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Dal mondo

Onu, in arrivo una task force
contro corruzione ed evasione

L’Organizzazione per la nazioni unite ha istituito il Facti panel, che ha fissato la sua prima riunione a fine marzo

Nazioni Unite

Ai nastri di partenza il Facti panel (high-level panel on International financial accountability, transparency and integrity for achieving the 2030 Agenda), istituito ai primi di marzo dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu). Evasione ed elusione fiscale, riciclaggio di denaro e corruzione, questi i principali problemi che la task force avrà il compito di affrontare elaborando soluzioni a livello internazionale. Presentato durante l’Assemblea generale dell’Onu che si è svolta lo scorso 2 marzo dal Presidente dell’Assemblea e da quello del Consiglio economico e sociale, il panel è costituito da 15 membri provenienti dal mondo accademico, della politica, della società civile e del settore privato. A guidarlo, Ibrahim Mayaki, primo ministro della Nigeria.

Una task force per la trasparenza
Il panel ha il compito di proporre ai governi dei Paesi membri nuove strategie di intervento contro l’elusione e l’evasione fiscale, nell’ambito della lotta alla corruzione, della trasparenza finanziaria, del riciclaggio di denaro, della confisca e del recupero dei beni e dei proventi di attività criminali. Problemi che, come si legge nel comunicato ufficiale di lancio, sottraggono risorse agli Stati e creano concorrenza sleale tra le imprese, a svantaggio soprattutto delle medie-piccole. Il comunicato di lancio della nuova task force evidenzia come in un mondo globalizzato, dove il commercio, gli investimenti e le operazioni finanziarie hanno sempre di più carattere transfrontaliero, sia necessario rafforzare la cooperazione livello internazionale.

Come nasce
L’istituzione del Facti panel nasce in seguito alla risoluzione dell’Assemblea generale dell’Onu 74/2006, che contiene un invito agli Stati membri a prendere in considerazione l’importanza di combattere i flussi di finanziamenti illeciti e rafforzare le buone pratiche contro la corruzione e l’evasione. L’impegno a combattere le attività illecite e a promuovere la trasparenza è fissato dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, il piano di azione firmato nel 2015 e avviato all’inizio del 2016 dai governi dei Paesi membri dell’Onu che prevede 17 Obiettivi e 169 traguardi che gli Stati si sono impegnati a raggiungere entro il 2030.

I dati
Durante il discorso di presentazione del Facti panel, il Presidente del Consiglio economico e sociale dell’Onu ha messo in evidenza alcuni dati importanti: nel 2017 circa il 10% del Prodotto interno lordo globale è stato depositato nei cosiddetti paradisi fiscali ed è costato ai governi tra i 500 e i 600 miliardi di dollari all’anno di mancate entrate tributarie. Secondo le analisi del Fondo monetario internazionale, il 40% dei profitti delle società vengono dirottati verso Paesi con bassa tassazione, attraverso sofistiche forme di evasione ed elusione fiscale. A subire il danno sono soprattutto le economie dei Paesi meno sviluppati (ad esempio, quelli africani e dell’America latina)  nei quali le entrate provenienti dai redditi d’impresa rappresentano il 15% del gettito fiscale totale, contro il 9% dei Paesi con sviluppo economico più avanzato. A causa del mancato incasso fiscale, le economie meno sviluppate rischiano di non riuscire a fornire servizi pubblici essenziali alla collettività come la sanità e l’istruzione e a non raggiungere, quindi, gli obiettivi di sviluppo sostenibili fissati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.

La road map per il futuro
Il 30 marzo è previsto a Oslo, in Norvegia, il primo incontro della task force. I primi risultati del lavoro del nuovo gruppo saranno pubblicati in un report, la cui pubblicazione è in programma per luglio 2020, mentre le raccomandazioni finali del gruppo di lavoro saranno pubblicate nel febbraio 2021.

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