Svizzera: fiscalità in primo piano
nel Rapporto sulle materie prime
Pubblicato dal governo il terzo resoconto sull’attuazione delle raccomandazioni formulate nel documento di base

Le aree che hanno registrato risultati positivi
Prezzi di trasferimento e convenzioni per evitare la doppia imposizione sono alcuni dei progressi rilevati nell’ultimo aggiornamento oltre a quelli in materia di promozione della piazza economica, trasparenza, responsabilità delle imprese e dello Stato, politica di sviluppo. Dalle rilevazioni compiute emerge che gli sforzi compiuti vanno nella direzione auspicata anche per ciò che riguarda la collaborazione con attori esterni alla Confederazione e all'interno della piattaforma interdipartimentale sulle materie prime.
Il settore delle materie prime
Nel commercio internazionale il settore delle materie prime elvetico ha un ruolo di spicco e costituisce uno dei poli d’attività (o «cluster») di enorme importanza economica e politica grazie alla sua storica tradizione, al contesto normativo favorevole, all’assetto economico-politico, stabile e prevedibile, alla fiscalità per le imprese attrattiva e concorrenziale e alla lungimirante capacità di sapere affrontare i violenti shock dei mercati finanziari internazionali. Oggi il settore contribuisce a livello nazionale alla crescita del Pil svizzero nella misura del 3,5% circa, alla creazione di valore, all’occupazione e al gettito fiscale, mentre a livello internazionale coopera all’allocazione ottimale, efficiente, sostenibile delle risorse su scala globale.
La piattaforma sulle materie prime: un po’ di storia
In Svizzera il commercio delle materie prime energetiche (p.es. il petrolio, il gas naturale), quelle minerarie (p.es. il rame, il ferro, l’alluminio, l’oro), ed agricole (p.es. il frumento, lo zucchero, il caffè, il cotone), ha una lunga tradizione, e risale al XVIII secolo. Numerose società estere con sede in Svizzera hanno trasferito parte delle loro attività durate o immediatamente dopo una grave crisi, altre società fondate nei secoli scorsi sono ancora esistenti, altre ancora sono nate da fusione o sono l’insediamento di grandi case commerciali estere, che hanno aperto in svizzera la loro filiale, o il loro quartiere generale europeo. Alla luce del crescente interesse pubblico per questo settore e della sua importanza per la politica interna ed estera, il Dipartimento degli affari esteri (DFAE), il Dipartimento delle finanze (DFF) e il Dipartimento dell'economia, della formazione e dalla ricerca (DEFR) hanno istituito nella primavera del 2012 una piattaforma sulle materie prime. Il suo obiettivo è quello di migliorare il flusso d'informazioni in seno all'Amministrazione federale e di elaborare un Rapporto di base sul tema delle materie prime in Svizzera.
Le 17 raccomandazioni della piattaforma interdipartimentale
Il settore delle materie prime rappresenta oggi in Svizzera uno dei più importanti rami economici, il suo contributo è di grande sostegno all’economia reale. A causa dell’elevata concorrenza con altre piazze economiche internazionali, talvolta anche sleale, con gli Stati dell’Ue e gli Stati Uniti, ma anche con Singapore, Dubai e altre piazze asiatiche, il governo elvetico ha implementato misure e strumenti normo-tecno-giuridici volti a conservare e rafforzare le proprie condizioni di attrattività ed affidabilità nel mercato, imposizione competitiva, offerta di mercato, efficiente, trasparente equa integra e soprattutto condotta nel rispetto dei diritti dell’uomo, degli standard ambientali e sociali ed internazionali. Al fine di assicurare il rispetto di tali principi e un andamento stabile micro e macro economico il Consiglio Federale il 27 marzo 2013 ha approvato 17 raccomandazioni formulate dalla piattaforma interdipartimentale sulle materie prime, per rafforzare la competitività internazionale, assicurare il miglioramento dell’accesso al mercato, migliorare la resistenza alle possibili crisi di mercato e contestualmente garantire l’integrità della piazza finanziaria interna ed internazionale, assicurare la lotta contro il riciclaggio di denaro, la lotta ai flussi finanziari sleali e illeciti provenienti da Paesi in sviluppo, e la lotta alla corruzione.
La lotta contro i flussi finanziari illegali
La raccomandazione n. 4 sancisce la lotta contro i flussi finanziari illegali, che possono scaturire anche da fondi acquisiti illegalmente nel quadro di operazioni su materie prime. Con la legge federale del 12 dicembre 2014, di cui l’ultima parte è entrate in vigore dal primo gennaio 2016, la Svizzera ha implementato nel suo sistema giuridico le raccomandazioni del GAFI, potenziando il dispositivo di lotta contro il riciclaggio di denaro e contribuire ad evitare eventuali abusi anche nel settore delle materie prime.
La lotta all’evasione fiscale
Il Consiglio federale elvetico con la raccomandazione n. 5 sostiene attivamente la discussione in seno all’OCSE per la lotta all’evasione fiscale, per le pratiche fiscali eque tra gli Stati nel rispetto dei principi giuridici fondamentali. Nel contempo il governo condivide la questione dell’erosione della base imponibile e del trasferimento degli utili (BEPS - Base erosion and profit shifting) e si impegna ad attuare i risultati BEPS che riguardano standard minimi (scambio spontaneo di informazioni sui «ruling», scambio automatico delle rendicontazioni Paese per Paese, l’imposizione privilegiata dei redditi da beni immateriali, ecc.). Lo Stato elvetico evidenzia l’importanza di garantire la parità di condizioni (level playing field) su scala mondiale, sottolinea che tutti i Paesi devono assicurare l’attuazione dei risultati BEPS (standard minimi) in maniera uniforme e completa, e si impegna affinché i Paesi non membri dell’OCSE o del G20 abbiano parte attiva, siano coinvolti e partecipino all’inclusive framework.
La situazione attuale
Oggi le società operative nel settore delle materie prime sono circa 500, mentre gli addetti, per un totale di circa 10mila, per un fatturato complessivo che sfiora i 20 miliardi di franchi. Accanto alle grandi società di materie prime esiste una moltitudine di piccoli commercianti e numerose altre imprese minori che, pur non essendo direttamente implicate nel commercio delle materie prime, offrono servizi indispensabili al suo funzionamento, o svolgono attività collaterali quali logistica, finanziamento, ispezione e controllo della merce.