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Dal mondo

Svizzera: dalla Cina agli Usa
nuova ondata di accordi fiscali

L’ultimo in ordine cronologico è stato firmato con gli Stati Uniti e riguarda il differimento dell’accordo FATCA

onda anomala
Un autentico fermento tributario ha animato la piazza finanziaria elvetica per tutto il mese di settembre. Dopo l'isola di Man, con cui la Svizzera alla fine di agosto ha sottoscritto un accordo per disciplinare, in stile Ocse, lo scambio informazioni su richiesta, nuovi accordi internazionali si sono avvicendati nella Confederazione. Con la Cina è stata firmata a Pechino una nuova Convenzione per evitare le doppie imposizioni sul reddito e sul patrimonio che manda in pensione il vecchio accordo del 1991. Con Guernsey e Jersey è stato invece raggiunto un accordo sullo scambio di informazioni su richiesta del tipo di quello siglato con l’isola di Man. È degli ultimi giorni poi la notizia che Confederazione elvetica e Stati Uniti hanno raggiunto un accordo per differire l’entrata in vigore dell’accordo FATCA (Foreign Account Tax Compliance Act).
 
Il differimento dell’accordo tra i due Stati
L’accordo firmato tra Usa e Svizzera, in base al precedente calendario, prevedeva l’entrata in vigore dell’accordo dal 1° gennaio 2014. Il 12 luglio scorso il Dipartimento americano delle Finanze ha comunicato il differimento di 180 giorni nel calendario di attuazione dell’accordo FATCA da parte degli istituti finanziari esteri. La Svizzera e gli Usa, con uno scambio di note, hanno deciso di adeguare l'accordo al nuovo calendario e per gli istituti finanziari svizzeri l’intesa troverà applicazione dal 1° luglio 2014 anziché dal 1° gennaio.
 
La normativa FATCA
Vale la pena ricordare che la normativa statunitense, in acronimo FATCA, che sta per Foreign Account Tax Compliance Act, è stata varata nel 2010 per contrastare l’evasione fiscale all’estero ed entrerà in vigore a pieno regime dal 2014. L’intesa prevede che gli istituti finanziari esteri concludano un accordo in base al quale i conti americani identificati all’estero siano notificati alle autorità fiscali statunitensi.
 
Una convenzione tutta nuova con la Cina
Una nuova convenzione per evitare le doppie imposizioni. È il contenuto dell’accordo con la Repubblica popolare cinese che sostituisce la vecchia Convenzione in vigore dal 1991. L’accordo raggiunto tra la Confederazione elvetica e la Repubblica popolare cinese, tra l’altro Paese membro del G20, contiene, oltre a una rivisitazione di alcune norme, adeguate ai mutamenti intervenuti in questi anni, anche una serie di disposizioni sullo scambio di informazioni conformi all’attuale standard internazionale. I due Stati lo hanno firmato con l’obiettivo di sviluppare nel migliore dei modi le attuali relazioni economiche.
 
Alcuni aspetti dell’accordo con la Cina
Dividendi, canoni, imposta su attività commerciali e Iva. Sono queste le principali novità della nuova convenzione sulle doppie imposizioni. Relativamente ai dividendi è prevista la riduzione dal 10 al 5% dell'aliquota massima dell'imposta alla fonte sull'ammontare lordo dei dividendi nel caso in cui una società detenga almeno il 25% dei dividendi dell’altra società che li corrisponde. Sul fronte dei canoni, invece, i due Paesi hanno deciso di ridurre l'aliquota dell'imposta alla fonte dal 10 al 9%. Tra le novità anche la decisione da parte cinese di non riscuotere più l'imposta su attività commerciali (business tax) e neppure l'imposta sul valore aggiunto su prestazioni di trasporto internazionali eseguite da imprese di navigazione o aerolinee svizzere.
 
Dopo l’isola di Man tocca a Jersey e Guernsey
Dopo Isola di Man è ora la volta di Jersey e Guernsey, le due isole del canale che hanno negoziato e concluso con la Svizzera il secondo e il terzo accordo fiscale per disciplinare lo scambio di informazioni su richiesta. Una decisione che la Svizzera ha assunto per venire incontro alla richiesta avanzata dal Forum globale Ocse sulla trasparenza e lo scambio di informazioni a fini fiscali. 
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