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Ocse, in un report per le Pmi
buone pratiche a confronto

Informazioni, supporto, servizi e assistenza dedicati: ecco la ricetta per costruire una relazione di fiducia con le piccole e medie imprese

Oecd headquarters

Come possono le Amministrazioni fiscali comunicare in modo efficace e costruire rapporti di fiducia con le piccole e medie imprese?
L’Ocse (Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo) prova a rispondere alla domanda con il report “Supporting Small and Medium-sized Enterprises (SMEs) to Get Tax Right”, all’interno del quale, oltre a un’analisi della questione, vengono fornite indicazioni e buone pratiche proposte dalle Amministrazioni fiscali nazionali.

Costruire relazioni di fiducia
Le Pmi, sottolinea il report, il quarto pubblicato in ordine di tempo dall’Ocse sull’argomento, sono uno dei principali interlocutori per il Fisco. Le piccole e medie imprese, infatti, rappresentano in molti Stati la quota maggiore sul totale delle aziende operanti sul territorio nazionale e hanno un ruolo determinante nel creare occupazione e lavoro.
Sul piano strettamente fiscale, gli studi sul tax gap dimostrano come spesso le Pmi siano la categoria che contribuisce maggiormente a innalzare la differenza tra le imposte dovute e quelle effettivamente versate. Molto spesso ciò è determinato dalle scarse risorse che le piccole e medie imprese hanno a disposizione per poter assolvere in modo corretto ai propri obblighi fiscali, al contrario delle grandi aziende che possono contare su consulenze professionali o team dedicati alle questioni tributarie.
Per questo motivo, dare alle piccole e medie imprese le giuste informazioni e supportarle con servizi e assistenza dedicati sono processi che gettano le basi per costruire una relazione di fiducia sul lungo periodo tra i contribuenti e l’Amministrazione fiscale. 

Comunicare in modo efficace: gli obiettivi e gli strumenti
Sito web e social media, campagne pubblicitarie e media relation, newsletter e video tutorial sono gli strumenti di comunicazione più utilizzati dalle Amministrazioni fiscali per comunicare in modo generalizzato con le piccole e medie imprese.
In altri casi ancora, il Fisco promuove una comunicazione personalizzata, quando, ad esempio, l’impresa è in ritardo con il versamento di un’imposta, l’Amministrazione invia una comunicazione (lettera, email o Sms) al singolo contribuente. In questo modo, viene data una “spinta gentile” verso il pagamento dell’imposta, attivando una comunicazione che il report definisce one-to-one.
Le Amministrazioni portano avanti anche iniziative di assistenza specifiche per singoli settori o attività. In Australia, ad esempio, l'Australian taxation office (Ato), riconoscendo l'importanza della gestione del flusso di cassa nel lungo termine per l’attività delle Pmi, ha messo loro a disposizione il cosiddetto Kit Coaching Cash Flow. In Ungheria, invece, la National tax and customs administration of Hungary (Ntca) fornisce alle start-up un servizio di mentoring per il primo anno dell’avvio dell’attività.
In Gran Bretagna, il programma Making Tax Digital, nato con l’obiettivo di digitalizzare i servizi fiscali, ha tra i principali destinatari anche le Pmi. Sono ben 90mila le imprese, tra cui molte medie e piccole, che hanno aderito al progetto pilota con cui l’Agenzia delle entrate e delle dogane britannica ha testato (con successo) il servizio di invio telematico della dichiarazione Iva.
In Francia, invece, l’Amministrazione fiscale ha introdotto un programma di supporto specifico per le Pmi che prevede la produzione di un documento legale (chiamato rescript) condiviso tra il Fisco e il singolo contribuente in cui vengono messe nere su bianco le risposte che l’Amministrazione fornisce a determinati quesiti fiscali. Inoltre, il Fisco francese assicura un team specializzato che supporta l’impresa, anche attraverso visite dedicate che si svolgono all’interno delle aziende che ne hanno fatto richiesta.

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