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Dal mondo

Ocse: risposte globali subito
per arrestare i crimini fiscali

Al Forum on Tax and Crime di Londra, oltre 200 esperti hanno discusso di strategie di contrasto ai reati finanziari

immagine del logo della metro di Londra
E siamo a cinque. Quello tenuto a Londra a inizio novembre è ormai il quinto Forum dell’Ocse su fisco e crimine (Oecd Forum on Tax and Crime). L’obiettivo dichiarato dell’incontro londinese, che ha visto la partecipazione di oltre 200 esperti in materia di fiscalità e reati economici e finanziari provenienti da tutto il mondo, era identificare le aree chiave di azione in modo da implementare la capacità di intervento della comunità internazionale in questi ambiti. Le sessioni tematiche sul contrasto ai reati tributari ed economici (ad esempio la sessione n. 4, su cosa riserva il futuro per le indagini fiscali) non potevano tenersi in un momento più favorevole, quantomeno dal punto di vista della rinnovata attenzione di media e opinione pubblica.
 
Il quinto Forum Ocse su fisco e crimine ha rappresentato l’occasione per rinsaldare la collaborazione tra gli Stati maggiormente coinvolti nella lotta ai reati transfrontalieri. "I crimini finanziari colpiscono i Paesi di tutto il mondo", ha ricordato Grace Perez-Navarro, vicedirettore del Centro per le politiche fiscali dell'Ocse. Del resto, se "i criminali operano attraverso i confini internazionali”, come ha sottolineato Perez-Navarro, “e sono alla costante ricerca di nuovi modi per infrangere la legge e occultare i profitti illeciti”, la risposta più efficace non può che essere la cooperazione.
 
Fisco e frodi, quando il gioco si fa duro
I lavori del Forum hanno affrontato, tra gli altri, il tema di come strutture societarie opache (ad esempio i trust, ndr) detenute in giurisdizioni offshore rendono difficile alle amministrazioni finanziarie il compito di rintracciare gli autori delle frodi ai danni della fiscalità dei Paesi coinvolti. Il nodo irrisolto dell’evasione tout court però non è stato tralasciato. "L'evasione fiscale è un argomento serio", ha dichiarato ai margini delle sessioni tematiche Simon York, direttore del servizio di investigazione sulle frodi della Hmrc, la nota amministrazione fiscale del Regno Unito. "Oltre al danno che provoca alla società”, ha aggiunto York, “sappiamo che l’evasione è strettamente collegata al riciclaggio di denaro sporco, alla criminalità organizzata, alla corruzione e al finanziamento del terrorismo.” Infine, e qui il referente dell’Agenzia delle Entrate britannica faceva eco a Perez-Navarro dell’Ocse, per affrontare queste minacce sono indispensabili risposte concordate a livello globale. Uniti si vince.
 
La priorità è il lavoro di gruppo  
Nel documento finale, i partecipanti alla conferenza hanno sottolineato, una volta ancora, l'importanza di un’azione coordinata a livello internazionale per combattere i crimini fiscali e i reati finanziari in genere e hanno concordato un piano d'azione articolato in più punti.  
 
Le principali linee di azione condivise riguardano:
 
- una reazione adeguata alle attività di quegli intermediari che collaborano con i contribuenti infedeli (o non compliant), sviluppando le forme più complesse di frodi e reati fiscali
- una maggiore cooperazione tra governi e agenzie fiscali per potenziare la lotta al crimine finanziario
- l’attuazione all over the world dei dieci principi globali presentati a Londra nel report Fighting Tax Crime: The Ten Global Principles
 
Per quanto riguarda l’approccio da realizzare con gli intermediari, i partecipanti al Forum hanno preso in considerazione un'ampia gamma di possibili criteri, tra i quali rientrano il ricorso alle autorità di vigilanza e di regolamentazione, l’introduzione di nuovi regimi di responsabilità penale e l’attuazione di strategie mirate, considerate un tassello fondamentale della strategia globale. In questo senso è paradigmatico il lavoro sviluppato in seno all'Ocse, sotto l’egida del G7 di Bari dello scorso maggio, sull’introduzione di un obbligo, a carico degli intermediari, di trasmettere alle autorità fiscali tutte le informazioni su strutture opache offshore e altri schemi in grado di permettere ai contribuenti di evitare l’applicazione dello scambio automatico di informazioni finanziarie.
 
Tax and Crime al tempo dei Paradise Papers
La due giorni del Forum di novembre non poteva svolgersi in un momento migliore dal punto di vista della riuscita mediatica dell’evento. I cosiddetti leaks di dati e documenti riservati (come i Panama Papers dello scorso anno) avevano già dimostrato che la frode, l’evasione e l’elusione fiscali sono problemi globali che richiedono risposte globali. Lo scandalo dei Paradise Papers, scoppiato pochi giorni prima dell’avvio del dibattito londinese, non ha fatto altro che confermare l’attualità di questi fenomeni. L’Ocse, in un frangente dominato dalla copertura mediatica delle questioni relative ai patrimoni offshore, ha avuto il merito di riunire in un unico meeting esperti di  politiche fiscali e doganali, di anti-corruzione e anti-riciclaggio, di diritto penale e attività di controllo realizzate dalle forze dell’ordine. Tutti sul Tamigi, pertanto, a condividere analisi e a esaminare le principali best practice in materia.
 
La soglia minima dei dieci principi globali
Per gli esperti riuniti nella capitale del Regno Unito, ogni giurisdizione del pianeta deve disporre nel proprio ordinamento degli elementi costitutivi necessari per combattere efficacemente i reati economici e finanziari (a livello normativo, organizzativo e operativo). La relazione “Fighting Tax Crime: The Ten Global Principles”, presentata dall’Ocse durante i lavori del Forum, nasce proprio a questo scopo: fornire ai Paesi di tutto il mondo un manuale con gli elementi fondamentali e le best practice globali.
Nell'era dei big data, esperti e tecnici ne sono convinti, la condivisione e lo scambio delle informazioni (e delle risultanze della attività di intelligence) rappresentano la principale chiave di volta. L’impegno preso a Londra da Ocse e comunità internazionale è di fare un’altra mossa contro il crimine fiscal-finanziario. Quella definitiva, lo scacco matto.
 
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