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Dal mondo

Singapore: stop al riciclaggio
e super-bonus per chi innova

Un centro finanziario oramai affermato, all’apice e stimato in crescita, è stato completamente ridisegnato

singapore
Come cambia, in trenta giorni, il look fiscal-finanziario del maggior hub finanziario nel sud-est asiatico. L’esordio con l’adesione, completa e senza corollari, al piano Usa, FATCA, sullo scambio d’informazioni. A seguire, doppia apertura all’Unione europea prima, e all’Ocse in seconda battuta, sulla normativa in materia trasparenza in tema di fisco e di finanza internazionale. E per concludere con clamore, un colpo al riciclaggio, equiparando tale reato a quello di “terrorismo finanziario” e innalzando le pene fino al massimo previsto dal sistema giudiziario di Singapore, ovvero, 10 anni.
 

30 giorni per il restyling d’una cassaforte mondiale – L’esempio di Singapore  da manuale. Un centro finanziario oramai affermato, all’apice e stimato in crescita, è stato completamente ridisegnato, almeno in termini giusnormativi, da due emendamenti, posti in appendice all’ultima legge finanziaria approvata lo scorso febbraio. Nel primo è riportata, e descritta, la stretta sul riciclaggio che preoccupa sempre di più un Paese che ogni anno vede affluire sui conti delle sue banche e delle società finanziarie centinaia di miliardi da ogni angolo del Pianeta. Leggendo la motivazione sull’innalzamento della pena e delle sanzioni aggiuntive, si spiega in maniera piuttosto lucida come di fronte ad un mercato con protagonisti, multinazionali, holding, trust e enti finanziari, che operano e si muovono applicando canali, manuali, regole, e tecnologie sempre più complesse e spesso impossibili da tracciare, fosse oramai irrimandabile un cambiamento radicale e altrettanto innovativo delle regole del gioco. Il rischio da evitare, infatti, è quello di assistere alla trasformazione di Singapore in una sorta di porto franco per i miliardi di capitali illeciti derivanti dalle attività di decine di grandi gruppi criminali e che una volta fatto il loro ingresso nel circuito finanziario della giurisdizione asiatica ne uscirebbero completamente rigenerati e, soprattutto, ripuliti.   
 
E nella lotta al riciclaggio finisce anche l’evasione – Riciclaggio uguale evasione più elusione. E’ la logica della nuova normativa che ha riscritto dalle fondamenta la legge sulle attività criminali “gravi”. Il principio è chiaro: non si può porre un freno al riciclaggio se non si rafforza la stretta contro evasione ed elusione. Seguendo questo ragionamento, una ulteriore aggiunta all’emendamento sul riciclaggio ha visto comparire i termini evasione ed elusione. In pratica, da ora in avanti in caso di evasione, o di elusione, da parte di aziende e cittadini stranieri, queste attività saranno perseguite e sanzionate, qualora siano riconosciute passibili di pena, o sanzione, nei Paesi d’origine della multinazionale o del soggetto al centro del procedimento. In più, per sveltire lo scambio d’informazioni, l’autorità fiscale di Singapore potrà avanzare richieste o scambiare dati con le Amministrazioni finanziarie di altri Paesi senza dover richiedere specifiche autorizzazioni e sottoscrivere memorandum ad hoc con le autorità fiscali del Paese con il quale intende scambiare dati e profili di Intelligence fiscal-tributaria.
 
Spazio a ricerca e innovazione – Ma il passo avanti che in molti attendevano è quello in tema di ricerca, sviluppo e produttività, e innovazione. Anche in questo caso è stato sufficiente un semplice emendamento alla legge finanziaria. E così ecco serviti i supporter delle nuove tecnologie e dell’informatica, della ricerca e dello sviluppo. In pratica, mentre il bonus, PIC, per le spese dirette a potenziare l’innovazione e la produttività di una azienda sarà prorogato fino al 2018, a questa misura si affiancherà una deduzione speciale, con un tetto massimo di 300mila euro, di cui potranno beneficiare le piccole e medie imprese per spese dirette a ricerca, sviluppo, innovazione e produttività. Prorogata inoltre fino al 2025 anche la deduzione del 50per cento delle spese per le aziende che investono in ricerca e sviluppo, e fino al 2020 per le grandi imprese che elaborano importanti progetti che, una volta approvati dall’Ufficio dedicato del Ministero, rientrano automaticamente nella platea dei beneficiari dei bonus sulla ricerca e sullo sviluppo. Naturalmente, per evitare abusi, quindi spese o progetti solo annunciati ma che non si traducono affatto in realtà concrete, a parte beneficiare del bonus, per impedire tali forme di ingiustificato favore, saranno strette maglie e condizioni per accedere ai fondi. In particolare, crediti, bonus e sconti scatteranno soltanto qualora i materiali, i beni e i macchinari indicati nei progetti risulteranno effettivamente stoccati, trasferiti e in uso da arte dell’azienda. Stessa cosa per i nuovi posti di lavoro potenziali indicati.
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