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Dal mondo

Passato, presente e futuro fiscale del Messico

Le prime forme reali  di organizzazione del sistema tributario risalgono ai Tequiàmatl, registri fiscali utilizzati per riscuotere le imposte

Uno scorcio di TulumLa storia dei primi insediamenti agricoli risale al 6500-1500 a.C. ma è nei successivi 3000 anni che iniziano a svilupparsi le antiche civiltà degli Olmechi, Maya, Toltechi e Aztechi, una delle sette tribu Nahua originarie dell’area compresa tra il Messico settentrionale e il sud est degli Stati Uniti.
Oggi lo Stato, repubblica federale presidenziale, si è dotato di una Amministrazione finanziaria al passo con i tempi e al servizio del contribuente.
Lo scenario economico di riferimento
Con un prodotto interno lordo di 594 miliardi di dollari, un tasso di crescita reale dell’1 per cento e di inflazione del 4,55 (Fonte: EIU, Economic Intelligence Unit, Country Economic Data, May 25th 2004 su risultati relativi al 2003) il Messico è attualmente tra i maggiori produttori di petrolio e argento. Negli ultimi quattro anni gli eventi che più hanno influito sull’economia messicana hanno riguardato il calo del costo del petrolio, la discesa dell’inflazione (dal 9,49 per cento del 2000 al 4,55 per cento del 2003), l’aumento della disoccupazione (dal 2,22 per cento del 2000 al 3,25 del 2003) e la crescita del debito pubblico (dal 20,74 in percentuale sul Pil del 2000 al 24,40 per cento del 2003).

Il Messico ante litteram
La storia dei primi insediamenti agricoli risale al 6500-1500 a.C. ma è nei successivi 3000 anni che iniziano a svilupparsi le antiche civiltà degli Olmechi, dei Maya, dei Toltechi e degli Aztechi, una delle sette tribu Nahua originarie dell’area compresa tra il Messico settentrionale e il sud est degli Stati Uniti. Tenochtitlan, l’odierna Città del Messico, nasce, secondo le testimonianze contenute negli antichi manoscritti archeologici, tra il 1325 e il 1370 sull’isola del lago Texcoco, prima sede della monarchia azteca del sovrano Acampichtli.
 
La struttura organizzativa degli Aztechi
L’organizzazione della società azteca era strutturata secondo criteri piramidali ed era composta in ordine di importanza dai sacerdoti, dai guerrieri (che godevano di benefici esclusivi tra cui spiccava l’esenzione dal pagamento delle tasse per meriti raggiunti in battaglia), dai mercanti, dal popolo e, infine, dagli schiavi. Il vertice dello Stato era rappresentato dall’Imperatore che poteva contare sulla collaborazione diretta di un Consiglio supremo, eletto da venti clan residenti nella capitale Tenochtitlan. Le terre, suddivise in calpulli (quartieri o villaggi), appartenevano alla comunità mentre i singoli lotti (tlalmilli) erano di proprietà di un membro della comunità. La parte comune delle terre era rappresentata dalla porzione di calpulli le cui rendite erano utilizzate per sostenere gli inabili al lavoro, pagare le tasse e per la gestione dell’Amministrazione centrale. Nel 1519, all’arrivo dei conquistadores spagnoli, l’impero azteco, rappresentato da Motécuhzoma II (meglio conosciuto come Moctezuma o Montezuma II), era lo Stato più potente di tutto il Mesoamerica.


L’imposizione tributaria: dagli Aztechi a Cortés
Gli antichi manoscritti aztechi fanno risalire le prime forme di manifestazione del sistema tributario ai Tequiàmatl, carte o registri fiscali in cui era annotata la riscossione delle imposte. I primi esattori, definiti Calpixqueh, erano fiduciari dell’Amministrazione imperiale ai quali era affidato l’incarico di gestire un registro in cui erano riportati i territori soggetti a imposizione e le tasse periodicamente riscosse. I tributi erano suddivisi in varie tipologie: di guerra, religiosi e servizi speciali. In particolare questi ultimi gravavano sulle popolazioni conquistate.
Quando Hernan Cortés giunse in Messico, alla testa dei conquistadores spagnoli, rimase colpito dall’organizzazione amministrativa del popolo azteco. Per questo motivo decise di utilizzare il sistema tributario vigente apportando soltanto piccole modifiche alle modalità già collaudate di riscossione dei tributi.

