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Dal mondo

Russia, il business delle tangenti mette le ali e supera le entrate fiscali

Ad affermarlo è uno studio  condotto da Indem, Istituto di ricerca di Mosca che da anni studia il fenomeno della corruzione

Secondo le risultanze del lavoro, pubblicato di recente, il boom da primato delle tangenti e dei pagamenti irregolari di denaro, effettuati nei confronti soprattutto di operatori e rappresentanti delle diverse Amministrazione russe, avrebbe visto crescere la sua taglia di ben 9 volte rispetto a quella misurata da una medesima indagine svolta nel 2001. La pressione esercitata dalla corruzione sulle tasche dei cittadini originerebbe un gettito di oltre 300 miliardi di dollari l’anno ovvero più di quanto contabilizzato dall'Erario federale in termini di entrate fiscali nel 2004.

Quattro anni or sono il Presidente russo, Vladimir Putin, aveva arringato in maniera stringente e piuttosto muscolare, come suo costume, il palcoscenico internazionale preannunciando, entro il 2010, il raddoppio della taglia dell’economia russa. In realtà, almeno secondo i dati che compaiono sulle indagini statistiche realizzate recentemente dall’Istituto di ricerca Indem, il think tank indipendente moscovita che si occupa da anni di sondare e di studiare il fenomeno della corruzione in salsa russa misurando quanto danneggi la società civile oltre che i portafogli dei contribuenti medi e i bilanci delle aziende, l’effettivo raddoppio di un indicatore legato comunque ai flussi finanziari interni che interessano i cittadini russi ha riguardato il pianeta complesso della corruzione piuttosto che quello freddamente economico. Infatti, sempre secondo quanto riportato all’interno dello studio pubblicato recentemente, il boom da primato delle tangenti e dei pagamenti irregolari di denaro effettuati nei confronti soprattutto di operatori e rappresentanti delle diverse Amministrazioni russe, federali, locali e regionali, avrebbe visto crescere la sua taglia di ben 9 volte rispetto a quella misurata da una medesima indagine svolta nel 2001.
Più tangenti che tasse
In termini puramente contabili, attualmente la pressione esercitata dalla corruzione sulle tasche dei cittadini ordinari russi e su quelle degli operatori economici, incluso naturalmente il peso delle arcinote tangenti, originerebbe un gettito di oltre 300 miliardi di dollari l’anno. Si tratta di una cifra talmente estesa da risultare quasi doppia rispetto alle entrate fiscali federali che, nel 2004, sono rifluite nelle casse dell’Erario moscovita. Per l’esattezza, all’interno del rapporto diffuso dal Centro Studi Indem, il numero finale legato alla contabilità del flusso liquido delle tangenti, delle bustarelle, delle mazzette, dei pizzi, di una vasta gamma di creste e di somme trasferite sottobanco, si arresterebbe a ben 319 miliardi di dollari, costituendo nel 2004 una delle voci di spesa maggiori, se non la maggiore, tra quelle che trovano posto nel menù del russo medio.


* Il boom dei fenomeni legati al diffondersi della corruzione in Russia tradotti in flussi di finanza e di liquidità che fuoriescono dalle tasche dei cittadini russi.
Fonte : Istituto Indem (i valori riportati nel grafico sono espressi in miliardi di dollari).

