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Dal mondo

R&S: gli incentivi fiscali, in Europa
diffusi ma differenziati

È quanto emerge dall’ultimo studio della Commissione Ue che analizza le modalità e i termini di utilizzo

incentivi fiscali per ricerca e sviluppo
Oltre 80 incentivi fiscali introdotti in 31 Stati per favorire gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo. Questo l’ampia casistica analizzata dalla Commissione europea nella pubblicazione “A study on R&D Tax incentives” che propone, sulla base dei casi presi in esame, un indice di valutazione basato su venti best practice. A ottenere il risultato più alto è il credito d’imposta francese varato per supportare le start up innovative.
 
Le best practice europee
Gli incentivi fiscali per la ricerca e lo sviluppo sono molto diffusi in tutte le economie avanzate (in Europa non sono presenti solo in Germania ed Estonia), ma con importanti differenze tra Stato e Stato. Nonostante però le disparità nazionali e la difficoltà di trovare una metodologia il più possibile condivisa, i ricercatori della Commissione sono riusciti a elaborare un indice di valutazione dell’efficacia delle agevolazioni fiscali in questo settore.

L'indice di valutazione e le best practice
L’indice si basa su venti principi di best practice riconducibili a tre macro aree: per quali tipi di spese le imprese possono fruire dei benefici fiscali, il tipo di aziende a cui sono destinati e come funziona la procedura di richiesta degli incentivi. Una delle più importanti, secondo lo studio della Commissione, è l’utilizzo dello schema basato sul volume di spesa rispetto a quello incrementale. Nel primo caso, infatti, l’agevolazione è prevista per l’intero ammontare delle spese sostenute dall’azienda in attività di ricerca e sviluppo e comporta minori costi amministrativi e di compliance. Nel secondo caso, invece, il beneficio fiscale è rapportato all’incremento di spesa effettuato rispetto all’esercizio precedente.
Il report dà una valutazione positiva alla politica fiscale di Canada e Gran Bretagna, Paesi dove gli aiuti sono finalizzati esclusivamente a quelle attività che contribuiscono a incrementare il tasso di innovazione collettivo, e non solo quello dell’azienda.
Per quanto riguarda il target, lo studio dimostra come sia più utile destinare le agevolazioni alle start up piuttosto che più genericamente alle piccole e medie imprese. Infine, la ricerca della Commissione inserisce tra le best practice anche l’utilizzo di valutazioni periodiche dell’efficacia dei benefici, presenti solo in pochi Paesi, tra cui Francia e Olanda.
 
Francia, Norvegia e Danimarca sul podio
Tra tutti gli incentivi analizzati, a ottenere il punteggio più alto, calcolato sulla base dell’indice di valutazione, è il Jeunes Enterprises Innovantes, il credito d’imposta introdotto dal governo francese a sostegno delle startup innovative, seguito dal bonus per le piccole e medie imprese varato in Norvegia, che presenta anche una procedura di applicazione online estremamente semplice. Il credito è stato introdotto nella terra dei fiordi dopo una consultazione pubblica e varie valutazioni. Terzo posto per l’ammortamento accelerato degli investimenti, esistente in Danimarca, un’agevolazione che presenta un’ottima procedura di applicazione.
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