Dalla Matricola dei Tributi al pedaggio
Nel riscattare le terre in nome del re di Spagna Cortès utilizzò le liste dei tributi aztechi che, attraverso una serie di modifiche successive, furono trasformate nel 1540 nella Matricola dei Tributi, uno dei documenti più importanti del codice amministrativo. Tra le prime operazioni compiute da Cortés anche l’elaborazione periodica di una relazione (il primo documento fiscale sull’andamento del gettito) redatta grazie anche al contributo determinante che derivò dalla nomina di un ministro locale, un tesoriere e vari contabili incaricati delle operazioni di riscossione e custodia del Quinto Real (la quinta parte dei beni che veniva corrisposta al Re di Spagna). Nel 1573 nasce la gabella e di lì a poco tempo il pedaggio, il diritto di passaggio sui territori conquistati.
La legislazione tributaria oggi
Il criterio per la determinazione del reddito che vige attualmente in Messico è l’applicazione congiunta del principio giuridico della territorialità, ossia della fonte dov’è prodotto il reddito, e del principio giuridico del reddito su base mondiale. I redditi dei residenti sono tassati indipendentemente dal luogo dove sono stati prodotti mentre per i non residenti si prendono in considerazione i redditi prodotti soltanto sul territorio messicano.
Le imposte e la progressività delle aliquote
Le imposte sul reddito per le casse dell’erario messicano, fino quando non è stata introdotta l’imposta sul valore aggiunto, sono state la prevalente fonte di gettito fiscale. L’imposta sul reddito si basa sulla progressività delle aliquote per scaglioni, con l’aliquota che aumenta in proporzione alla crescita della ricchezza. Gli scaglioni per l’esercizio fiscale 2004 sono sette, dal 3 al 33 per cento, mentre erano otto, dal 3 al 35 per cento, per l’esercizio fiscale 2002. Dal punto di vista della tipologia, l’imposta sul reddito è un’imposta globale che comprende tutti i redditi, senza alcun riferimento alla loro origine.
Il Fisco e le imprese
L’imposta sul reddito delle persone giuridiche si basa sul principio della proporzionalità e l’aliquota applicata è del 33 per cento a partire dall’esercizio fiscale 2004. Tuttavia all’esame del Parlamento c’è la proposta di ridurre l’imposta federale di cinque punti per portarla al 28 per cento nei prossimi tre anni. La legislazione tributaria del Messico prevede anche un regime semplificato per le persone giuridiche e per quelle morali che operano nel settore delle attività agricole, allevamento e trasporto su strada di persone e merci. Con il regime semplificato, il calcolo dell’imposta può essere effettuato o applicando al risultato fiscale dell’esercizio l’aliquota prevista, oppure moltiplicando l’utile fiscale per un coefficiente prestabilito che é 1515. Per questi contribuenti è ammessa la riduzione dell’utile fiscale d'esercizio secondo una determinata proporzione.
I redditi da capitale e i servizi on line
I redditi da capitale (immobili, azioni, partecipazioni societarie, titoli, opere d’arte ecc.) hanno lo stesso trattamento fiscale dei normali redditi di esercizio, vale a dire su base progressiva. L’Amministrazione tributaria messicana, sulla strada della modernizzazione del fisco si è dotata anche di un “Ufficio virtuale” che, oltre a offrire ai cittadini numerosi servizi, consente ai contribuenti l’adempimento degli obblighi fiscali in modo diretto, rapido e semplice attraverso Internet.

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