I numeri della crociata anticorruzione lanciata e sponsorizzata dal Cremlino
L’estendersi della pratica, oramai divenuta un rituale, della tangente ha spinto in maniera piuttosto decisa il Governo russo ad intensificare ed inasprire la legislazione anticorruzione. In pratica, in relazione alle recenti modifiche approvate dalla Duma e sostenute dall’Esecutivo, sono cresciute sia le risorse sia i mezzi posti a disposizione del Ministero degli Interni, in particolare dello speciale Dipartimento che si occupa della lotta alla criminalità e al terrorismo, volti ad arrestare l’estendersi di un fenomeno che, come peraltro sottolineato dalla recente indagine realizzata dall’Indem, non viene più tollerata dai cittadini russi come accadeva diversi anni or sono. Piuttosto, la stragrande maggioranza della popolazione, oltre il 70 per cento, la considera oramai una piaga quotidiana rispetto alla quale è giunto il momento di reagire. In questo quadro, l’inasprimento della legislazione e il pugno duro esibito recentemente dagli investigatori dello speciale Dipartimento degli Interni è stato accolto come una sorta di punto di svolta che, si spera, non subito ma nel medio periodo dovrebbe condurre il Paese fuori dal tunnel della corruzione diffusa. I numeri sembrano dare consistenza a questa previsione. Infatti, nel primo semestre del 2005, utilizzando i nuovi poteri, gli investigatori del Cremlino hanno cominciato a far luce su oltre 30 mila casi di corruzione, 31 mila per l’esattezza, che hanno già contribuito a far emergere estesi sistemi di malaffare e di tangenti soprattutto all’interno di alcuni settori dell’amministrazione federale che sovrintendono al rilascio di brevetti e licenze per lo sfruttamento di risorse minerarie e per l’avvio di lavori finalizzati all’individuazione e all’estrazione di gas e petrolio, entrambi segmenti strategici dell’economia russa. All’interno di queste iniziative, ben 500 funzionari appartenenti ai diversi rami della complessa burocrazia russa sono già stati arrestati con l’accusa di corruzione e sono, al momento, in attesa di giudizio davanti alle corti federali.

Il Fisco al terzo posto nella classifica della corruzione
L’indagine realizzata dal noto Istituto moscovita  Indem ha interessato oltre 1000 operatori economici, manager e imprenditori, ai quali si sono sommati i risultati relativi alle interviste e alle domande riferite ad una platea di circa 3000 cittadini "ordinari". Secondo quanto riportato all’interno dell’analisi condotta dal Centro di Ricerca moscovita, ricomponendo le diverse voci e i differenti disaggregati nel capitolo riservato alle conclusioni, mentre circa 316 miliardi di dollari transitano direttamente dalle tasche degli imprenditori e degli operatori attivi nel pianeta del business entro quelle di una pletora di piccoli e medi burocrati che appartengono non soltanto alle Agenzie federali ma anche, e soprattutto, a quelle istituite su base locale, municipale, oppure, regionale, soltanto i restanti 3 miliardi di dollari abbandonano i portafogli dei cittadini cosiddetti "ordinari" in cerca di un’accoglienza interessata in quelli di altrettanti rappresentanti delle Amministrazioni russe distribuite sui diversi livelli, almeno tre. Al primo posto, con sorpresa della stragrande maggioranza degli osservatori stranieri, ben il 30 per cento delle mazzette distribuite nel 2004, ovvero circa 100 miliardi di dollari, è finito tra le mani degli ispettori che si occupano di verificare che gli edifici siano realizzati a norma secondo le regole federali, in particolare sotto il profilo dei parametri legati ai servizi antincendio e di sicurezza. La seconda categoria di pubblici dipendenti che attrae una quota consistente delle mazzette distribuite annualmente sono i membri delle autorità e degli organismi che rivestono un ruolo chiave nella distribuzione e nel riconoscimento di licenze e permessi per l’avvio di attività in svariati settori economici. Soltanto al terzo posto invece gli ispettori del Fisco che, almeno secondo quanto riportato, non assorbe oltre il 20 per cento dei flussi delle tangenti in entrata nelle maglie della burocrazia russa.

I rischi della trincea dietro le tangenti

Passando invece dal pianeta più legato al business a quello connesso alla vita quotidiana del cittadino medio russo, la voce d’uscita più significativa legata al flusso di bustarelle e mazzette è invece egemonizzata dai pagamenti illeciti forniti sottobanco agli ufficiali dell’Esercito e ai medici militari che si occupano delle procedure di reclutamento. Infatti in tale segmento della corruzione mentre nel 2001 i soldi delle tangenti spese effettivamente non superavano i 13 milioni di dollari l’anno, ora sono di circa 353 milioni di dollari, avendo raggiunto una taglia 25 volte più estesa di quella di quattro anni or sono. Secondo gli esperti e gli analisti dell’Istituto che ha realizzato la ricerca, si tratterebbe in questo caso di una impennata piuttosto comprensibile. Gli elementi di rischio e di criticità che permangono ancora, per esempio, nell’area cecena, o, più in generale, nell’instabile perimetro del Caucaso, sono talmente elevati che un numero sempre crescente di famiglie russe punta oramai apertamente a sganciare i propri figli dai doveri connessi al servizio militare, anche ricorrendo al versamento di apposite bustarelle nelle mani dei responsabili che hanno il compito di selezionare la leva.
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