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Svizzera: crescono le entrate Iva.
Pubblicato il Rapporto 2013-14

Il documento presenta diversi risultati dettagliati ripartiti per settore economico, ammontare d’imposta, giro d’affari

trend entrate fiscali
Nella Confederazione elvetica tornano i conti sul fronte Iva. Nel 2014 le entrate dell'imposta sul valore aggiunto sono aumentate di ben due punti percentuali, per arrivare alla cifra di 22,7 miliardi di franchi. È quanto rivela il rapporto Iva 2013-2014, diffuso nei giorni scorsi dall'Ufficio federale di Statistica e dall'Amministrazione federale Contribuzioni. La pubblicazione presenta diversi risultati dettagliati ripartiti per settore economico, ammontare d’imposta, giro d’affari e altro ancora. Rappresenta quindi una potente lente di ingrandimento per esaminare lo sviluppo dell'economia del Paese.
 
Due canali per la riscossione - Nella Confederazione l'imposta sul valore aggiunto è riscossa da due “uffici”: l'Amministrazione federale delle Contribuzioni (Afc) e l'Amministrazione delle Dogane (Afd). La somma degli importi costituisce quello che, secondo la terminologia tributaria elvetica, costituisce il credito fiscale netto complessivo dell'Iva. Dell'ammontare complessivo, 11 miliardi di franchi sono stati riscossi dall'Afc: sono risorse provenienti dalle 368.045 imprese attive in Svizzera assoggettate all'Iva. Aziende che, nel 2014, hanno dichiarato un giro d'affari complessivo di oltre 3591,5 miliardi di franchi, in flessione (-1,6%) nel 2014 rispetto all'anno precedente.
Nell'analisi per settore economico, il documento conferma la centralità dei servizi, un'area produttiva che in un contesto Iva rappresenta circa i 2/3 dell'insieme. Il settore primario che, fra l'altro, beneficia di aliquote ridotte, è definito marginale ai fini degli incassi Iva, mentre il settore manifatturiero ha perso un po' di peso nel periodo considerato, con una flessione del numero di soggetti passivi.
 
L’andamento dei flussi Iva - L'esame della ripartizione dei flussi Iva fra Afc e Afd fornisce ulteriori dati interessanti sullo sviluppo dell'economia elvetica: nel 2014 l'Iva da importazioni ha rappresentato una fetta della torta leggermente più piccola rispetto a quattro anni prima. Se nel 2010 le riscossioni da parte dell’Afd sulle importazioni di merci avevano rappresentato il 53,4 per cento delle entrate Iva, nel 2014 questa quota è scesa al 51,7 per cento, pur nel contesto di un aumento continuo delle entrate complessive.
 
L'aliquota più bassa nell'area europea – In Svizzera, le aliquote dell'imposta sul valore aggiunto sono decisamente sotto la media rispetto a quelle applicate negli altri Paesi del Vecchio Continente: l'aliquota ordinaria è infatti dell'8%, mentre percentuali ridotte sono previste per il settore alberghiero (3,8%), per gli alimenti, i medicinali e l'editoria (2,5%).
 
Una rotta digitale – L'applicazione dell'imposta sul valore aggiunto rivela anche i passi avanti fatti dalla Confederazione sul fronte dell'amministrazione digitale, lungo la rotta tracciata dal piano svizzero per l'E-Governement. Nel Paese, infatti, il 20% delle imprese effettua il rendiconto Iva per via elettronica, con un sistema che consente la trasmissione della relativa dichiarazione in ogni momento: 7 giorni su 7, 24 ore su 24. Questa infrastruttura digitale garantisce una piena tracciabilità degli invii e consente di trasmettere la “riconciliazione annuale”, una correzione per via telematica del rendiconto Iva.
 
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