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Parlamento Ue: la Tax3 chiede
un’autorità antiriciclaggio

La Commissione speciale adotta una roadmap per una tassazione più equa e la creazione di una polizia finanziaria

Parlamento europeo

La Commissione speciale sui reati fiscali, l’evasione fiscale e l’elusione fiscale del Parlamento Europeo (Tax3) ha approvato in una relazione un calendario di proposte per affrontare i reati di natura fiscale e garantire una tassazione equa nell’Ue. La relazione è il frutto di un anno di lavoro della Commissione Tax3, costituita il 1° marzo 2018 dopo i casi LuxLeaks e Panama Papers e sarà messa ai voti nella sessione plenaria del Parlamento europeo questo mese.

Maggiore cooperazione per il contrasto del riciclaggio
La Commissione Tax3, nella relazione, rileva la necessità di una migliore cooperazione tra autorità amministrative, giudiziarie e di contrasto nell’Ue  e chiede che la Procura europea (Eppo) diventi operativa quanto prima e comunque entro il 2022, il cui regolamento di istituzione è stato adottato da 20 Stati membri a ottobre del 2017. Una volta operativa, la Procura europea sarà competente a indagare e perseguire i reati che ledono il bilancio dell’Ue, quali le frodi, la corruzione, il riciclaggio, le frodi Iva transfrontaliere. Nella relazione viene sottolineata anche l’esigenza di un rafforzamento della lotta contro i reati fiscali con una regolamentazione più forte a livello europeo, di sanzioni severe per le banche che facilitano la criminalità finanziaria e di una nuova polizia finanziaria europea nel quadro di Europol.
La relazione ribadisce anche la posizione della Commissione secondo la quale va creato un organismo fiscale globale, nel quadro delle Nazioni Unite, che dovrebbe essere dotato di risorse adeguate e di sufficienti mezzi perché possa assicurare che tutti i Paesi possano partecipare su un piano di parità all’elaborazione e alla riforma delle politiche fiscali globali.
Viene anche riscontrato come l’attuale livello di coordinamento della vigilanza delle istituzioni finanziarie per contrastare il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo, in particolari situazioni con effetti transfrontalieri, non sia sufficiente a far fronte alle sfide attuali in questo settore e che la capacità dell’Unione di applicare norme e pratiche antiriciclaggio coordinate sia attualmente inadeguata. La Tax3 evidenzia inoltre che non solo la cooperazione tra unità di informazione finanziaria degli Stati membri sia essenziale per combattere efficacemente le attività di riciclaggio, ma anche tra unità degli Stati membri e dei Paesi Terzi.

Le raccomandazioni principali contenute nella relazione
La relazione osserva che sette Paesi dell’UE (Belgio, Cipro, Ungheria, Irlanda, Lussemburgo, Malta e Paesi Bassi) mostrano i tratti di un paradiso fiscale e facilitano la pianificazione fiscale aggressiva, che i passaporti e i visti d’oro, programmi per i visti o gli investitori, con i quali si concede la cittadinanza o la residenza a cittadini non Ue in cambio di investimenti finanziari comportano dei rischi notevoli, tra cui una svalutazione della cittadinanza dell’Ue e favoriscono la corruzione, il riciclaggio di denaro e l’evasione fiscale e secondo Tax3, andrebbero gradualmente eliminati.

Secondo la Commissione del Parlamento, nei nuovi accordi pertinenti della Ue con i Paesi terzi dovrebbe essere inserita una clausola di “buona governance fiscale”  per garantire che non possano essere utilizzati in modo improprio da imprese o intermediari per eludere o evadere le imposte o riciclare proventi illeciti.

Nella relazione si ricorda anche l’importanza di una lista comune dell’Ue delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali basata su criteri completi, trasparenti, solidi, verificabili e comunemente accettati e aggiornata regolarmente; il Consiglio Europeo, inoltre, secondo Tax3, dovrebbe valutare adeguatamente la situazione in Svizzera per garantire che non vengano introdotti regimi fiscali dannosi.

Nella relazione, infine, si invita la Commissione Europea a effettuare una mappatura per analizzare il grado di reciprocità nello scambio di informazioni tra gli Stati Uniti e gli Stati membri e il Consiglio a conferire alla Commissione il mandato di negoziare con gli Stati Uniti per garantire la reciprocità nel quadro della normativa Fatca (Foreign Account Tax Compliance Act). 
 

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