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Dal mondo

Sudafrica: la strategia zero tasse
riporta al largo la tonnage tax

Un nuovo progetto si fa strada con l’obiettivo di rilanciare il settore marittimo afflitto da una grave crisi di risultati

porto sudafricano
Esentare gli armatori qualificati dalle imposte sul reddito, sui dividendi, dalla ritenuta alla fonte sugli interessi e sulle plusvalenze. Per essere considerato “qualificato” e rientrare a pieno titolo in questa categoria, l’armatore deve essere titolare di una impresa marittima con residenza fiscale in Sudafrica, proprietario di almeno una o più imbarcazioni regolarmente iscritte al registro navale nazionale e destinate al trasporto internazionale di persone o merci.
Sono alcuni dei punti qualificanti del nuovo sistema di tassazione delle attività imprenditoriali marittime. Il progetto, messo a punto nel luglio dello scorso anno dalla Amministrazione finanziaria sudafricana e che dovrebbe entrare in funzione da quest’anno, prevede l’applicazione di un regime fiscale più favorevole in grado di attrarre gli operatori che riportano le navi sotto la bandiera nazionale.
 
Le condizioni richieste dalla legge
Alcune precondizioni sono richieste per poter usufruire dei benefici. In particolare la disponibilità a riportare sotto la bandiera nazionale le imbarcazioni di cui sono titolari quegli armatori che svolgono attualmente attività d’impresa sotto l’egida dei registri internazionali, più competitivi sotto il profilo della tassazione, del costo del lavoro e delle tariffe, trasferire tutte le attività dirette e collegate sul territorio nazionale, l’interesse effettivo e non di comodo a rientrare stabilmente nel nuovo sistema del trasporto marittimo globale di persone e merci.
 
Il progetto e gli obiettivi del governo
L'obiettivo del governo è fare in modo che il Sudafrica possa diventare, nel giro di pochi anni, una delle 35 nazioni marittime più importanti e attrattive del mondo per numero di persone e merci trasportate. La riprova è contenuta nel progetto, messo a punto dal Dipartimento marittimo dei Trasporti, che risale al 10 agosto del 2010.  L’Autorità per la sicurezza marittima nazionale, negli ultimi anni, ha anche posto l’accento sulla necessità di disporre di una flotta nazionale in grado di trasportare quantità sempre crescenti di persone e merci all’interno e al di fuori del Paese e di essere più competitiva con altre marinerie mercantili. La chiave per sbloccare il potenziale delle imprese di trasporto sudafricano è e rimane l’industria mineraria. In questo contesto un trasporto marittimo meno oneroso per le casse dello Stato potrebbe, nelle intenzioni del governo, contribuire alla causa.
 
Il piano di rilancio dei trasporti e dell’economia
L’introduzione di un regime fiscale più favorevole all’imprenditoria marittima trova giustificazione anche nelle prospettive economiche e di risultato. Riportare le navi sotto bandiera nazionale significa per il Sudafrica porre un argine ai costi che ogni anno deve sopportare per far fronte alle necessità del trasporto di merci importate ed esportate e per le quali utilizza in prevalenza navi immatricolate all’estero. In secondo luogo rilanciare l’occupazione e la domanda locale di mobilità. Lo sviluppo di attività imprenditoriali marittime fuori del territorio nazionale, invece, ha finito negli ultimi anni per ridurre drasticamente le prospettive di crescita all’interno dei confini nazionali acuendo la crisi del comparto già penalizzata da quella economica internazionale.
 
La normativa vigente
La registrazione delle navi in Sudafrica è regolamentata dalla legge n. 58 del 1998. Questa legge disciplina, nel dettaglio e anche in modo piuttosto rigoroso, le formalità di registrazione, i diritti degli armatori, le modalità di tassazione e le sanzioni, civili e penali, per inosservanza delle disposizioni. Sotto il profilo fiscale, la normativa vigente prevede che gli armatori siano soggetti alle leggi fiscali generali del Sudafrica che prevedono una aliquota dell’imposta sul reddito delle società del 28%, l’applicazione di una ulteriore imposta del 15% sui dividendi e una sulle plusvalenze.
 
L’ipotesi della tonnage tax
Nel 2008 il Governo aveva seriamente pensato di allineare il regime fiscale dello shipping sudafricano ai sistemi fiscali di altre nazioni operanti nel settore marittimo introducendo una tonnage tax. I tecnici del Tesoro già dal 2005 stavano lavorando a una serie di ipotesi prendendo spunto da alcune già collaudate in Europa. L’idea era di tassare le società di navigazione sulla base di imposte fisse, commisurate alla stazza delle navi e ai giorni di attività. L’intento, ora come allora, è di arrestare il declino del Registro marittimo nazionale, far rientrare sotto bandiera sudafricana le navi iscritte all’estero, stabilizzare l’impegno fiscale dell’armatore, rafforzare la competitività dell’armamento, creare nuova ricchezza per il Paese in cui le navi e le società di navigazione sono registrate.  Ora, però, una nuova ipotesi si è fatta strada.
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