Pakistan: incentivi fiscali e tasse soft,
due novità che fanno discutere
L’obiettivo del governo è stimolare gli investimenti esteri e locali e rilanciare le attività produttive
Gli incentivi fiscali – Pur partendo da una delle pressioni fiscali più basse al mondo, pari circa al 9% della ricchezza prodotta, il governo pakistano ha introdotto una serie di ulteriori esenzioni e crediti di imposta per stimolare gli investimenti esteri e locali e rilanciare le attività produttive. In particolare, le imprese hanno a disposizione crediti di imposta dal 10 al 20% per gli investimenti e per la sostituzione di impianti e macchinari. Non solo, un credito di imposta pari al 100% dell’imposta dovuta per cinque anni è previsto per le aziende che rinnovano impianti e macchinari con investimenti a capitale totalmente nuovo.
Nelle zone economiche speciali l’esenzione raddoppia – Col supporto del Governo di Pechino, il Pakistan si è dotato di una serie di zone economiche speciali a tassazione agevolata (alcune delle quali riservate proprio agli investimenti cinesi). In queste aree speciali gli investimenti sono incentivati con un’esenzione fiscale decennale, doppia quindi rispetto a quella prevista per le zone ordinarie.
Alla ricerca dell’equilibrio fra tagli fiscali e consolidamento del Welfare State – All’incentivazione fiscale degli investimenti si affianca anche una riduzione dell’imposta sulle società, che passa dal 35 al 34%. Accanto a questi tagli sono state però introdotte delle misure per garantire un’adeguata copertura sul fronte delle entrate e della spesa sociale. La tassa minima dovuta indipendentemente da qualsiasi deroga o perdita è stata quindi aumentata dallo 0,5 all’1 %. Allo stesso tempo è stato introdotto un nuovo prelievo per il sostegno al reddito, pari allo 0,5 % della ricchezza “mobile” netta superiore a un milione di rupie pakistane. Con lo stesso obiettivo di aumentare le entrate, per tutti coloro che hanno un reddito tassabile è stato introdotto l’obbligo (con severe sanzioni penali per il mancato rispetto) di compilare una “autocertificazione” della propria ricchezza, da allegare alla dichiarazione dei redditi.
Il prestito del Fmi – La politica fiscale del governo pakistano sposa la filosofia del Fondo monetario internazionale, che quest’estate ha infatti approvato l’erogazione di un prestito di 6,65 miliardi di dollari per - si legge in comunicato stampa – “sostenere il programma di riforma economica del paese e per promuovere la crescita inclusiva” chiedendo in cambio, fra le altre cose, la riduzione il deficit di bilancio dall’8% al 3,5% del PIL entro il 2015/16. In particolare l’Fmi richiede a chiare lettere alle amministrazioni provinciali, in cui si articola la repubblica federale pakistana, di contribuire attivamente al processo di consolidamento fiscale dello Stato.