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Dal mondo

Stretta di mano fra Ue e Giappone:
al via un mercato con meno barriere

Cancellati i dazi doganali sul 97% delle merci europee importate nel Sol Levante. Vantaggi analoghi per l’economia nipponica

Skyline di Tokio

L’Unione europea e il Giappone sono più vicini. In un mondo attraversato da protezionismi economici sempre più prepotenti, l’entrata in vigore del nuovo accordo commerciale Economic Partnership Agreement (Ape) inaugura un nuovo mercato di 635 milioni di persone che rappresenta un terzo della produzione mondiale di beni e servizi nel mondo. L’intesa prevede infatti un taglio radicale dei dazi relativi ai flussi commerciali nelle due direzioni. “Il nuovo accordo – ha detto Jean-Claude Juncker – offrirà ai consumatori una scelta più ampia e prezzi più convenienti, proteggerà i grandi prodotti europei in Giappone e quelli giapponesi in Europa, ad esempio il Tiroler Speck austriaco o il manzo Kobe, fornirà alle piccole imprese di entrambe le parti l'opportunità di estendere le loro attività in un mercato completamente nuovo”. Secondo il presidente della Commissione europea, il nuovo accordo consentirà alle imprese europee di risparmiare ogni anno 1 miliardo di euro in dazi e darà grande impulso agli attuali scambi commerciali tra le due parti.

I vantaggi per l’Unione europea
L’accordo di partenariato economico elimina la maggior parte dei dazi pagati ogni anno dalle imprese dell’Unione europea che esportano nei mercati del Sol Levante. Quando l'intesa raggiungerà la sua attuazione integrale, saranno soppressi i dazi doganali sul 97% delle merci che il Giappone, con il suo mercato interno di 127 milioni di consumatori, importa dall’Unione. Si stima che il taglio reciproco dei dazi potrebbe portare a una crescita degli scambi commerciali fra le due parti dell’accordo stimata in quasi 36 miliardi di euro all’anno.
Sulla tavola del giapponese medio sarà quindi più probabile trovare alimenti europei, dato che l’accordo elimina i dazi su formaggi come il Gouda e il Cheddar (fino a gennaio al 29,8%) e sulle esportazioni di vini (prima dell’intesa fissati al 15%). Esente da dazi anche il commercio di carni di maiale trasformate. L’intesa garantisce, inoltre, la protezione in Giappone di oltre 200 prodotti agricoli europei, allo stesso modo sono ora protette nell’Unione Europea una serie di indicazioni geografiche giapponesi. Nello spirito dell’accordo, anche i prodotti  di quello che un tempo era il tanto temuto Made in Japan trovano le porte aperte nel mercato dell'Unione Europea.

Il punto di vista del Sol Levante
Anche i vantaggi per il Giappone sono notevoli. Con l’applicazione a pieno regime dell’accordo saranno, infatti, abbattuti in maniera pressoché integrale i dazi all’ingresso dei prodotti nipponici nell’Unione. Il Giappone è riuscito, fra l’altro, a ottenere un trattamento preferenziale per la coltivazione del riso. Si tratta, infatti, di un prodotto della terra che in Giappone rappresenta sì una fonte di valore economico, ma soprattutto un tratto culturale e in un certo senso identitario. Ancora oggi la gran parte del riso consumato nel Sol Levante è prodotto in ambito nazionale. A ogni modo il governo Abe vede con favore l'Agreement, che secondo il ministro della Rivitalizzazione economica Toshimitsu Motegi rappresenta "un nuovo motore di crescita per l'economia del Giappone".

I chiarimenti
L'Economic Partnership Agreement fra Unione europea e Giappone è in vigore dal primo febbraio. Attualmente la cancellazione dei dazi riguarda il 91% dei prodotti Ue in direzione Sol Levante, ma – come anticipato – si estenderà gradualmente fino a coprire una gamma sempre maggiore di beni. Una serie chiarimenti tecnici per gli operatori sono contenuti nella circolare n. 1/2019 dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Si precisa, fra l’altro, che per accedere al “trattamento tariffario preferenziale i prodotti devono poter essere considerati originari di una delle due parti”.

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