Spagna e Portogallo, cambio
di passo per le entrate fiscali
Sono le due principali novità che emergono dai bollettini pubblicati sul sito del Df e relativi al 2012 e al 2013
Il valore tendenziale nel Rapporto 2012
Aumenta, rispetto alla precedente rilevazione, la forbice di variazione che divide il Paese con la crescita più elevata, l’Irlanda (+7,7%), da quello con la minore crescita, il Portogallo (-6,8%). Un dato questo che si attesta a 14,5 punti percentuali contro i 10,9 della penultima analisi statistica, e comunque in aumento rispetto ai 13,3 di quella precedente e in diminuzione rispetto al 15% di quella cronologicamente ancora più indietro. In testa per andamento tendenziale sono stati, nel 2012, l’Irlanda, la Francia e la Germania seguite dalla Spagna che presenta per la prima volta un segno positivo e conquista un meritato quarto posto. Fanalino di coda il Portogallo.
Le prime tre posizioni in dettaglio
Il palmares del Paese con il tasso di crescita più elevato (+7,7%), nel 2012, lo conquista l’Irlanda. Nel solo mese di dicembre la “terra del trifoglio” ha registrato una forte crescita tendenziale delle entrate tributarie (+29,8%) con un valore cumulato di 36,6 miliardi, circa 2,6 miliardi in più rispetto allo stesso periodo del 2011 (+7,7%) e 271 milioni in più rispetto al dato previsionale (+0,7%). In seconda posizione la Francia (+5,3%) le cui entrate tributarie, al netto di rimborsi e sgravi, hanno raggiunto quota 268,4 miliardi contro i 255 dello stesso periodo del 2011 (+5,3%). Al terzo posto la Germania che, in dicembre, grazie a un aumento del 2,7% delle entrate tributarie rispetto allo stesso mese dello scorso anno, ha ottenuto un gettito cumulato, nel periodo gennaio-dicembre, di 584 miliardi di euro pari a una crescita tendenziale del 4,7%.
La Spagna al quarto posto, fanalino di coda il Portogallo
Ma la vera novità del Rapporto 2012 è rappresentata dalla Spagna che conquista, alle spalle dei tre “big”, un meritato quarto posto. Il risultato del gettito di dicembre, consolidando quello di novembre (+1%), ha consentito agli iberici di ottenere un aumento di 6,8 miliardi di euro (+4,2%) rispetto allo stesso periodo del 2011. Al risultato, secondo quanto indicato nel Rapporto, hanno contribuito gli effetti della manovra di consolidamento fiscale messa a punto nel corso dell’anno e la diminuzione per il quinto anno consecutivo delle basi imponibili. Il Portogallo è il Paese che, confermando il trend negativo, ha invece registrato il tasso di variazione tendenziale più basso (-6,8%) in ulteriore flessione rispetto a novembre (-1% sul mese precedente). A pesare sul risultato la flessione dell’attività economica, la debolezza della domanda interna.
La performance del Regno Unito
Per il Regno Unito, che con un -0,2% evidenzia una sostanziale stabilità nel periodo di riferimento, a segnare il passo nel periodo gennaio-dicembre 2012, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sono stati l’imposta sul reddito e sul patrimonio (-2,7%) mentre il gettito Iva si è confermato, con un +2%, superiore rispetto al 2011.
L’andamento del gettito Iva
Con la sola eccezione del Portogallo, che nel 2012 ha registrato un tasso di variazione negativo del 2%, tutti i Paesi considerati nel Rapporto hanno registrato valori positivi. Dal +4,4% messo a segno dall’Irlanda al +1,2% della Francia passando per Germania (+2,4%), Spagna (+2,4%), Regno Unito (+2%) e Francia (+1,2%). La forbice di variazione tra i Paesi con segno più e quelli con segno meno (-2% del Portogallo e +4,4% dell’Irlanda) è indicativo di un differenziale che ha raggiunto, anche in questo caso, i 6,4 punti percentuali contro i 7,1 della precedente rilevazione relativa ai primi dieci mesi dell’anno.
Il Rapporto 2013: le entrate in gennaio
Il primo mese del 2013 vale sempre all’Europa del Sud un risultato che è diametralmente differente per due Paesi di riferimento. Il Portogallo che, in gennaio, registra, in assoluto, il primo valore positivo (+2,4%) dopo un 2012 all’insegna di costanti variazioni tendenziali negative. La Spagna, di segno opposto, con una marcata flessione (-20,2%). In testa l’Irlanda (+3%) seguita dal Portogallo (+2,4%) e dalla Germania (+1,8%). Sostanzialmente stabili appaiono Regno Unito (+0,6%) e Francia (-0,7%). In termini di valore tendenziale, è invece di 23,2 punti percentuali la forbice di variazione che divide il Paese con la crescita più elevata, l’Irlanda (+3,3%), da quello con la minore crescita, la Spagna (-20,2%).
I dati sul fronte del gettito Iva
Anche sul fonte Iva il risultato più marcato, in termini negativi, riguarda la Spagna che si classifica all’ultimo posto con un -216,5%. Un risultato questo che, stando alle risultanze del Rapporto, sconta l’effetto dei rimborsi Iva effettuati in gennaio. Regno Unito e Irlanda si classificano, rispettivamente, con un +4,1% e un +0,9%, ai primi posti per tassi di variazione positivi. Di segno opposto i risultati messi a segno dalla Francia (-4,4%), dal Portogallo (-4%) e dalla Germania (-1,8%).