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Dal mondo

Spagna, pronta la terapia d'urto
per curare gli effetti della crisi

In campo misure draconiane per ridurre il debito pubblico e rilanciare la stagnante economia del Paese

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Iva in salita al 21 per cento, taglio delle tredicesime degli statali e delle agevolazioni fiscali per l'acquisto della casa, risparmi nei ministeri e nelle Amministrazioni locali. Sono solo alcuni degli ingredienti della cura da cavallo che il governo spagnolo ha iniziato a somministrare in dosi massicce al Paese, un malato in affanno le cui capacità di resistenza sono messe ogni giorno a dura prova dai colpi della crisi economica dilagante. L'ennesima ricetta a suon di tagli e riforme che, nelle intenzioni dell'esecutivo conservatore guidato dal leader del Partito popolare Mariano Rajoy, in carica dallo scorso dicembre, dovrebbe riportare sulla buona strada un'economia sofferente, con la disoccupazione al livello stellare del 24 per cento e lo spettro continuamente evocato del default delle casse pubbliche.

Corsa al rialzo per l'Iva – Tra le misure varate dal governo per tentare di traghettare la Spagna fuori dalle secche della crisi, l'aumento dell'Iva fa la parte del leone. In base al piano di austerità ratificato di recente dal Parlamento, a partire dal prossimo 1° settembre l'aliquota ordinaria dell'”Impuesto sobre el valor añadido” salirà dal 18 al 21 per cento, mentre quella ridotta farà segnare un balzo in avanti di due punti, passando dall'attuale 8 al 10 per cento. Resterà ferma al 4 per cento, invece, l'aliquota super agevolata, che si applica ai generi di prima necessità come il pane e il latte. Secondo il ministro delle Finanze e della Pubblica amministrazione, Cristóbal Montoro, la revisione al rialzo dell'Iva rientra nelle linee guida tracciate dal Programma di stabilità presentato nell'aprile scorso alle autorità europee e sarà accompagnata – rara nota positiva – dalla riduzione dei contributi per la sicurezza sociale versati dagli imprenditori nella misura dell'1 per cento nel 2013 e di un ulteriore punto percentuale in meno nel 2014.
Fisco più duro anche per chi acquista una proprietà e per i fumatori: dal prossimo 1° gennaio sparirà l'agevolazione sulle compravendite immobiliari e dovrebbe subire un ritocco all'insù anche la tassa sul tabacco.

Vita dura per gli statali – Un'altra tappa immancabile sulla via del rigore è rappresentata dal severo pacchetto di provvedimenti che mira ad assimilare sempre più la regolamentazione del settore pubblico a quella vigente nel settore privato. La nuova politica lacrime e sangue imposta dalla Moncloa, infatti, trova proprio nei dipendenti statali i suoi principali destinatari. Oltre alla soppressione della “paga extra de Navidad” – così si chiama in Spagna la tredicesima di Natale – i funzionari di tutte le amministrazioni dovranno incassare la riduzione dei giorni liberi e dei permessi sindacali e l'assimilazione del regime di incapacità temporanea al lavoro a quello generale della previdenza sociale. Non tutto però è perduto: la rinuncia per quest'anno alla paga extra di dicembre dovrebbe essere compensata nel 2015 con la remunerazione dei fondi pensione complementari.
Il ministro Montoro non ha mancato di riconoscere esplicitamente il valore dell'apparato statale spagnolo, ma nello stesso tempo ha sottolineato la necessità che il sistema sia sottoposto «a un forte processo di rinnovamento per affrontare le sfide di questi tempi duri». Sulla stessa lunghezza d'onda la vicepresidente del Consiglio, Soraya Sáenz de Santamarìa, che ha evidenziato gli sforzi fatti dai dipendenti dello Stato sin dal 2010, quando i loro salari furono prima ridotti e poi congelati.

Amministrazioni locali più efficienti – Le riforme messe in campo dal governo contemplano anche l'ottimizzazione dell’apparato di governo locale, in omaggio al principio “una amministrazione, una competenza”, per cui le autorità locali dovrebbero impegnarsi effettivamente solo per i servizi messi a budget. Per raggiungere questo traguardo il ministro Montoro prevede la soppressione di tutti quegli enti intermedi ed organismi minori che non contribuiscono a una gestione efficiente delle risorse. In quest'ottica si inscrive anche la sforbiciata del 30 per cento dei consiglieri comunali, che dovrebbe imprimere un'accelerata ai processi decisionali a livello territoriale.

Meno vincoli per il commercio – Porte aperte alla liberalizzazione degli orari di apertura al pubblico degli esercizi commerciali al dettaglio. Il ministro per gli Affari economici e la Concorrenza, Luis de Guindos, ha posto l'accento sull'aumento da 72 a 90 del numero massimo di ore di apertura settimanali dei negozi nei giorni lavorativi. Inoltre, dall'inizio del prossimo anno passerà da 8 a 10 il numero minimo di domeniche e giorni festivi in cui i commercianti potranno sollevare le saracinesche. Ancora, vengono definiti per la prima volta i criteri per individuare le zone ad alta affluenza di turisti e i periodi dei saldi vengono liberalizzati. Un range di soluzioni per un unico obiettivo: incentivare la ripresa delle attività commerciali e rilanciare le esportazioni.

Più liquidità per le regioni autonome – Il Consiglio dei Ministri, infine, ha approvato un decreto legge che prevede l’istituzione di un meccanismo di finanziamento regionale per garantire linee di credito alle regioni autonome coprendo le loro esigenze di liquidità. La gestione dei prestiti ricade sotto la responsabilità del ministro delle Finanze e della Pubblica amministrazione, con la collaborazione dell’Istituto de Credito Oficial (Ico), che avrà il compito di amministrare il fondo sul piano più strettamente finanziario. L’adesione al nuovo sistema – al quale sarà assegnata una dotazione massima di 18 miliardi di euro – avverrà su base volontaria, ma sarà soggetta a specifiche condizioni, in primis la sottoscrizione di un piano di aggiustamento.
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