Ocse: su Polonia e Repubblica ceca
luci e ombre per fisco e lavoro
Pubblicate dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo le due ultime Economic Survey
Polonia: sistema fiscale e mercato lavoro
Dopo un decennio di ottime performance, grazie alle quali la crescita ha raggiunto la media standard degli altri Paesi dell’Unione europea, l’economia polacca ha subito una pesante battuta d’arresto nel biennio 2012-2013. Il deficit pubblico è aumentato inaspettatamente durate lo scorso anno, principalmente a causa delle numerose agevolazioni fiscali erogate dal sistema tributario polacco e per l’alto livello della spesa pubblica.
Proprio il Fisco rappresenta uno degli ambiti dove dovrebbe incidere in modo più efficace l’intervento del governo di Varsavia. Il sistema fiscale dovrebbe essere riformato con l’obiettivo di eliminare alcune importanti distorsioni, aumentare le entrate erariali e migliorare l’efficienza dell’Amministrazione tributaria e della riscossione, creando anche un’autorità fiscale indipendente.
I tecnici Ocse indicano le possibili soluzioni per migliorare il sistema fiscale e incrementare gli incassi della riscossione tributaria. In primis, il governo polacco dovrebbe tagliare le numerose agevolazioni fiscali, tra cui in particolare le aliquote Iva ridotte (strada già indicata dalla Commissione Ue lo scorso anno). Sempre sul fronte Iva, il report Ocse consiglia, per migliorare la riscossione dell’imposta sul valore aggiunto, l’introduzione obbligatoria del registro di cassa per tutti i servizi professionali. Viene evidenziata anche l’urgenza di eliminare alcune distorsi strutturali del sistema fiscale, aumentando la tassazione sulle proprietà, le locazioni e sulle emissioni inquinanti. Sul fronte della fiscalità ambientale, infatti, la Polonia rappresenta il fanalino di coda dei paesi Ue.
Sotto la lente degli studiosi Ocse anche il mercato del lavoro di cui vengono messi in evidenza due punti critici su cui è necessario un intervento urgente: la scarsa competitività delle aziende e il basso livello di occupazione femminile.
I tecnici dell’Organizzazione con sede a Parigi, inoltre, sottolineano i passi avanti compiuti dal governo di Varsavia nel 2012 sulla riforma del sistema pensionistico attraverso l’innalzamento dell’età del ritiro del lavoro a 67 anni, sia per le donne che per gli uomini. Il report evidenzia però la necessità di rivedere anche i criteri per l’assegnazione delle pensioni di invalidità e di alcune pensioni “privilegiate”. A incassare, infine, il giudizio positivo dell’Ocse, la riforma della pubblica amministrazione polacca, avviata nel 2012 con l’obiettivo di aumentarne l’efficienza.
Repubblica ceca: occupazione e professionalità
Per quanto riguarda la Repubblica Ceca, a catturare l’attenzione dello studio Ocse è soprattutto il mercato del lavoro. Il Governo di Praga, sottolinea l’Economic Survey, dovrebbe intervenire secondo tre direttrici: aumentare la competitività sia sul fronte delle esportazioni sia su quello domestico, migliorare le competenze dei lavoratori adeguandole alle richieste dei nuovi settori professionali e incentivare l’occupazione giovanile, attraverso una migliore connessione tra educazione e mondo del lavoro. In quest’ultimo ambito, evidenza il report, la leva fiscale potrebbe giocare un ruolo importante, attraverso l’introduzione di agevolazione all’assunzione di giovani o la riduzione dei contributi sul costo del lavoro, che sono tra i più alti dei paesi Ocse.
In ambito strettamente fiscale, il report sottolinea la necessità di un miglioramento dell’attività di riscossione, una riduzione dei costi di compliance e un’intensificazione del contrasto all’evasione. Infine, il Governo ceco dovrebbe diminuire le tasse sul lavoro e aumentare, invece, quelle sulla proprietà e sulle emissioni inquinanti.