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Dal mondo

Stati Uniti: tax regulations al vaglio
300 documenti verso la pensione

Nel mirino del Dipartimento del Tesoro i testi interpretativi dell’Irs che risultano poco chiari o obsoleti

tax regulations
Garantire a cittadini e imprese un sistema fiscale semplice, giusto, efficiente e alleato della crescita. Con quest’obiettivo, prefissato direttamente dal presidente Trump ad aprile 2017, si è messo a lavoro nei mesi scorsi il dipartimento del Tesoro Usa. Con quale risultato? La proposta, giunta in questi giorni, di un taglio significativo alle tax regulations, i documenti interpretativi del Codice tributario statunitense, emessi dall’Internal Revenue Service (Irs). Il Treasury ne ha individuati quasi 300 che dovrebbero essere abrogati in quanto ritenuti non più necessari, obsoleti o che addirittura rappresentano una duplicazione di altri in vigore. Regole fiscali, insomma, che secondo l’Amministrazione statunitense costringono i contribuenti a confrontarsi con un Fisco inutilmente complesso.

Una revisione a tutto tondo
Le indicazioni originariamente contenute nell’ordine esecutivo per l’identificazione e la riduzione degli oneri connessi alla regolamentazione fiscale, emesso dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, il 21 aprile dello scorso anno, riguardavano esclusivamente le tax regulations emesse a partire dal 1° gennaio del 2016. Ma il Dipartimento del Tesoro a stelle e strisce e l’Irs, coordinati dalla Treasury Regulatory  Reform Task Force, hanno dato vita a una revisione sistematica di tutti i documenti interpretativi, senza badare all’anno in cui soni stati emessi. 

Per non perdersi nel labirinto delle tasse
L’imponente processo di razionalizzazione dovrebbe portare all’eliminazione di 298 regolamenti fiscali emanati dall’Internal Revenue Service. Le tax regulations da mandare in pensione sono state classificate in tre categorie. La prima contiene tutti i documenti che forniscono interpretazioni di norme del codice tributario che sono state abrogate.
La secondo include, invece, i regolamenti fiscali dedicati a disposizioni normative statunitensi che nel corso del tempo sono state significativamente revisionate: testi, quindi,  che sono fermi alla data della loro emissione e non tengono conto delle modifiche apportate alla legge nel corso degli anni. L’ultima categoria accoglie, invece, le tax regulations che sono state valutate non più applicabili, per esempio quelle che riguardano regimi transitori.
Saranno interessate dal processo di sistematizzazione e semplificazione anche altri 79 testi regolativi che sono in qualche modo collegati alle 300 tax regulations che ricadono nelle tre categorie individuate dall’Amministrazione fiscale. Per loro si tratterà solo di un restyling, per adeguarle ai cambiamenti sopraggiunti. Sale così quasi a 400 il numero di documenti al vaglio. 
In base a quanto dichiarato dal Dipartimento del Tesoro, la proposta di  eliminazione di alcuni documenti interpretativi, piuttosto che di altri, non ha nulla a che fare con l’argomento della normativa disciplinato dalla tax regulation, ma riguarderebbe soltanto il fatto, come ha affermato il Segretario al Tesoro degli Stati Uniti d'America, Steven Mnuchin, che non sono più di nessuna utilità per i contribuenti.                
   
La voce dei cittadini americani nel processo decisionale
Come previsto dalla legge degli Stati Uniti, la proposta di eliminazione di centinaia di regolamenti fiscali è sottoposta a consultazione pubblica. I contribuenti americani hanno tempo fino al prossimo 14 maggio per manifestare la propria opinione sul taglio delle regole fiscali. I commenti potranno essere inviati via posta tradizionale direttamente agli uffici dell’Irs, oppure elettronicamente, attraverso il portale www.regulations.gov. Si tratta di una piattaforma online dedicata alla partecipazione attiva della cittadinanza ai processi decisionali, come espressione dei principi democratici, legali e di management. Il Fisco è solo una delle tante materie sulle quali “public comments make a difference”. Per sapere, quindi, se e come verrà ridisegnato il panorama delle regole fiscali made in Usa bisognerà aspettare la primavera.
 
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