Articolo pubblicato su FiscoOggi (https://fiscooggi.it/)

Dal mondo

Ocse: le novità fiscali più diffuse
nel Tax policy reforms 2019

La pubblicazione offre una panoramica sulle più diffuse modifiche normative in ambito tributario effettuate nel mondo nel corso dell’ultimo anno

Ocse 2019

Continua il taglio delle imposte su lavoro e su redditi societari, l’Iva è ancora elevata, mentre le tasse su emissioni inquinanti e immobili sono ancora troppo basse. Queste alcune delle principali tendenze in ambito fiscale evidenziate nel Tax policy reforms 2019. La pubblicazione, giunta alla quarta edizione, offre una panoramica delle riforme tributarie attuate nel corso dell’anno dai Paesi membri dell’Ocse e da quelli partner. I dati contenuti sono raccolti tramite un questionario che l’Organizzazione con sede a Parigi invia ogni anno alle Amministrazioni fiscali degli Stati interpellati.

Imposte sui redditi sempre più giù
Quali sono le principali tendenze fiscali emerse nell’ultimo periodo? Continua l’alleggerimento delle imposte sui redditi delle persone fisiche, con l’obiettivo di supportare i lavoratori a reddito medio-basso, anche se nell’immediato una riduzione delle aliquote comporta meno introiti per le casse degli Stati. Le riforme più incisive sono state attuate in Lituania e in Olanda. Nel primo Paese, il Governo ha introdotto delle novità per aumentare la progressività del proprio sistema fiscale, sostituendo l’aliquota unica del 15% con due, rispettivamente del 20% e del 27%. I Paesi Bassi, invece, con il Tax plan 2019 hanno stabilito che dal 2021 gli scaglioni dell’imposta saranno dimezzati (passeranno da 4 a 2), mentre l’aliquota più alta diminuirà dal 52% al 49,5%, nel caso dei redditi che superano i 68mila euro.
Anche nel 2019, sebbene in modo più ridotto che nel 2018, parecchi Stati hanno ridotto le imposte sui redditi delle società. A tagliare sono soprattutto quei Paesi dove le aliquote sono più alte rispetto alla media Ocse. Si conferma così un trend iniziato all’inizio del nuovo millennio, per cui dal 2000 a oggi l’aliquota media sui redditi delle imprese è diminuita dal 32,2% al 23,5%.  Nel 2019, in particolare, a ridurre la pressione fiscale sulle aziende è stata la Francia, che ha abbassato l’aliquota al 31% in base a un percorso normativo più ampio che porterà la percentuale al 25% nel 2022. Insieme alla Francia, anche Lussemburgo, Norvegia, Grecia, Svezia e Paesi Bassi hanno ridotto la tassazione societaria nel corso dell’ultimo anno.
Buone nuove in materia di cooperazione internazionale. Il report evidenzia, infatti, come molti Paesi si siano allineati alle regole del progetto Ocse/G20 Beps (Base erosion and profit shifting) e abbiano espresso ufficialmente la necessità di coordinarsi per introdurre una tassazione comune globale nel settore digitale.

Iva sempre alta, ma novità per i beni e servizi agevolati
L’Imposta sul valore aggiunto non presenta cambiamenti di rilievo. Per l’Ocse, rimane ancora troppo elevata nella maggior parte dei Paesi analizzati. Per compensare le alte aliquote ordinarie, parecchi Stati hanno esteso l’applicazione di quelle ridotte o ampliato il paniere di prodotti/servizi esenti. Ad esempio, il Sudafrica ha esentato dall’Iva la produzione di farine, la Lituania ha ridotto l’imposta su quotidiani e periodici, mentre l’Ungheria su certi tipi di latte. In alcuni casi l’alleggerimento della tassazione indiretta è stato realizzato per supportare alcune settori specifici dell’economia. In Spagna, ad esempio,  è stata introdotta l’aliquota ridotta sui biglietti del cinema. In Austria e Repubblica Slovacca, invece, si è intervenuti in favore dei servizi alberghieri. Da un altro punto di vista, in alcuni casi si è scelto di ridurre l’imposta sul valore aggiunto per sostenere lo sviluppo di determinate regioni, come le Canarie in Spagna o alcune isole greche. Infine, sempre sul fronte Iva, il report sottolinea l’impegno di numerosi Paesi nel contrasto alle frodi, introducendo nel proptio ordinamento i meccanismi del reverse charge e dello split payment.

Ambiente e immobili: si può fare di più
Ritenuto insufficiente l’impegno dei Paesi analizzati sul versante della tassazione ambientale. Nell’ultimo anno, infatti, sono state praticamente nulle le riforme finalizzate ad aumentare le tasse sull’emissione delle sostanze inquinanti o a garantire incentivi fiscali per incoraggiare l’economia verde e la sostenibilità ambientale. Uniche eccezioni, Paesi Bassi e Slovacchia.
Anche la tassazione degli immobili, secondo l’Ocse, rimane ancora sotto utilizzata, mentre potrebbe costituire una leva importante per garantire maggiori entrate tributarie. In quest’ambito, il report segnala le riforme attuate in Grecia per ridurre le tasse in modo generalizzato, mentre Irlanda e Belgio hanno ridotto solo le imposte di successione relative agli immobili.  In Corea del Sud e in Portogallo, invece, le imposte sono state aumentate, ma solo per gli immobili di alto valore.

URL: https://www.fiscooggi.it/rubrica/dal-mondo/articolo/ocse-novita-fiscali-piu-diffuse-nel-tax-policy-reforms-2019