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Dal mondo

Olaf, vent’anni contro le frodi.
Al centro la protezione del bilancio Ue

La ricorrenza è stata ricordata nel report dedicato al bilancio delle attività svolte nel 2019

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Il 2019 ha segnato il ventesimo anniversario di attività dell'Ufficio europeo per la lotta antifrode, l’Olaf (acronimo del nome francese Office de Lutte Anti-Fraude). La ricorrenza è stata ricordata nell’ultimo bilancio dell’agenzia, focalizzato sull’attività svolta nel corso del 2019. Dall’istituzione dell’unità antifrode nel 1999, i funzionari europei svolgono indagini che attraversano le frontiere nazionali e i diversi settori in cui s’insinuano i reati finanziari contro l’Ue, dagli aiuti umanitari all’ambiente, dai fondi per l'agricoltura e lo sviluppo regionale alle frodi fiscali. Nell’ultimo anno l’attività antifrode si è specializzata in particolare sugli illeciti commessi a danno dei fondi Ue nel campo delle politiche ambientali e ha riportato complessivamente nelle casse europee 485 milioni di euro.

I numeri del 2019
Partendo dai numeri del report, nel 2019 gli investigatori europei hanno concluso 181 indagini e hanno emesso 254 raccomandazioni alle autorità nazionali e dell'Ue competenti. Nel complesso, le investigazioni hanno permesso il recupero di 485 milioni di euro da tentativi di frode a danno del bilancio dell’Ue, a fronte di un costo per il funzionamento dell’intera agenzia europea all’incirca di 60 milioni di euro. Dalla lavorazione di 1.174 analisi preliminari svolte dagli esperti dell’Olaf, inoltre, sono stati aperti ulteriori 223 fascicoli d’indagine. 
Il rapporto specifica che delle indagini concluse, oltre la metà, 100 per l’esattezza, hanno riguardato illeciti nell’uso dei fondi europei. Nel dettaglio, 11 hanno riguardato la Romania, 9 l’Italia, 7 ciascuna per Grecia, Polonia e Bulgaria, mentre minori indagini hanno riguardato gli altri Stati membri. Inoltre, 37 investigazioni hanno avuto come focus dei progetti europei destinati a territori extra Ue, dalla zona dei Balcani (Macedonia del Nord, Kosovo, Serbia) al Mediterraneo e Medioriente (Turchia, Palestina, Libano, Giordania, Tunisia) fino a Paesi situati in continenti più lontani (Asia, Africa). 

Controlli a tutela delle entrate e delle spese dell’Ue
Al centro dell’attività dell’Olaf c’è la tutela del bilancio Ue dai tentativi di sottrazione fraudolenta di risorse, sia sul lato delle spese che da quello delle entrate. Nella sua funzione d'indagine indipendente l'Olaf può esaminare questioni relative a frodi, corruzione e altri illeciti che colpiscano gli interessi finanziari dell'Ue, così come i reati legati al commercio come la contraffazione e il contrabbando. Sul lato delle entrate, l'attenzione si concentra sulla tutela e il recupero delle risorse dell'Ue, in particolare i dazi doganali, mentre sul lato della spesa, le verifiche sono focalizzate sull’impiego effettivo dei fondi che l’Unione europea assegna e che sono destinate ai più svariati settori, dai fondi strutturali alla politica di sostegno all’agricoltura e allo sviluppo rurale, agli aiuti destinati a Paesi terzi al di fuori dei confini europei. 

Massima attenzione per il recupero del post-Covid 19
Tra il 2010 e il 2019 l’Olaf ha portato complessivamente a termine oltre 2.000 indagini e ha raccomandato il recupero di oltre 7,3 miliardi di euro per il bilancio dell'Ue, formulando più di 2.700 raccomandazioni per l'adozione di azioni giudiziarie, finanziarie, disciplinari e amministrative da parte delle autorità competenti degli Stati membri e dell'Unione. Una funzione di protezione che ora più che mai diventa fondamentale per il piano di sostegno europeo dopo l’emergenza Covid-19. “Il successo dell'Olaf è una risorsa fondamentale per l'Europa in un momento in cui gli occhi di chi commette frodi sono puntati sul bilancio 2021-2027 e sui suoi 1,8 miliardi di euro destinati alla ripresa del continente dalle conseguenze della pandemia da Covid-19” ha dichiarato il Direttore generale Ville Itälä, che ha concluso: “Siamo pronti a utilizzare tutti i nostri strumenti per assicurarci che neanche un centesimo del bilancio dell'Ue vada perso a causa delle frodi, che le imprese europee non subiscano la concorrenza sleale da importazioni scadenti a basso costo e che non pagano le tasse e che i cittadini  siano al sicuro dai prodotti pericolosi, compresi quelli che si acquistano online”.

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