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Dal mondo

Portogallo e Spagna: due opposti
che si attraggono

Sono alcune delle novità che emergono dal bollettino pubblicato sul sito del Df e relativo al primo trimestre 2013

segno più e segno meno
Una trimestrale a doppio binario è quella che emerge dall’ultimo bollettino sulle entrate tributarie internazionali, pubblicato sul sito del Df, e relativo al periodo gennaio-marzo 2013. Protagonisti di turno sono ancora una volta il Portogallo e la Spagna ma da due opposti versanti. Elemento di attrazione l'appartenenza alla stessa area geografica. A seguire l’Irlanda, assoluta protagonista per tutto il 2012 e l’inizio del 2013, ma che ora comincia a mostrare segni di “affaticamento”. A indicarlo il trend, in valore assoluto, dell’ultimo Rapporto che assegna al Portogallo la posizione di testa della speciale classifica e alla Spagna quella di coda. Un risultato che ripropone quanto già evidenziato nel primo Rapporto 2013 di gennaio ma con il Portogallo in controtendenza rispetto all'ultimo Rapporto Df del 2012.

L’andamento tendenziale dei primi tre mesi
Le divergenze tra i singoli Paesi trovano conferma nel primo trimestre 2013 con due novità. La prima riguarda la forbice di variazione che divide il Paese con la crescita più elevata da quello con la minore crescita. Il valore, anziché aumentare, diminuisce e, rispetto all’ultima rilevazione, ha raggiunto la quota di 13,4 punti percentuali. La seconda riguarda i due Paesi che si trovano ai due opposti del risultato. Entrambi appartengono all’Europa del sud: il Portogallo con la crescita più alta (+5,2%) e la Spagna con quella più bassa (-8,2%). In seconda e terza posizione, per andamento tendenziale, sono stati, in questo primo trimestre dell’anno, la Francia (+3,6%) e la Germania (+3,4%) che fanno registrare una crescita significativa con valori simili a quelli rilevati nel 2012.
 
Le prime tre posizioni viste da vicino
Il Portogallo è il Paese con il tasso di crescita più elevato nel primo trimestre dell’anno. Un nuovo risultato positivo che fa da contraltare ai tassi di variazione tendenziali, costantemente negativi, registrati nel 2012. A incidere sul positivo risultato è stato l’aumento del gettito delle imposte dirette (+17,7%) contro il valore negativo delle imposte indirette (-2,2%). In crescita, rispetto a marzo 2012, il gettito dell’imposta sui redditi delle persone fisiche (39%) che si attesta a 3 miliardi di euro (+22,6% sul 2012) contro la flessione di quella sui redditi delle società (-30,8%). In seconda posizione la Francia (+3,6%) le cui entrate tributarie, al netto di rimborsi e sgravi, hanno mostrato un aumento di 2,3 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo del 2012. Al terzo posto la Germania che, in marzo, grazie a un aumento del 5,7% delle entrate tributarie rispetto allo stesso mese dello scorso anno, ha ottenuto un gettito cumulato, nel periodo gennaio-marzo, di 135 miliardi di euro pari a una crescita tendenziale del 3,4% rispetto allo stesso periodo del 2012.
 
Irlanda e Spagna: due eccellenze che frenano
Il mese di marzo si è rivelato invece interlocutorio per l’Irlanda. Dopo essere stata per tutto il 2012 e l’inizio 2013 il Paese con il tasso di crescita più elevato, il tasso di variazione tendenziale di marzo l’ha riportata ben al di sotto della media registrata prima (+1,1%). Ma la vera novità del bollettino è rappresentata dalla Spagna che continua a registrare un crollo del gettito (-8,2%) dopo la chiusura positiva di dicembre 2012. Una flessione, rileva il documento, che si spiega con i maggiori rimborsi erogati nel 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012.
 
La performance del Regno Unito
Il Regno Unito, nel periodo di riferimento, evidenzia una variazione negativa del gettito tributario che si attesta al -2,2% a fronte del risultato positivo di febbraio (+2,9%). Un andamento che, comunque, non ha impedito di registrare un aumento tendenziale dello 0,2% quantificato in 118,7 miliardi.
 
L’andamento del gettito Iva
Con la sola eccezione di Spagna e Portogallo, che nel primo trimestre hanno registrato tassi di variazione negativi, rispettivamente del 2,6% e dello 0,6%, tutti i Paesi considerati nel Rapporto hanno registrato valori positivi. Dal +4% messo a segno dal Regno Unito al +1,6% della Francia passando per Germania (+0,4%) e Irlanda (+0,2%). In generale, rileva il Rapporto, i tassi di variazione per tutti i Paesi osservati sono decisamente inferiori rispetto a quelli registrati negli ultimi mesi del 2012. Una regola a cui fanno eccezione due Stati: il Regno Unito che dall’inizio del 2013 continua a registrare tassi di crescita elevati; il Portogallo che continua a ridurre il divario rispetto allo stesso periodo del 2012.
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