzi alle classi dirigenti delle nazioni dell’area. Nell’Outlook pubblicato a fine 2016 si evidenzia che da un lato è facile prevedere che l’attesa crescita (al contempo demografica ed economica) porterà ad un aumento del consumo di energia in questi Paesi. Dall’altro, anche se i combustibili fossili continueranno a soddisfare la maggior parte della domanda di energia, per gli analisti la diffusione esponenziale di impianti di energia rinnovabile, solare ed eolica, è data per certa, soprattutto per India e Cina. Quest’ultima infatti sta facendo giganteschi investimenti nello sviluppo delle energie green, arrivando a spendere un totale di 102 miliardi di dollari nel solo 2015. In questo settore d'altronde l'India rappresenta il secondo più grande investitore della regione, pur con un investimento complessivo per il 2015 pari a un decimo di quello cinese (10,2 miliardi).
 
Infine, dal punto di vista delle azioni programmate per far fronte al rischio derivante dai cambiamenti climatici globali, il governo indiano ha da poco annunciato l’intenzione di aumentare la produzione di energia solare da 3 GW a 100 GW entro il 2022, portando così la capacità complessiva di energie rinnovabili del Paese a un totale di 175 GW. Dal canto loro, i responsabili dei ministri competenti degli Stati membri dell'Asean hanno fissato un nuovo target, con l’obiettivo dichiarato di portare entro il 2025 la quota delle energie rinnovabili al 23% del totale del fabbisogno di energia primaria dell’area.
 
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